Capitolo otto: punizione

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"Life gets hard and it gets messed up
When you give so much, but it's not enough"
- canzone: Don't Let It Break Your Heart di Louis Tomlinson

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Ophelia bussò alla porta dell'ufficio della professoressa Umbridge.
"Entri pure" la invitò la sua insegnante meno preferita. Lentamente si fece strada nella stanza, osservando le pareti piene di cornici con foto di gatti. Era tutto rosa. "Si sieda".
Ophelia eseguì gli ordini e si sedette su una delle sedie.
Prima di dirigersi in punizione con la Umbridge, la sua giornata non era affatto migliorata. Anche se era riuscita ad evitare Malfoy, continuava ad avere difficoltà a concentrarsi e il suo mal di testa era solo peggiorato.
"Ora, signorina Woodlock, perché prima non era in classe?" La Umbridge guardò Ophelia con cautela.
"Mi sono arrabbiata e sono uscita dalla classe" ammise con convinzione. Per qualche ragione non aveva paura della professoressa, anche se probabilmente avrebbe dovuto esserlo.
La Umbridge si lasciò sfuggire una risatina prima di parlare di nuovo. "Bene bene, oggi scriverà delle frasi per me".
"Non ho portato la penna" disse Ophelia raddrizzando la schiena. La professoressa poteva dire che Ophelia aveva fiducia e quello alla Umbridge non piaceva affatto.
"Oh, non ce n'è bisogno. Userai una delle mie" disse avvicinandosi alla scrivania e prendendo una strana Penna d'oca. Si sedette di fronte alla Tassorosso porgendole un pezzo di pergamena. "Ora voglio che tu scriva: non devo essere irrispettosa".

Ophelia si sistemò gli occhiali. Prese la penna con la mano destra e cominciò a scrivere. Quando iniziò a scrivere le parole, sentì una sensazione di bruciore provenire dal dorso della mano sinistra. In un primo momento lo ignorò, pensando che non fosse niente di cui preoccuparsi e continuò a scrivere. Emise un rantolo di dolore e le si sgranarono gli occhi appena li posò sulla mano.
La frase che stava scrivendo sulla pergamena stava contemporaneamente comparendo anche nella sua mano. Sussultò per il dolore e sentì le lacrime pungerle gli occhi a causa di quella sensazione. Quando finì di scrivere la frase si morse labbro cercando di non lasciare che le lacrime uscissero dai suoi occhi. Guardò la professoressa Umbridge, che le sorrise falsamente affabile.

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Quando Ophelia terminò la punizione, l'ora di cena era già passata. Non sapeva se andare o meno, ma il suo stomaco aveva deciso che aveva bisogno di cibo. Strinse la mano sinistra cercando di sbarazzarsi del dolore. Sentì una lacrima fuoriuscire dai suoi occhi, che si asciugò aggressivamente. Odiava piangere per le piccole cose, ma il dolore che provava alla mano lo rendeva troppo difficile.
Prima di entrare nella Sala Grande fece un respiro profondo. Eppure, non appena entrò nella sala, ebbe un'idea. Si diresse verso il tavolo Grifondoro, si guardò intorno e puntò lo 
sguardo sul ragazzo che stava evitando. Draco poteva dire che era ancora arrabbiata. Lei distolse lo sguardo ma Draco non lo fece, così la guardò con occhi confusi mentre si incamminava verso il tavolo della sua Casa rivale. Ophelia si morse il labbro con ansia e picchiettò dolcemente la spalla di Harry. Si voltò insieme a Ron, Hermione e altri Grifondoro.
"Oh, ciao Ophelia" disse Harry un po' confuso in quanto non si trovava al tavolo dei Tassorosso.
"Ophelia stai bene?" chiese Hermione, vedendo chiaramente che aveva pianto.
"Sì sì, sto bene. Harry ho una domanda".
"Che cosa c'è?" Harry inarcò le sopracciglia.
"Oggi sono stata in punizione con la Umbridge" dichiarò con voce pacata.
"Aspetta lei ha..." prima che Harry potesse finire, Ophelia annuì con la testa.
"Sì, e fa troppo male. Come lo hai fatto guarire?"
"Non puoi". Harry le mostrò la sua mano sinistra. "La mia non è sparita del tutto". La sua cicatrice era sicuramente migliorata, ma se la si guardava da vicino si potevano ancora vedere le lettere incise sulla sua pelle.
Ophelia sospirò e si tirò su la manica rivelando la sua mano.
"Ancora non riesco a credere che stia ancora facendo questo alle persone" disse Hermione scuotendo la testa.
"Il sangue e il gonfiore dovrebbero fermarsi nel giro di pochi giorni" disse Harry alla Tassorosso. "Mi dispiace che sia successo Ophelia".
"Va bene, non preoccuparti per me". Alzò lo sguardo ed ebbe un imbarazzante contatto visivo con Draco, che stava osservando la sua conversazione con i Grifondoro. "Ci vediamo dopo" disse loro prima di andarsene e andare a sedersi al tavolo della sua casa.

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Ophelia uscì dalla Sala Grande insieme ai suoi compagni. Dopo la sua conversazione con Harry la sua cena era stata abbastanza tranquilla, l'appetito che aveva era sparito, così si sedette lì ad ascoltare le conversazioni dei suoi amici.
"Woodlock!" Smise di camminare, non riconoscendo quella voce. Si girò e inarcò le sopracciglia.
"Ehm, sì?" Theodore Nott era in piedi di fronte a lei. Ophelia non ricordava l'ultima volta che ci aveva parlato, infatti non sapeva nemmeno che lui sapeva che lei esistesse.
"Malfoy ti sta cercando".
"Puoi dirgli che sono occupata". L'ultima cosa che voleva fare era parlare con la sua cotta che stava continuando ad evitare.
"No" le afferrò il braccio. "Vuole vederti adesso".
"Cosa? Perché?"
"Non ne ho idea. Smettila di parlare così tanto e seguimi". Si diressero verso Draco, che stava appoggiato ad un muro, osservando le persone che si dirigevano verso le loro stanze.
"Ce ne hai messo di tempo eh Nott? Ora vattene".
"Ok ma non divertitevi troppo piccioncini" disse Theodore prima di allontanarsi. Ophelia sentì il suo viso diventare rosso per il suo commento.
"Senti Woodlock... Non avrei dovuto dire nulla sulla tua famiglia stamattina ad Incantesimi" disse Draco guardando verso la Tassorosso. "Io... Io non stavo pensando".
"È questo il tuo modo di scusarti?" chiese Ophelia.
"Credo" disse Malfoy alzando le spalle.
Annuì con la testa: "Uhm ok. Io... Io dovrei andare". Si sentiva a disagio con quella conversazione imbarazzante.
"Ok, allora ci vediamo ad Astronomia".
'Merda' pensò Ophelia  tra sé e sé. Si era dimenticata che fosse quella sera.

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora