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E fu così che Louis stava raggiungendo Za-
«Signorino, possiamo parlare un attimo?» lo richiamò sua madre appena lo vide mettere una mano sulla maniglia della porta d'ingresso.
«Mamma, dovrei andare da Zayn, dobbiamo parlare di cose imp-» «Tu e Harry lo avete fatto?» lo interruppe la madre.
Louis arrossì e si morse il labbro «Possiamo parlare quando torno a casa?» chiese timidamente. Voleva evitare il discorso, ma sapeva già che sua mamma lo avrebbe tartassato fino allo sfinimento per scoprine di più.
Jay sorrise compiaciuta, «Va bene, tesoro. Però voglio tutti i particolari.»
Ancora rosso in viso, Louis lasciò la casa e raggiunse la caffetteria in cui aveva deciso di vedersi con il moro. Aveva cinque minuti buoni di anticipo, il moro non era ancora arrivato.
Dall'altra parte della città, tre amici stavano giocando alla play e parlando del più e del meno quando Harry tirò fuori l'argomento "Amore".
«Penso di amare Louis.» affermò per poi prendere un sorso dalla lattina di birra. Non vide Liam strabuzzare gli occhi.
«Cosa!?!» esclamò poi, «e lo dici così? Come se niente fosse?»
Intanto Niall stava ridendo sotto ai baffi, «Pensi?».
Il riccio lo guardò sorrise, «Hai ragione, ne sono sicuro.», ridacchiò.
Liam, ancora attonito e a bocca aperta, stava seguendo il discorso dei due amici guardandoli male.
«E certo che lo ami, amico.» prese in giro, Niall.
«E... pensi che anche lui mi ami?» questa volta sul viso del capitano non appariva nessuna traccia di divertimento, ma si riusciva a capire che fosse preoccupato.
«Amico,» invece il ragazzo biondo aveva mantenuto quel sorrisino divertito con una nota dolce, «sai quanto vorrei che la mia ragazza mi guardasse come Lou guarda te? Vi amate come io amo il cibo..» ridacchiò.
«Sì, ma sento che prima dovrei conquistare anche la sua famiglia prima di far innamorare Lou..»
«Non hai già conosciuto la sua famiglia?» chiese confuso Niall.
«Sì, le sue sorelle sono fantastiche e sua madre è una bellissima e magnifica donna, ma c'è una sua sorella, Daisy, che- lei crede che i gay siano... come dire... sbagliati...» si morse il labbro. Se a Louis aveva detto che non ci era rimasto per niente male, be'... aveva mentito. Ma solo per il bene del suo ragazzo! In quel momento Louis aveva così bisogno di appoggio e affetto che Harry si sentì in dovere di fare la roccia per entrambi.
«Ah, brutta storia..» sospirò l'irlandese, «Tu che ne pensi, Liam?» si rivolse poi all'amico che non aveva ancora aperto bocca.
«Dei gay? C-cioè.. non, non penso che-» si bloccò non sapendo cosa dire. Non pensa che? Cosa, che fossero sbagliati? Perché gli sembrava così fuori luogo usare quella parola? Perché si sentiva a disagio a parlare di... gay? Non era omofobo, certamente. Stupido, Liam. Non sapeva neanche come finire una frase senza far sentire il suo amico omosessuale- bisex, gli piacevano anche le donne - meglio, non sapeva come consolarlo.
«Liam.» lo richiamò Harry, «Hai qualcosa contro i gay? Qualcosa contro me, Louis e Zayn?» calcò il tono sull'ultimo nome.
Liam rabbrividì sentendo nominare il moro.
«A proposito, che succede fra te e il pakistano? Siete strani ultimamente...» osservò Niall.
Liam alzò le spalle, «È solo strano che provi qualcosa per me...» affermò non tanto convinto.
Harry sbuffò una risata, «Perché è un ragazzo? Non mi sembra che tu abbia avuto problemi quando Sophia è venuta da te dicendoti che le piacevi.»
L'altro ragazzo lo fulminò con lo sguardo, «Non mi sembra di conoscere Sophia come una sorella.»
«Sì, ma abbiamo conosciuto Sophia cinque anni fa, è sempre stata nel nostro tavolo a mensa, quando uscivamo con Josh e Alex e gli altri, lei c'era sempre. E ci andavi anche d'accordo. Non era lei che ti ha consolato quando hai litigato con Zayn l'anno scorso?»
Liam si fermò a guardarlo in faccia, boccheggiò un paio di volte e poi si alzò scappando da quella casa, da quei pensieri.
«Ci sono andato troppo pesante?» si preoccupò il riccio. Niall alzò le spalle, «Vorrà dire che Louis dovrà fare il doppio del lavoro.»
Certe volte Harry era un idiota.

Intanto, Zayn era arrivato e i due stavano aspettando le proprie ordinazioni.
«Zayn.» lo chiamò il castano.
L'interpellato alzò la testa, «Sì?».
Louis sospirò, «Ti va di parlarne?» allungò una mano per afferrare quella del ragazzo di fronte.
Ora anche Zayn sospirò, «Lou...» scosse la testa.
«Guarda che fa bene parlarne...» lo spronò, ma Zayn dissentì ancora.
«Non penso che tu possa capire. E poi sei più piccolo.» disse il corvino offendendo l'amico.
«Io posso benissimo capire quello che stai provando. Prima che voi mi notaste, prima che Harry mi notasse, ho avuto una cotta colossale per lui per più di un anno, quindi mi sembra che io possa capirti benissimo. Ma se non vuoi il mio aiuto perché sono troppo piccolo, me ne vado.»  si alzò senza degnare l'altro di uno sguardo e si allontanò ferito quando Zayn non lo richiamò indietro.
Certe volte si sentiva così stupido e trattato come se fosse uno zerbino.

Quando raggiunse Niall e Harry, i due lo informarono del loro fallimento. Anche Louis confessò di non essere riuscito nel proprio intento.
«Lou, non devi essere triste. Riproveremo..» gli disse Harry vedendolo giù di corda.
«Non è quello..» alzò le spalle il liscio.
Il capitano aggrottò le sopracciglia.
«Evidentemente sono solo un bambino che non capisce cosa stia passando Zayn.» quasi pianse.
Harry si alzò di scatto, «Io quello lo ammazzo.»

Anthos // l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora