Capitolo 3: Giorno

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You're killing my vibe
In ways words cannot describe
-Good In Goodbye, Madison Beer

RULA'S POV

Girato l'angolo mi sarei ritrovata a pochi passi dall'ufficio di Charlene.

Tenevo in mano la bozza pronta già da qualche giorno, ma incerta sul contenuto. Sapevo di averci messo molto impegno e di poterne andare fiera, ma non sapevo se per il mio capo potesse essere lo stesso. Lei era imprevedibile, e non si capiva mai bene cosa le piacesse e cosa no.

Presi un respiro profondo e percorsi il tratto di strada che mi separava da quella stanza.

Bussai leggermente per poi entrare appena mi fu dato il permesso.

Charlene era seduta sulla sua sedia di pelle dietro alla scrivania sulla mia destra. A sinistra invece, qualcun altro occupava il posto sul divanetto bianco.

Ryan Conners.

Perchè doveva essere sempre in mezzo?

Non bastava al Baliur? Ora doveva anche stanziare nell'ufficio di Charlene.

"Cara accomodati. Ryan lei è Rula Melas, scrive per la nostra rubrica di self confidence, è una ragazza molto promettente, un vero talento della scrittura" riferì.

Sorrisi leggermente, grata per le belle parole spese, mentre il presunto amante del mio capo se ne stava ben seduto su quel divano bianco, con le braccia stese sullo schienale, le gambe accavallate e un sorriso che gli spuntava dall'angolo della bocca.

E perchè per un attimo nella mia testa è passato il pensiero che, in quella posizione, il mio capo ricordasse molto un re? Uno di quelli che erano consapevoli del proprio potere e ne godevano appieno.

"Le ho portato la bozza di quell'articolo" dissi facendo qualche passo verso la scrivania.

"Oh sì tesoro, ricordami l'argomento perfavore. Sai con tutte queste novità non ho un attimo di pace" pronunciò mentre distoglieva lo sguardo dal suo computer per infilarsi i suoi preziosi occhiali da lettura e rivolgermi tutta la sua attenzione.

Solitamente apprezzavo questi momenti di confronto con il mio capo, era sempre in grado di trasmetterci qualcosa in più, ma non adesso, non con Ryan qui a disturbare questo momento. E per questo boccheggiai per un attimo.

Non avevo intenzione di dire ad alta voce l'argomento del mio articolo. Non davanti a quello che dovrebbe essere anche il mio nuovo capo. Non perché mi vergognassi di ciò di cui parlavo, ma nei panni di Rula non ero poi così audace come facevo credere nei panni di Juliet. Strano come una maschera ti dia modo di esprimere ciò che solitamente non diresti.

"Il ss con le smture" dissi così velocemente che vidi il grande capo abbassarsi gli occhiali per guardarmi meglio.

Dovevo sembrare una cretina, non c'erano dubbi.

"Scusa potresti alzare un po' la voce e scandire le parole? Magari in modo tale che io capisca ciò che stai farfugliando"

Mi schiarii la voce prima di parlare chiaramente, cercando di nascondere l'imbarazzo per essere stata io stessa a prolungare questa sceneggiata.

"Il sesso con le... smagliature"

Poteva una situazione essere più imbarazzante? E il bello era che ero io a renderla tale.

E intanto le porsi la cartellina con dentro quei fogli.

"Certo mi ricordo. Dev'essere stato come dire... toccante, come tesi sulla quale discutere, presumo"

𝑫𝒖𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 - il doppio o il nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora