Capitolo quarantasei: soltanto ragazzi

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"It's okay if you can't catch your breath
You can take the oxygen straight out of my own chest"
- canzone: Two di Sleeping At Last

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Hogwarts era peggio di quanto Ophelia potesse immaginare.
Era stata lì solo per circa quattro settimane e la odiava. La metà delle volte non si presentava nemmeno alle sue lezioni... non c'era alcun motivo in ogni caso, gli insegnanti erano timorosi e sempre ansiosi intorno a Piton. Quelli del primo anno camminavano per i corridoi in silenzio e con la testa bassa.

Ophelia imparò a fare attenzione a parlare, sapendo che i fratelli Carrow, responsabili della disciplina e delle Arti Oscure a Hogwarts, l'avrebbero potuta punire duramente: l'avevano già fatto durante i primi giorni di scuola, così Ophelia aveva subito preso nota di chiudere la bocca quando erano nelle vicinanze.
Camminava per la scuola nella paura, come la maggior parte delle persone. La sua mente era sempre in corsa riguardo alla guerra che era ormai alle porte.

"Quando hai visto Harry, ti ha detto qualcosa su quello che stava facendo?"domandò Seamus a Ophelia mentre entravano nella Stanza delle Necessità insieme a molti dei loro amici, con Dean al suo fianco. Ophelia guardò Seamus sospirando: era stata invasa da domande riguardanti il Golden Trio da quando era arrivata a Hogwarts. Stava diventando stancante.
Si mordicchiò il labbro mentre si agitava con le mani: "Non gli ho parlato molto, sembrava stressato. Ma sono sicura che sa cosa deve fare".

Ophelia si voltò per raggiungere il suo posto designato vicino al muro, lontano da tutti gli altri. Era ovvio per lei e per i suoi amici che non stava per niente bene. La Tassorosso un tempo audace, allegra e sempre sorridente, era ora tranquilla, stanca e solitaria. Nessuno sapeva se avrebbe dovuto confrontarsi con lei, sapendo che l'anno prima lo avrebbe affrontato con calma, si sarebbe semplicemente messa a ridere e poi avrebbe risolto tutto con i suoi spazi e da sola.

Ophelia fece scivolare la schiena contro il muro e si sedette, le ginocchia premute contro il petto. La sua mente viaggiò in un altro posto, immaginando cosa stesse facendo Draco in quel momento. Aveva pensato di scrivergli un'altra lettera, ma aveva rapidamente scartato l'idea sapendo che non sarebbe finita bene.
Allungò la mano fino alla clavicola, sentendo il ciondolo freddo che riposava lì, ricordando il giorno in cui aveva ricevuto la collana da Draco. Le sembrava passata un'eternità. La catenella d'oro, una volta bella e splendente, si era ormai arrugginita, graffiata e macchiata di sangue. Ma era ancora preziosa per Ophelia, non l'avrebbe mai tolta.

I suoi pensieri furono interrotti improvvisamente da un rumore stridulo che proveniva da una parete. I suoi occhi scattarono verso il suono.
Harry Potter.

Ophelia piegò le labbra in un sorriso mentre si alzava lentamente insieme al resto della stanza. Cominciò ad applaudire come il resto del gruppo, sostenendo il Golden Trio. Si fece spazio tra le persone allegre mentre cercava di salutarli. Non li aveva mai ringraziati abbastanza per averla aiutata ad uscire dalla Malfoy Manor. Si morse il labbro mentre si trovava dietro Dean, che si era chinato ad abbracciare Harry.

"Ophelia" la salutò Harry con un ampio sorriso abbracciandola.
"Grazie" borbottò prima di allontanarsi.
"Va bene, va bene" disse Neville ridendo mentre cercava di calmare il gruppo eccitato. "Non uccidiamolo". Si voltò verso di lui: "Allora, qual è il piano Harry?"
Harry guardò tutti, osservando i loro volti sfregiati e malconci. "Allora. C'è una cosa che dobbiamo trovare, una cosa nascosta qui nel castello" prese un respiro profondo, "ci aiuterebbe a sconfiggere Voi-Sapete-Chi".
"Bene" Neville fece un cenno con la testa. "Che cos'è?"
"Non lo sappiamo" borbottò Harry.
"Dove si trova?" urlò Ophelia per farsi sentire. Non interveniva da un po' di tempo.
"Non sappiamo neanche questo" Harry si fermò. "Non è molto su cui basarsi".
"È niente su cui basarsi" lo schernì Seamus incrociando le braccia.
"Credo che abbia a che fare con Corvonero" farfugliò, "dev'essere piccola, facile da nascondere. Qualcuno ha un'idea?"
"C'è il diadema perduto di Priscilla Corvonero" dichiarò Luna.
"Maledizione, ci risiamo" imprecò Ron sottovoce alzando gli occhi al cielo.
"Il diadema perduto di Corvonero?" chiese Luna, "nessuno ne ha sentito parlare? È alquanto famoso".
Cho Chang, che era in piedi accanto a Luna, la guardò confusa: "Sì Luna, ma è perduto... da secoli ormai. Oggi non c'è anima viva che lo abbia visto".
"Scusate, qualcuno mi dice cos'è un dannato diadema?" chiese Ron alzando le sopracciglia.
"È una specie di corona" mormorò Ophelia, "sai, come una tiara". Affondò i denti nel labbro inferiore dolorante, tirando via le pellicine.

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora