Capitolo ventisei: lettera d'estate

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"Will you tell the truth so I don't have to lie?"
- canzone: Are You Bored Yet? di Wallows e Clairo

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La fine dell'anno scolastico arrivò troppo rapidamente secondo Ophelia. Stava lentamente scaraventando le cose nella sua valigia mentre canticchiava 'Heart of glass'. Aveva troppa paura di tornare a casa, sapendo cosa la aspettasse. Chiuse il suo baule, si sistemò gli occhiali e sospirò.

Un'altra cosa a cui non voleva pensare troppo era il fatto che probabilmente non avrebbe potuto vedere Draco per i prossimi tre mesi. Le aveva detto che le avrebbe scritto, ma non c'era nessuna possibilità di potersi effettivamente vedere, senza farlo di nascosto. Non avevano ancora detto ai loro genitori che si frequentavano, e non avevano intenzione di farlo presto.

Trascinò la valigia da sopra il letto e iniziò a farsi strada verso la Sala Comune di Tassorosso.

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"Prometti di scrivermi?" chiese Ophelia a Draco, che cercava uno scompartimento del treno libero.
"Te lo prometto". Ridacchiò mentre le afferrava le mani: "Se trovo un modo per vederti, te lo farò sapere, ok?"
Lei annuì: "Puoi andare a sederti con i tuoi amici ora" disse facendo un cenno allo scompartimento dei suoi amici.
Scosse la testa: "E lasciare che la mia ragazza stia da sola? Assolutamente no".
Lei arrossì e sorrise: "Non credo che starei da sola, ma fai come vuoi se ti aiuta a dormire la notte". Si lasciò sfuggire una lieve risata mentre Draco alzava gli occhi al cielo.
Draco raggiunse uno scomparto vuoto e aprì il portello: "Dopo di lei" disse in tono scherzoso. Ophelia scosse la testa e si accomodò, sedendosi accanto alla finestra.
"Mi mancherai quest'estate" borbottò mentre le si sedeva di fianco.
"Mi mancherai anche tu..." sospirò mentre poggiava la testa sulla sua spalla. "Non ti dimenticherai di me, vero?"
Draco la tranquillizzò: "Non lo farei mai". Le prese la mano e rimase in silenzio per un istante: "Sento che il prossimo anno..." si bloccò per cercare le parole giuste, "ho l'impressione che sarà diverso. Ma non ti preoccupare, noi staremo bene".

Ophelia non capiva perché l'anno successivo sarebbe stato diverso, ma si limitò a mettere da parte quel pensiero e si godette il tranquillo viaggio in treno.

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"Ciao amore" mormorò Draco mentre abbracciava Ophelia. Il treno si era appena fermato, ma avevano deciso che sarebbe stato meglio salutarsi quando erano ancora a bordo, sapendo che la madre di Draco li avrebbe potuti vedere.
"Ciao Draco" disse con un triste sospiro. Si chinò e le premette un morbido bacio sulle labbra. "Jusqu'à ce que nous nous revoyons" gli disse.
"Jusqu'à ce que nous nous revoyons" ripetè con un sorriso.

Cominciarono a seguire la calca di studenti fuori dal treno. Draco le diede un colpetto sulla spalla mentre uscivano: "Ciao" mormorò con un sorrisetto. Sorrise e lo salutò mentre si allontanava.

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L'estate era cominciata in modo noioso. Ophelia si sedette sul letto della sua camera mentre rileggeva Amleto per quella che era almeno la decima volta in quel mese. La sua attenzione si spostò rapidamente dal suo libro al ticchettio sulla finestra. Posò il romanzo e allungò la mano per aprire la finestra. Sorrise appena vide un gufo familiare seduto sulla sporgenza afferrò la lettera sulla sua bocca e lo ringraziò.

Aveva capito che si trattasse di una delle lettere di Drac, solo per il modo in cui il suo nome era stampato sulla parte superiore. Non si erano scritti molto (Draco aveva confermato che la ragione fosse il fatto che era occupato) ma a Ophelia non importava molto.

Si poggiò sui cuscini mentre leggeva la pergamena.

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Cara Woodlock,
Mi dispiace così tanto per non averti scritto tanto quanto lo fai tu. Mi manchi tantissimo. Spero che ti stia tenendo occupata leggendo e ascoltando la tua musica.
Ho pensato molto a te ultimamente, vorrei vederti ma non credo sia un'opzione al momento, e mi dispiace per questo.

Ti scriverò di nuovo presto,
Tuo, Draco

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Era breve, ma a Ophelia non importava. Non le sarebbe nemmeno importato se fosse stata una sola frase, finché lo sentiva andava tutto bene. Anche se non era niente rispetto a ciò che gli inviava: le sue lettere, paragrafo dopo paragrafo, erano a volte due o tre pagine. Ma questo perché riversava qualsiasi tipo di pensiero, sapendo che gli avrebbe potuto dire qualsiasi cosa.
Sperava solo che lui sapesse di poter fare lo stesso.

~
Il prossimo capitolo sarà ancora ambientato in estate, poi ci sarà il sesto anno.

yellow - D.M - 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora