Capitolo due: astronomia

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"Oh, tell me something I don't already know"
- canzone: Ever since New York di Harry Styles

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Mentre Ophelia si dirigeva verso la Torre di Astronomia, si scontrò con qualcuno.
"Oh, mi dispiace!" disse con le guance arrossate.
Poi si accorse della persona che aveva davanti.
"Nessun problema" la tranquillizzò Harry Potter. Lui e Ophelia non erano molto legati, ma si salutavano sempre e si scambiavano battute.
Poi, tutto ad un tratto Ophelia si ricordò del fatto che Harry era stato punito per aver parlato di Tu-Sai-Chi di fronte alla Umbridge, a Difesa Contro le Arti Oscure.
"Ah, com'è andata la punizione con la Umbitch?"
Harry la guardò confusa.
"È il mio nuovo soprannome per la Umbridge" spiegò con una leggera risata.
"Oh" rise leggermente, "è andato... tutto bene".
Ophelia poteva dire con certezza che stava mentendo, ma non voleva indagare oltre per non infastidirlo, anche perché le avrebbe detto che non era niente di grave.
"Va bene, ma assicurati di non cacciarti più nei guai".
In risposta, il ragazzo ridacchiò e si strofinò la nuca.
"Ora devo andare, ci vediamo" disse a Harry.
Si salutarono e lei si diresse verso la Torre di Astronomia.

Ophelia entrò nell'aula insieme ad alcuni dei suoi compagni. Alzò lo sguardo per vedere il cielo notturno cosparso di stelle, poi si guardò dietro vedendo Macy e Lillian e decise di raggiungerle.
"Okay, quest'anno faremo qualcosa di diverso per i posti" annunciò la Professoressa, facendo smettere gli studenti di parlare. "Vi sistemerò in base al vostro segno zodiacale".
Ophelia si morse ansiosamente il suo labbro inferiore. Il suo compleanno era il primo giugno, quindi era Gemelli, ma Macy era Leone e Lillian Ariete; certo, aveva altri amici in classe, ma preferiva decisamente stare con loro.
"Adesso tocca al segno dell'Acquario" disse l'insegnante, continuando ad assegnare i posti. Ophelia si assestò gli occhiali e aspettò il suo turno.

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"I prossimi sono i Gemelli!"
Ophelia non fece in tempo a voltarsi per cercare il suo possibile compagno che la Professoressa lo nominò: "Draco insieme ad Ophelia".
La ragazza trattenne un sorriso, anche se non ne sapeva il motivo.
La coppia arrivò fino al banco assegnato e si sedette.

"Quando è il tuo compleanno?" chiese al ragazzo biondo seduto alla sua sinistra.
"Il cinque giugno" disse con tono annoiato, "e il tuo?"
"Il primo giugno".
La Tassorosso rise: "Sono più grande io" lo schernì, mentre lui alzava gli occhi al cielo.
"Solo di quattro giorni" rispose lui, senza fare a meno del suo famoso sorrisetto.
Ophelia guardò nuovamente verso il cielo notturno. Un sorriso le si stampò in viso: amava le stelle.

"Bene ragazzi, prendete le vostre pergamene e le penne".
Ophelia prese la sua borsa e tirò fuori il suo taccuino, pieno di cose scritte a caso: alcuni appunti delle lezioni, disegni, cose da ricordare, immagini e altre varie informazioni ma niente di troppo personale. Mise il diario sopra il banco e Draco lo osservò.
"Che cosa tenera, hai un diario" disse in tono sarcastico.
"Non è un diario". Lo guardò mentre la sua faccia bruciava: "È un'agenda".
Draco rilasciò una breve risatina: "Stessa cosa".
"Non lo è, ma non importa" disse Ophelia distogliendo lo sguardo da lui, che alzò nuovamente gli occhi al cielo e spostò la sua attenzione verso l'insegnante, che stava spiegando gli argomenti che avrebbero fatto quell'anno.

"Ora voglio che scriviate il vostro segno, l'elemento e il nome della costellazione".
Ophelia aprì il suo libro, girò la pagina successiva e cominciò a scrivere le informazioni.
"Useremo tutto questo per un progetto che farete tra qualche settimana insieme al vostro compagno di banco".
"Non voglio fare un progetto" mormorò Ophelia tra sé, mettendo le mani nel suo grembo una volta finito di scrivere.
Draco guardò la ragazza seduta accanto a lui: "Nemmeno io quattr'occhi".
Ophelia avrebbe voluto ridere per quel patetico insulto, voleva dirgli di metterci più impegno, che avrebbe potuto fare meglio di un semplice 'quattr'occhi'.
Lo guardò e alzò gli occhi al cielo, mettendo su una leggera smorfia.
"Molto originale" mormorò mentre il sarcasmo le usciva dalle labbra.

Lei era quel tipo di persona che rideva di sé e non prendeva troppo sul serio ciò che la gente diceva. Conosceva i suoi difetti e quando le persone facevano commenti su di essi non ci piangeva su, anzi cercava di non permettere che le arrivassero. Si, era insicura come la maggior parte degli adolescenti, ma non lo faceva vedere troppo.
Non voleva che la gente si preoccupasse per lei, o peggio far sapere loro che erano riusciti a ferirla; piuttosto preferiva mettere su un sorriso finto, anche se magari la sua giornata non era stata granchè, ed era una cosa a cui era abituata. Non che gli insulti di Malfoy fossero originali, ma quello che diceva era sempre vero e ad Ophelia questo dava fastidio, per qualche ragione.

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora