Capitolo 24: Giorno

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In control
That's how I like it
And I'm never letting go
-VILLAIN, K/DA


RULA'S POV

Mi richiusi il portone d'ingresso alle spalle e mi ci appoggiai sopra. Chiusi gli occhi e trassi un respiro profondo. Che cosa era appena successo?

Riaprii gli occhi e mi incamminai su per le scale, fino ad arrivare alla porta dell'appartamento di Martin.

Entrata in casa non servì nemmeno che accendessi la luce in quanto il sole fuori si stava già alzando. Chiusi la porta a doppia mandata e appoggiai la borsetta accanto all'ingresso prima di attraversare il piccolo corridoio che conduceva al salotto.

Sovrappensiero ci misi più tempo del necessario ad accorgermi di non essere sola. Martin se ne stava seduto sul divano bianco con un cipiglio corrucciato sul volto.

Era un tipo mattiniero solo per necessità, diceva che le prime luci del mattino facevano risplendere al meglio i propri capi esposti nelle vetrine della boutique. Gli altri giorni invece, quelli in cui per festività o necessità non doveva lavorare, svegliarlo rappresentava un'impresa da Oscar. Per quel motivo mi chiesi se non fosse successo qualcosa che l'aveva portato ad essere sveglio a quell'ora, il giorno dopo il Ringraziamento, magari la cena con la sua famiglia non era andata per il meglio.

Intanto forse si stava chiedendo per quale motivo, proprio quel giorno, io mi stessi rifugiando in casa sua alle sei del mattino. Non era l'unico a chiedersi come fosse finita così comunque.

"Ehi!" fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Il mio amico non mi rispose subito e potei notare sul suo volto un misto di serietà e apprensione nei miei confronti. Forse aveva paura che fosse successo qualcosa - cosa reciproca in questo caso - perché altrimenti sapevo che questa situazione l'avrebbe un po' anche divertito.

Sapevo che non c'era bisogno di scuse per essermi presentata lì senza avvisare, oltre ad avere le chiavi proprio per quello, nella nostra amicizia non c'erano giustificazioni o imbarazzi, la naturalezza con cui potevamo prenderci certe libertà tra noi era ciò che più mi piaceva del nostro rapporto.

"È stata una serata... particolare" aggiunsi comunque per cercare di dare un minimo di senso logico a quella situazione.

"Vai a riposarti un po', tra qualche ora ti chiamo e andiamo a fare colazione fuori"

Fu la prima volta quel giorno che sentii la sua voce e non mi stupii che fosse per sentirgli dire qualcosa di accogliente e rassicurante.

Di un sorriso sincero si tinsero le mie labbra e senza bisogno di altre parole andai a coricarmi.

***

Qualche ora più tardi, come previsto, mi ritrovai Martin seduto accanto a me sul letto, con una mano che mi accarezzava dolcemente la schiena.

Poco dopo ero nuovamente vestita e lavata, grazie ad alcune cose che con il tempo avevo lasciato in quella casa. E ci dirigemmo in una piccola pasticceria non lontano da casa del mio amico. Uno di quei posti intimi e riservati, ma che se eri in grado di scovarli ti offrivano i prodotti migliori.

Con gli occhi ancora rivolti al menu rilegato con un piccolo cordoncino bordeaux, mi dilungai nel decidere cosa ordinare, forse più per non dover iniziare una conversazione che per una reale indecisione. Sentivo comunque gli occhi di Martin addosso, i quali tacitamente attendevano risposte.

𝑫𝒖𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕𝒚 - il doppio o il nienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora