Capitolo 15: Notte

240 5 0
                                    

All the things she said
Running through my head
-All the things she said, t.A.T.u.

RULA'S POV

Daky suonò al campanello giusto qualche minuto dopo che anch'io ero arrivata e sperai con tutto il cuore che non notasse che ero tutta trafelata per l'improvviso rientro a casa.

La ragazza era però troppo euforica anche solo per far caso a me, e infatti quando le aprii la porta si precipitò subito all'interno dell'appartamento senza darmi nemmeno modo di salutarla. Appoggiò una borsa in tela sull'isola color petrolio della cucina e iniziò ad elencarmi tutto ciò che si era portata con sé.

"Allora, iniziamo con una lista di film da guardare, accuratamente selezionati dalla sottoscritta" furono le prime parole che disse da quando era arrivata, mentre srotolava quello che sembrava essere un tovagliolo di carta di un bar.

"Beh diciamo che potrei essermi dimenticata dell'esistenza delle note del telefono. E poi ero fuori casa e, ok ero al bar in realtà e avevo solo una penna quindi cosa dovevo fare? Scrivermi sul braccio? E tu non fare quella faccia."

Alzai le mani in segno di resa e mentre trattenevo una risata mi appoggiai allo schienale del divano, rimanendo di fronte a lei a braccia incrociate aspettando di sentire cos'altro c'era nella sua borsa di Hermione.

"Dopo la piccola sosta al bar, che giuro non sarà durata più di mezz'ora, ho fatto anche un salto in erboristeria per comprare la tua maschera preferita e ne ho prese anche alcune in più così possiamo farla sia oggi insieme che un altro giorno. Oppure quelle che restano le puoi fare da sola quando hai un momento no, che tanto a me fa piacere uguale e di andare a comprare altre maschere ho solo che voglia."

Ecco perché amavo Daky. Era in grado di parlare talmente veloce da confonderti buttando fuori insieme tanti di quegli argomenti, ma se eri in grado di capire le sue parole potevi trovarci un mix di ironia e gentilezza micidiale.

Non dovevo solo ringraziarla per avermi salvata da quella situazione con Ryan ma anche per essere semplicemente se stessa, e per esserlo soprattutto con me, perché era fantastica.

Il tardo pomeriggio continuò così, tra oggetti che continuamente spuntavano come per magia dalla sua borsa, drink preparati completamente a caso nonostante lavorassi nei bar da anni e risate, tante risate.

E tra una maschera e un film non potei far altro che sentire quella sensazione di pura felicità. Daky era e sempre sarebbe stata una parte del mio cuore.

***

RYAN'S POV

Appesi il cappotto all'appendiabiti vicino all'ingresso e mi diressi verso la cucina.

Con le braccia appoggiate al piano della cucina, chiusi gli occhi e ripensai al pomeriggio appena trascorso in compagnia di Rula. Dire che non me l'aspettavo era dire poco.

I battibecchi, l'intimità, i tuffi nel passato e il quasi bacio. Il vero problema era quel quasi. Se non avessi fatto appello a tutta la compostezza con la quale ero cresciuto, probabilmente l'avrei presa e non mi sarei nemmeno fermato a quel bacio.

Strinsi la presa sul bancone e riaprii gli occhi facendo un respiro profondo. Non dovevo più pensarci. Sapevo che se lei non avesse voluto, non ci sarebbe mai stato nulla tra noi, e per quanto fossimo così vicini a cadere, lei non avrebbe mai davvero ceduto, aveva delle rigide regole che non avrebbe interrotto, non per me almeno. E non sapevo bene come reagire a questa consapevolezza.

Aprii la credenza per prendere un bicchiere e bere dell'acqua per riconcentrarmi sul presente.

Diedi poi un'occhiata in frigo per controllare cosa mi era rimasto da poter cucinare quella sera. Non ero un grande cuoco, ma quando ero a Princeton e vivevo da solo in quell'appartamento tanto vuoto, avevo imparato a cavarmela con i miei soli sforzi. Certo mio padre avrebbe finanziato tutte le uscite al ristorante che volevo senza battere ciglio ma, non volevo dipendere così tanto da lui, o avere qualcosa che lui potesse magari rinfacciarmi un giorno. Preferivo di gran lunga studiarmi una ricetta e invitare degli amici a cena, ma di questo mio padre era meglio non sapesse nulla, non l'avrebbe mai accettato, ecco perché non avevo mai potuto avere un coinquilino.

𝑫𝒖𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 - il doppio o il nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora