Capitolo 8: Giorno

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So I made a list, yeah
-10 Things I Hate About You, Leah Kate


RULA'S POV

Rallentai leggermente il passo quando fui nei pressi dell'edificio. Oggi, meravigliando anche me stessa, ero in orario, più o meno. In realtà non avevo quasi dormito quando ero ritornata a casa stanotte, ok forse era praticamente mattina, e quindi mi sono semplicemente alzata prima che la sveglia suonasse. Ma dire che non ero in ritardo per una volta mi dava comunque molta soddisfazione.

Salutai già da lontano Rob e quando mi avvicinai gli passai uno dei due caffè che avevo in mano, comprati apposta poco prima in un bar che era di strada. Lui mi ringraziò subito dopo averne bevuto un sorso.

Non feci in tempo a chiedergli come stesse che lui mi indicò, con un cenno, un punto dietro di me.

"Quella non è la macchina di quello nuovo da voi?" chiese tornando a guardarmi.

Mi girai e feci appena in tempo a vedere il finestrino del posto del passeggero abbassarsi.

"Sì, è lui"

All'interno dell'auto Ryan aveva indosso il suo solito completo elegante, accompagnato però da degli occhiali scuri. Con ancora una mano appoggiata al volante guardò velocemente l'orologio, per poi tornare con lo sguardo verso di me e farmi un cenno per avvicinarmi. Cosa voleva adesso?

"Torno subito Rob" gli passai il mio caffè in modo che me lo tenesse mentre andavo a risolvere, si sperava velocemente, la cosa.

Non entrai in macchina ma piuttosto appoggiai le braccia sulla portiera in corrispondenza del finestrino abbassato e mi sporsi leggermente all'interno dell'abitacolo.

"Buongiorno"

"Di cosa hai bisogno?"

Per una volta avevo del tempo prima di andare in ufficio per parlare con Rob, e magari arrivare anche senza il mio canonico ritardo e non sorbirmi le lamentele di Daky. E lui si metteva e mezzo. Fantastico.

"Dritta al punto. D'accordo, niente convenevoli". Forse avremmo fatto in fretta.

Si abbassò gli occhiali e mi guardò fisso negli occhi.

"È passata una settimana e non abbiamo ancora concluso nulla" sembrava impaziente, ma mi chiesi se lo fosse davvero o se volesse solo sembrarlo.

"Dici che è scortese ricordati ora che il tempo serviva a te per capire chi era chi, e non a me?" lo incalzai, riferendomi al capire chi fosse Ryan e chi Alex.

Alzò un sopracciglio.

"Più che altro non adatto al breve dialogo che dobbiamo sostenere in questo momento"

"Impaziente?" chiesi allora cercando qualche informazione, o qualsiasi emozione volesse mostrarmi.

"Ho aspettato abbastanza"

Dopo un attimo di esitazione, sorrisi. Se era questo che voleva...

"Salteremo due regole. Ecco la quarta regola: questa macchina, no. Forse non te ne accorgi ma è un tantino riconoscibile, dà nell'occhio e il nostro obiettivo è quello di essere il più anonimi possibili. Non puoi girare ovunque con una Maserati, lo capisci vero?"

Cercò di aprir bocca ma lo anticipai.

"Regola numero cinque: un appartamento"

"Ho già un appartamento, ma grazie per la tua preoccupazione" replicò.

"Nessuna preoccupazione. Hai bisogno di un altro appartamento, dall'altra parte della città, verso la zona del South Side dove si trova anche il Baliur. Non troppo grande, ovviamente. E mettici qualche mobile, mi raccomando"

𝑫𝒖𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 - il doppio o il nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora