Capitolo 25: Notte

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Baby, I'm preying on you tonight
Hunt you down eat you alive
Just like animals
-Animals, Maroon 5

RULA'S POV

Nei giorni seguenti di Gabriele non vi fu nemmeno l'ombra.

Inizialmente l'idea che mi avesse lasciata in un certo modo "appesa" mi infastidiva.

Prima mi dici che vuoi rivedermi e poi sparisci? Stupido da parte tua pensare che l'iniziale senso di sfida per ciò che non avevo ottenuto, sarebbe rimasto invariato.

Mi ero stancata della mia vita a tal punto da crearne una seconda, figuriamoci se non mi stancavo di aspettare anche i comodi di un ragazzo che a malapena conoscevo.

E allora era passata, restava il fastidio certo, ma non era più qualcosa per cui sprecare troppi pensieri.

E mentre il mio cervello chiudeva questo discorso, ero concentrata sul pulire la macchina del caffè. Odiavo farlo, non avrei saputo dire perché ma era noioso e portava via ogni sera fin troppo tempo. Ovviamente lo faceva solo chi aveva l'ultimo turno notturno al Baliur e quella sera toccava a me.

Ormai la serata era arrivata al termine e, oltre ai colleghi, anche gli ultimi clienti se n'erano andati, permettendomi di girare sulla scritta "chiuso" il cartello fuori dalla porta del locale.

Se n'erano andati tutti tranne uno.

Un cliente che a quanto pare non aveva nemmeno senso che provassi ad allontanare.

Ryan. O forse avrei dovuto dire Alex in questo caso.

Si trovava nello stesso posto in cui lo vidi di sfuggita la prima volta in questo locale, seduto su uno sgabello e con i gomiti appoggiati al bancone del bar mentre finiva quel che rimaneva del suo cocktail.

Mi girai con il braccio portafiltro verso di lui e lo trovai assorto nei suoi pensieri mentre reggeva il bicchiere senza avvicinarlo completamente alla bocca.

Non sapevo per quale motivo si ostinasse a rimanere lì se nemmeno tentava di intavolare una conversazione o fare qualsiasi cosa che non fosse semplicemente starsene immobile, su una sedia, in un bar chiuso al pubblico.

Presi un respiro profondo e tornai a girarmi nella direzione opposta. Il fastidio che provavo nel non capire il motivo per cui lui fosse lì e la sensazione di sentire ora i suoi occhi bruciare sulla mia schiena, furono sicuramente accentuate dalla mia fase pre-ciclo.

Volevo solo tornarmene a casa e sdraiarmi sul letto per riposare finalmente, visto che per quella sera non avrei avuto alcuna compagnia a causa del mio turno.

Tornai a girarmi verso la sua direzione, questa volta intenzionata a chiedergli quali fossero le sue intenzioni, ma non lo trovai. Aggrottai la fronte prima di sentire i suoi passi dietro di me. Mi aveva raggiunta nel retro del bancone e percepii il suo respiro profondo prima di girarmi.

Non abbassò per nemmeno un secondo il suo sguardo dai miei occhi, nemmeno quando portò il bicchiere alla bocca e finalmente ne finì il contenuto.

"Vuoi continuare per molto questo giochetto? Perché qui c'è qualcuno che vorrebbe finire il proprio lavoro" troncai sul nascere qualunque cosa stesse cercando di fare.

"Sei così ostile con tutti o è un trattamento che riservi solo a me?"

"Tu sei così fortunato da riceverlo perché non sei in grado di fare altro che infastidirmi"

Da quando ci conoscevamo non mi ero mai esposta tanto ma soprattutto non mi era mai passato per la mente di rispondergli male nonostante le continue provocazioni reciproche. E a quanto pare ci misi qualche secondo di troppo per ricordarmi che lui era anche il mio capo.

𝑫𝒖𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 - il doppio o il nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora