Capitolo ventiquattro: il ministero

417 11 1
                                    

"The men up on the news, they try to tell us all that we will lose"
- canzone: Buzzcut Season di Lorde

-----------------------------------------------------------

Le Converse consumate di Ophelia procedevano lungo il pavimento di marmo del Ministero mentre lei, Harry, Ron, Hermione, Luna, Neville e Ginny percorrevano l'immenso corridoio.

Avevano raggiunto con successo il Ministero della Magia volando su una creatura molto familiare a Ophelia, i Thestral.
I sette raggiunsero l'ascensore alla fine del corridoio.
"Dove dobbiamo andare esattamente?" chiese Neville, mentre l'ascensore iniziò a scendere.
"Al Dipartimento del Ministero" rispose Harry appena raggiunsero la destinazione. Lentamente uscirono dall'ascensore.
C'era un portone in fondo al corridoio.
"È quella" disse Harry mentre guardava la porta.
Ophelia si scambiò un'occhiata con Hermione prima che il gruppo iniziasse a seguire Harry lungo il corridoio.
Harry girò la maniglia dorata della porta e l'aprì, guidandoli in una grande stanza buia piena di oggetti circolari che poggiavano su eminenti scaffali.
"Lumos" mormorò Ophelia sottovoce, mentre seguiva gli altri.
In preda al panico, Harry iniziò a correre lungo ogni fila, cercando invano il suo padrino.
"Harry" disse Neville mentre guardava una delle sfere di vetro su uno degli scaffali. "Su questa c'è il tuo nome".
Harry si avvicinò all'oggetto poggiato sullo scaffale. Si allungò e lo afferrò. Lo fissò, con uno sguardo confuso.

Ophelia e Ron si guardarono con un'espressione preoccupata. Harry poteva ovviamente sentire o vedere qualcosa in quella sfera che gli altri non potevano.
"Harry" gridò Hermione, facendolo guardare nella sua direzione. Una figura ammantata li fissava. Il gruppo si rivolse immediatamente verso di essa e issò le bacchette.
"Dov'è Sirius?" domandò Harry alla persona sconosciuta che avanzava verso di loro.
"Sai, dovresti imparare a riconoscere la differenza tra sogni" l'uomo tirò fuori la sua bacchetta e la agitò davanti alla sua maschera, rivelando il suo volto, "e realtà?"

Il respiro di Ophelia si bloccò alla vista di Lucius Malfoy, il padre di Draco. "Hai visto solo quello che il Signore Oscuro voleva che vedessi" disse Malfoy a Harry. "Ora dammi la profezia" disse con un tono pretenzioso, riferendosi all'oggetto in mano a Harry.
"Provi solo a toccarci e io la rompo" dichiarò Harry.
Ophelia sussultò al suono di una risata inquietante, proveniente da dietro Lucius.
"Lui sa come si gioca!" Ophelia deglutì mentre Bellatrix Lestrange appariva dietro Malfoy. "Piccino piccino, piccolo Potter" disse Bellatrix con un ghigno.
Ophelia aveva completamente dimenticato che Bellatrix fosse la zia di Draco. Quel pensiero la fece rabbrividire.
"Bellatrix Lestrange" disse Neville.
"Neville Longbottom, vero?" chiese con un sorrisetto. Ophelia osservò i suoi occhi spostarsi su di lei. Bellatrix fece una sorta di respiro ansimante: "E questa è la piccola Woodlock?" Oh, Avery sarà così felice di vederti".
Cinque anni prima, un Mangiamorte di nome Gaspar Avery, aveva torturato e ucciso la madre di Ophelia, Juliet Woodlock, solo perché nata Babbana.
Ophelia non riusciva ancora a capire perché fosse accaduto. Allora Voldemort non c'era nemmeno, non c'era bisogno che Avery uccidesse sua madre davanti a lei. Quel pensiero la fece infuriare.
"Come sta tua madre, piccola Mezzosangue?" chiese Bellatrix con un sorriso storto, "e Longbottom, come stanno i tuoi genitori?"
Bellatrix aveva ucciso i genitori di Neville molti anni prima. Neville guardò Ophelia per un momento: "Meglio, ora che stanno per essere vendicati" disse mentre puntava la bacchetta su Bellatrix.

"Basta! Adesso cerchiamo di stare tutti calmi... Va bene?" disse Lucius alzando le sopracciglia. "Vogliamo soltanto quella profezia".
"Perché Voldemort voleva che io venissi a prenderla?" domandò Harry.
"Osi pronunciare il suo nome. Tu, lurido Mezzosangue!?" gridò Bellatrix.

Lucius cominciò a divagare con Harry, cercando di convincerlo a dargli la profezia. Ma Ophelia era troppo distratta per ascoltarlo. Altri Mangiamorte si stavano avvicinando al gruppo.
"Non vuoi conoscere il segreto della tua cicatrice?" Malfoy si avvicinò a Harry. "Tutte le risposte sono lì Potter, nella tua mano" si fermò. "Devi soltanto darla a me e io potrò mostrarti tutto".
Ophelia si voltò, rivolgendo la bacchetta contro quella del Mangiamorte, che si stava avvicinando terribilmente a lei.
"Ho aspettato quattordici anni" disse Harry a Malfoy.
"Lo so" guardò Harry accigliato.
"Direi che posso aspettare ancora un po'... Ora!" gridò.
"Stupeficium!" gridarono i sette, puntando le loro bacchette contro tutti Mangiamorte.

Il gruppo cominciò a correre lungo il corridoio. Lucius apparve davanti a loro con la mano alzata. Svoltarono l'angolo, cercando di scappare.
Dopo lunghi momenti passati a correre e a lanciare fatture a qualsiasi Mangiamorte che si trovava sulla loro strada, le gambe di Ophelia stavano iniziando a stancarsi. I ragazzi si fermarono nel bel mezzo di una delle file. Mentre un altro dei seguaci del Signore Oscuro si trovava sulla loro strada, Ginny si scagliò contro un uomo, facendolo volare all'indietro.
Gli occhi di Ophelia si spalancano mentre le sfere di vetro, che una volta si trovavano pacificamente sugli scaffali, cominciarono a schiantarsi sul pavimento. I sette ragazzi ripresero a correre, cercando di non venire colpiti dalle profezie.

Si precipitarono verso l'uscita e spalancarono la porta. Appena raggiunsero la soglia, Ophelia lanciò un urlo appena si rese conto che aveva inaspettatamente cominciato a cadere, rendendosi conto che la porta si apriva su un alto dirupo. I loro corpi si fermarono a un centimetro dal terreno, per poi ricadere completamente, facendoli atterrare con un sospiro.

Il gruppo si alzò lentamente. Harry cominciò ad avvicinarsi ad un grande arco al centro della stanza.
"Voci" disse mentre si avvicinava sempre di più, "capite ciò che stanno dicendo?"
"Non ci sono voci, Harry" disse Ophelia con un'intonazione preoccupata, "andiamocene da qui".
"Anch'io riesco a sentirle". Il tono di Luna era sognante e curioso.
"Harry è solo un arco vuoto" cercò di convincerlo Hermione. "Per favore Harry!"
Harry si voltò di scatto: "Mettetevi dietro di me!" Chiamò il gruppo a sé mentre alzava la bacchetta.
Fecero tutti come aveva detto Harry e puntarono contemporaneamente le bacchette verso l'alto. I Mangiamorte si librarono sopra di loro, prendendoli alla sprovvista.
Ophelia si abbassò appena sentì qualcuno afferrarla. All'improvviso si ritrovò lontana dall'arco, con una bacchetta al collo. Era proprio come quando aveva visto sua madre morire.

Harry fu l'unico che non venne trattenuto. Lucius apparve inaspettatamente e si avvicinò a lui: "Credevate veramente... Insomma, siete davvero così ingenui da pensare che dei bambini avessero una possibilità contro di noi? Voglio semplificarti la cosa, Potter. Dammi la profezia ora, o guarda i tuoi amici morire".
Ophelia strinse la mascella mentre Harry si guardava intorno, vedendo che erano tutti tenuti da diversi Mangiamorte. Non aveva scelta: la sfera sembrava aver assorbito il calore della sua mano mentre la tendeva verso Malfoy, che si faceva avanti per afferrarla. "Non dargliela Harry!" gridò Ophelia, facendo sì che chiunque la stesse trattenendo le tirasse i capelli. Lo osservò consegnare la profezia a Malfoy.
"Allontanati dal mio figlioccio!" Una voce roca risuonò da dietro Lucius, che si voltò per vedere apparire Sirius Black.
Sirius levò e colpì Malfoy dritto al naso.

Gli occhi di Ophelia si spalancarono appena vide una luce bianca irrompere nella stanza. I membri dell'Ordine cominciarono ad apparire uno per uno.
Non riusciva nemmeno a capire cosa stesse succedendo, centinaia di incantesimi venivano lanciati e il Mangiamorte che la teneva stretta era sparito.

Una ragazza con i capelli castani, che in seguito scoprì chiamarsi Nymphadora Tonks, la afferrò insieme a Luna e Ginny, e le trascinò dietro una grande roccia, cercando di tenerle nascoste.
Ophelia deglutì mentre cercava di calmarsi. Inconsciamente si toccò il naso, pensando che i suoi occhiali fossero lì. Si rese però conto che non c'erano più. Non se n'era neanche resa conto.
"Merda".
"Che c'è?" chiese Ginny.
"I miei occhiali". Sbatté le palpebre un paio di volte, provocandosi l'inizio di un leggero mal di testa.
"Eccoli lì" disse Luna, indicando i suoi occhiali a pochi metri di distanza, dove tutti stavano duellando.
"Non preoccuparti" disse Tonks a Ophelia, "te li prendo io".
Con cautela uscì allo scoperto, cercando di non venire colpita da un incantesimo. Si allungò e li afferrò rapidamente, precipitandosi successivamente al nascondiglio. "Eccoli" li consegnò a Ophelia.
"Grazie mille" emise un sospiro di sollievo e li indossò nuovamente.

Le quattro ragazze si resero conto che tutti gli incantesimi erano cessati. Un silenzio opprimente dominava la stanza.
"Dovremmo andare" dichiarò Tonks. Iniziarono a farsi strada verso una delle uscite, ma si fermarono all'istante appena sentirono un forte urlo straziante riversarsi nelle loro orecchie.

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora