Capitolo trentotto: casa

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"I was lost in space
I was lost in space but now I found my place
I was lost in space but now I'm in place
I know you"
- canzone: January di Verzache

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Ophelia si morse il labbro per cercare di nascondere il sorriso che le stava comparendo sul viso.
Menta, pergamena, acqua di colonia Dior Sauvage.
Raddrizzò lentamente la schiena per non piegarsi ulteriormente sul calderone. Il liquido denso color perla emanava un leggero bagliore, l'odore travolgente che le riempiva le narici.
Amortentia: la pozione d'amore più potente mai esistita. Era risaputo che aveva un odore diverso per ogni persona, in base a ciò che la attraeva di più.
I suoi occhi percorsero attentamente la classe di Pozioni fino al tavolo pieno di Serpeverde, in cerca di Draco.
Lo osservò appoggiarsi leggermente al suo calderone, respirando l'odore familiare.
Miele, vaniglia, casa.
Draco sorrise non appena i suoi occhi incontrarono quelli di Ophelia.
Miele, vaniglia, casa.
Ma non si trattava della sua casa, non poteva essere. Disprezzava la Malfoy Manor con ogni briciolo di sé.
Era lei. Perché ogni volta che la vedeva, la guardava, sentiva la sua voce, o anche solo pensava a lei, il cuore gli batteva nelle orecchie, arrossiva, il suo stomaco era un'esplosione di farfalle, si sentiva completo. Pervaso da una felicità che nemmeno lui sapeva spiegare.
Ophelia era la sua casa.

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"La lezione è finita" annunciò il professor Lumacorno, stringendo le mani dietro la schiena.
Ophelia si mise la borsa in spalla e si fece strada fuori dalla classe. Picchiettò dolcemente Draco sulla spalla avvicinandosi dietro di lui. "Ciao amore" disse guardandola.
"Ciao" sorrise mentre camminavano lungo il corridoio affollato. "Lezione piuttosto interessante eh?" Draco ridacchiò.
"Certo".
Si morse il labbro e lo guardò: "Allora... che cosa senti?" chiese mentre la sua mano si stringeva intorno alla tracolla della sua borsa.
Si leccò le labbra secche e sospirò: "Sai onestamente non saprei..." la prese in giro con uno sguardo compiaciuto.
"Ah sul serio?" chiese con un tono scherzoso alzando le sopracciglia.
"Miele e vaniglia". Decise di tralasciare la sensazione di casa che gli faceva provare e che gli faceva venire voglia di sciogliersi.
Ophelia sorrise per ciò che le aveva detto. Proprio in quel momento aveva un profumo che sapeva esattamente di quei due aromi.
"Io menta, pergamena e quell'acqua di colonia che usi" disse dandogli una leggera gomitata sul braccio.
Lui mormorò e annuì compiaciuto. Dal momento che l'aria fuori era troppo fredda, Ophelia e Draco si trovarono a salire fino alla torre di Astronomia invece della loro normale macchia di alberi che riposavano vicino al Lago Nero, come facevano quasi ogni giorno dopo le lezioni.
"Non ti arrabbi se non usciamo stasera, vero?" chiese dandole un'occhiata. "Devo occuparmi di alcune cose".
Ophelia cercò di nascondere lo sconforto: "No stai tranquillo" disse sospirando. Ora che conosceva il motivo per cui Draco era spesso vago nelle risposte, era molto più comprensiva. Timorosa e preoccupata, ma comprensiva. Dopo quello che era successo durante le vacanze erano diventati inseparabili.

Anche se Draco la amava, doveva concentrarsi sul suo obiettivo: far funzionare il dannato Armadio Svanitore così da poter far entrare i Mangiamorte nel castello, mettere da parte la sua paura così da poter effettivamente uccidere Silente.
Draco rideva solo al pensiero. Sapeva che non sarebbe mai stato in grado di uccidere qualcuno, solo l'idea gli faceva venire voglia di vomitare. Non che non ci avesse 'provato' durante tutto l'anno. Katie Bell? Ovviamente era stato lui, ma non avrebbe mai voluto ferirla, era innocente. Le aveva dato una collana maledetta avvolta nella carta, da dare al Preside. Non era colpa sua se aveva deciso di toccarla, anche perché le aveva raccomandato di non farlo e di darla direttamente a Silente. Ma lei non l'aveva ascoltato.
Anche Ron Weasley era stato maledetto da Draco mentre cercava di completare la sua missione. Aveva convinto Lumacorno a dare al Preside una bottiglia di Idromele avvelenato, anche se aveva fallito nuovamente quando Weasley aveva bevuto la pericolosa bevanda al posto della reale vittima. Per fortuna Weasley si era sentito meglio grazie a Potter, stando comunque qualche giorno sotto le cure della Granger e di Madam Pomfrey.

"Bene" disse Ophelia, risvegliando Draco dai suoi pensieri. "Vado, ma se cambi idea sai dove trovarmi" gli diede un bacio sulla guancia. "Je t'aime".

-

"Ginny" la chiamò Ophelia. La ragazza smise di camminare. "Volevo solo dirti che mi dispiace per quello che è successo a casa tua" le disse con un'espressione triste. Durante le vacanze, alcuni Mangiamorte avevano scoperto che Harry stava con i Weasley, così avevano attaccato la Tana e l'avevano rasa al suolo. Il cuore di Ophelia aveva sofferto per la famiglia quando aveva sentito la notizia.
Ginny aggrottò la fronte: "Sì, è stato molto sconcertante" ammise, ma con una leggera aggressività nel suo tono. Ophelia sapeva che a Ginny non piaceva il fatto che stesse con Draco, e il fatto che sua zia Bellatrix fosse uno dei Mangiamorte dell'attacco non contribuiva.
"Se c'è qualcosa che posso fare per aiutarti, fammelo sapere" le disse con un piccolo abbozzo di un sorriso triste.
"Certo, grazie Ophelia" disse Ginny prima di andarsene.

Ophelia sospirò e girò l'angolo, incamminandosi verso la scala che portava alla Torre di Astronomia.
Quando raggiunse la cima, si sedette sulla vecchia sporgenza. I piedi erano a penzoloni ma le due sbarre arrugginite, una accanto al busto e l'altra proprio sopra la testa, la facevano sentire più al sicuro. Le piaceva quando Draco veniva con lei: le metteva il braccio attorno alla vita perché aveva paura che cadesse in qualche modo, anche se le ringhiere lo rendevano quasi impossibile. Gli poggiava la testa sulla spalla mentre parlavano e iniziava a giocherellare con i suoi anelli, li girava, sfilandoli e poi rimettendoli, sapeva che gli piaceva quando lo faceva.

Tirò fuori il taccuino dalla sua borsa e lo aprì su una pagina pulita. Corrugò le sopracciglia, non sapendo cosa scrivere, finché un leggero sospiro le sfuggì dalle labbra e scarabocchiò in alto il nome di Draco. Cominciò a scrivere tutto ciò che amava di lui; qualcuno avrebbe potuto dire che era stupido e sdolcinato ma non le importava, avrebbe scritto i suoi sentimenti e tutto ciò che le faceva provare.
Il suo sorriso, la sua risata, le sue labbra morbide, gli anelli d'argento che indossava, il suo umorismo, il modo in cui ci teneva a lei, come avevano imparato ad essere onesti l'uno con l'altra, come parlava di lei, il fatto che avesse imparato il francese per lei, come si rivolgeva, il modo in cui intrecciava le dita intorno ai passanti dei jeans, il fatto che ascoltasse la sua musica, come potevano scherzare l'uno con l'altra, come diceva il suo nome, il modo in cui le faceva i complimenti. E la lista continuava.
Si sentivano persi se sapevano di non poter contare l'uno sull'altra. Onestamente Ophelia non era sicura di come avesse fatto fino al quinto anno senza di lui.
Si sentivano completi insieme. Si amavano.

Casa.

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora