Capitolo 12: Notte

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One day, you'll leave this world behind
So live a life you will remember
-The Nights, Avicii

RULA'S POV

Suonai il campanello e aspettai che qualcuno venisse ad aprire la porta.

Ieri con Ryan avevo sbagliato tutto, non mi capacitavo nemmeno di come io abbia fatto a passare dall'idea che gli avrei reso la vita difficile al rivelargli la mia unica storia d'amore, di cui nemmeno le mie amiche erano a conoscenza. Va bene che lui già sapeva più di loro essendo a conoscenza di entrambe le vite che conducevo, ma era diverso dal raccontargli qualcosa di così personale del mio passato, indipendentemente dal fatto che possa avermi segnata positivamente o negativamente.

Andava bene finchè lo provocavo per gioco, ma ora stavo iniziando ad avvicinarmi troppo a lui e non me lo potevo permettere. Non avevo bisogno di un amico da tenere per mano quando i problemi di condurre due vite diventavano ingestibili, o di qualcuno con cui farmi le coccole la sera, non ero quel tipo di persona e anche se lo fossi stata non avrei ricercato in lui quella persona.

Dovevo iniziare a riprendere le distanze.

La porta si aprii e Martin mi accolse con un caldo sorriso.

Quando si era offerto di organizzare una serata a casa sua solo per farmi tornare il sorriso il giorno prima, non pensavo che mi sarei ritrovata davvero qui, ma quel ragazzo sapeva essere tanto premuroso quanto convincente.

Entrai lentamente lisciandomi il vestito a fiori da cui era partita tutta l'idea per questa serata.

Un vestito che non avrebbe potuto mettere né Rula nè Juliet, perché non faceva parte di nessuna delle due, anche se era solo una rigida regola che mi autoimponevo, ero io il mio stesso limite.

Tempo fa questi incontri erano una routine, poi con il passare del tempo erano diventati meno frequenti, ma era sempre un piacere rivedere tutti.

Martin mi cinse i fianchi da dietro mentre passavo in rassegna tutto l'open space che mi ritrovavo davanti per controllare chi fosse già arrivato.

Sunaina fu la prima che vidi, una giovane ragazza che era arrivata dall'India a Chicago da anni ormai, prima solo per visitarla poi per restarci, per cui era sempre a lei che mi rivolgevo quando si trattava di giri turistici.

Come diceva il suo nome, era allegra e impulsiva, il che non sempre l'aiutava durante i suoi comizi sul femminismo. Una volta avevo assistito ad uno di essi e forse erano un pochino troppo accesi per me, ma mi ero anche divertita un sacco.

Poi vidi Davey, un nuotatore fin da quando era nato e che dal suo incidente stradale non faceva altro che parlare di come sarebbe arrivato alle prossime paralimpiadi. A volte cercava ancora di provarci con me invitandomi a una nuotata in vasca con lui.

E Jana che dietro di lui aveva appoggiato le mani sulle sue spalle mentre parlava con gli altri, una donna di quasi quarant'anni con un passato di grandi sacrifici alle spalle, una delle più vecchie e più sagge di tutto il gruppo, era come una madre per tutti noi e spesso mi aveva aiutata quando credevo di esser sola.

Estelle invece era vicino al bancone della cucina intenta a bere quella che non sembrava proprio essere acqua. Sicuramente si stava preparando per uno dei suoi show di drag che tutti eravamo sicuri avremmo visto presto al suo tanto sognato RuPaul's Drag Race. Quando assistetti a uno dei suoi show la prima volta mi innamorai subito di quel mondo.

Kori se ne stava in disparte ascoltando tutta la conversazione senza proferir parola, quel ragazzo doveva essere più giovane di me, ma non potevo esserne sicura perchè non parlava praticamente mai e quando lo facevano le cose di cui discutevamo erano altre. Non aveva qualche disturbo del linguaggio ma semplicemente prediligeva il silenzio - ed ero certa ci fosse qualcosa di più grande sotto - anche se si circondava di tanto di quel casino quando era con noi, e in realtà sapeva anche essere di grande compagnia.

𝑫𝒖𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 - il doppio o il nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora