Capitolo 32: Giorno

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There's nothing I hate more than what I can't have
You are so gorgeous it makes me so mad
-Gorgeous, Taylor Swift


RYAN'S POV

Durante la notte avevo sentito Rula muoversi ed era inequivocabile ciò che stava facendo: se ne stava andando.

Alchè io non riuscii a non dire: "Resta". Non sapevo se era una richiesta o una supplica ma sapevo che era tutto ciò che volevo.

Non so cosa ci fosse stato di diverso quella sera ma qualcosa era cambiato nell'aria perché aveva smesso di negarci tutto questo e si era lasciata andare. Con me.

Non era successo nient'altro dopo averla fatta venire. Niente sesso. Niente baci. Solo quel momento che sapevamo sarebbe rimasto nostro all'interno di quel labirinto di segreti e bugie.

Dopo quel momento intimo però mi nacque spontaneo il pensiero di cosa avesse intenzione di fare la ragazza davanti la quale mi ero inginocchiato. Perché sì, ero caduto sulle mie ginocchia per dimostrarle, per l'ennesima volta, il potere che lei aveva su di me, su un uomo che gli altri avrebbero potuto definire di potere. E ero più che certo che non me ne sarei mai pentito.

Ma poi cosa succedeva?

Nei suoi piani, quelli che io stesso avevo seguito sotto suo consiglio, o ordine, si andava via dopo che l'altro si era addormentato. Pensavo, speravo, che con me non lo facesse. L'avevo portata nel mio appartamento principale per farle capire che lei non era come tutte le altre ragazze per cui mi aveva istruito, e quanto avrei voluto che fosse lo stesso anche per lei.

Sembrava aver udito i miei desideri perché mi aveva teso la mano e insieme ci eravamo coricati nel letto iniziando a parlare delle cose più stupide e senza senso, come mai avevamo fatto prima, fino a prendere sonno.

Ma sapevo di dormire con un peso sul petto a causa della paura che fuggisse da tutto quello e da me durante le ore successive ed era proprio ciò che l'avevo sorpresa a fare. Eppure, nonostante l'evidente esitazione che colorava il suo viso, non mi negò nemmeno questo, e dopo aver soppesato quella parola talmente grande tra di noi si era rimessa nel letto accanto a me.

Guardarla dormire e fare altrettanto accanto a lei era di una beatitudine che non pensavo avrei mai provato. Non mi ero spostato a Chicago con l'idea di trovare qualcuno, ma solo per lavorare lontano da mio padre e divertirmi. Rula sulla mia strada però aveva cambiato molte cose e nonostante le ragazze con cui avevo iniziato ad uscire, aveva ragione quando diceva che per quanto mi trattasse in un modo non troppo carino certe volte, io tornavo sempre da lei.

Il mattino seguente, probabilmente a causa delle endorfine ancora presenti nel nostro corpo, convinsi Rula ad andare a fare colazione fuori insieme. Ovviamente dopo essermi subito una sua ramanzina sul fatto che non potevano vederci uscire insieme dal mio palazzo o ad un tavolino di un bar mentre mangiavamo tranquilli come se non fossimo rispettivamente capo e dipendente, anche se sapevamo entrambi di non essere solo quello.

Quindi dopo essere usciti a qualche minuto di distanza l'uno dall'altra e aver finto di esserci appena incontrati e voler discutere di lavoro insieme da qualche parte, ci eravamo avviati a piedi l'uno accanto all'altra.

Rula indossava dei vestiti di ricambio che aveva tirato fuori dalla sua borsa magica e un mio maglione che prese in prestito senza nemmeno chiedere. Non che fossi pronto a negarglielo, non penso gli avrei mai negato niente, ma non le avrei nemmeno mai detto quanto mi piaceva vederla con i miei vestiti addosso.

Nonostante fossero passate ormai delle ore, aveva ancora quella serenità nel visto post orgasmo che mi faceva venir voglia di sbatterla al muro e di baciarla finalmente. Si muoveva sinuosa per le vie di Chicago, a testa alta e con i capelli mossi sciolti che risaltavano le sue spalle larghe, ed era bella da morire.

𝑫𝒖𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 - il doppio o il nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora