Capitolo 36: Notte

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'Cause it's not just a figure of speech
You got me down on my knees
It's getting harder to breathe out
-Meddle About, Chase Atlantic

🔴🔴🔴


RYAN'S POV

Alcune zone della Laflinis erano dotate di un sistema di videosorveglianza a controllo remoto. Grazie alla connessione wifi era possibile controllare quello che stava succedendo live nella zona ripresa e con la ricezione delle notifiche si poteva impostare la modalità di notifica ogni qual volta che la telecamera rilevava un movimento.

Uno dei luoghi in cui erano presenti era lo studio di Charlene. Quando se ne andava dal lavoro lasciava sempre la porta del suo ufficio aperta, in modo tale che chi lasciava la rivista più tardi, se voleva, poteva depositare il proprio lavoro alla sua scrivania, senza quindi doverselo portare a casa e rischiare di perderlo - anche se tutti potevano avere quel minimo di intelligenza e salvare il file sul computer - o nel caso avessero avuto delle scadenze da rispettare.

Comunque fosse, il fatto che la sua stanza rimanesse aperta, non era sinonimo di un invito a fare quello che si voleva, per questo c'erano le telecamere: per tenere sotto controllo la situazione anche quando lei non era fisicamente presente.

Quando avevo iniziato a lavorare qui mi erano state consegnate da lei stessa le password per accedervi, nel caso in cui ne avessi avuto bisogno, e poi quello era anche uno dei privilegi dell'essere il vicedirettore.

E per quanto non le controllassi praticamente mai, in quel momento ringraziai di averlo fatto, perché c'era ancora qualcuno che era rimasto qui dopo il normale orario di lavoro.

Solitamente, quando rimanevo al lavoro fino a tardi, il che capitava più volte di quante effettivamente avrei voluto, mi chiudevo dentro il mio studio e non mi preoccupavo più di nessuno lì fuori. Non che rimanessero spesso molti dipendenti, se avevano del lavoro da finire nella maggior parte delle volte se lo portavano a casa, ma quando succedeva io mi guardavo bene dal non averci nulla a che fare, non perché mi infastidisse o chissà che altro ma solo perché ero lì per lavorare e non per fare conversazione.

Sapevo poi che le uniche persone a frequentare il piano oltre a questi ultimi citati, erano gli inservienti che si occupavano di ripulire i locali, i quali non rappresentavano una forma di preoccupazione.

Ma quel giorno, la persona che le telecamere avevano appena ripreso nell'ufficio di Charlene, occupata a depositare una cartellina su quella scrivania, non era una persona qualunque. Era Rula.

Portava i capelli sciolti come non faceva mai durante il giorno, probabilmente credeva di essere sola e che anche se Charlene l'avesse vista dalle telecamere non sarebbe cambiato nulla. Forse non vedeva la donna come un pericolo per l'identità di Juliet.

Controllai poi l'ora sull'orologio appeso nel mio ufficio, giusto per essere sicuro che l'orario delle registrazioni fosse corretto e totalmente in diretta, mai fidarsi troppo della tecnologia.

Con i battiti leggermente alterati mi alzai in fretta dalla sedia dietro la mia scrivania e mi avviai alla porta. Se ero fortunato l'avrei aperta e ci saremmo ritrovati con gli sguardi incatenati.

Non indugiai oltre e afferrai la maniglia con una presa ben salda ma all'ultimo mi immobilizzai. Cosa stavo facendo? Ero così eccitato all'idea di stare un po' con lei, anche se quello significava prendermi parole da lei, da non riuscire a ragionare in tutta lucidità su quello che stava succedendo.

Ero pur sempre il suo capo, Dio mio.

Non che la mia posizione mi avesse mai portato in qualche modo ad approfittarmi di qualcosa; persino quella volta in cui cercai di convincerla ad aiutarmi con tutta questa storia della doppia vita, nel caso in cui avesse recepito le mie parole come minaccia speravo che avesse imparato a conoscermi abbastanza da rendersi conto che era più una provocazione che parole reali che avrebbero visto la luce se non avesse collaborato. Se non mi avesse voluto tra i piedi, cosa che a volte in realtà aveva esplicitato ma che io prendevo ancora con ironia, io mi sarei fatto da parte all'istante.

𝑫𝒖𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 - il doppio o il nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora