16. Confidarsi

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"Complimenti per il primo posto." fu così che Viola accolse il ballerino appena varcò la porta che dava al giardino sul retro.

In quella settimana ci fu la solita gara di ballo, quella volta oltre all'improvvisazione bisognava usare anche un oggetto, e Christian arrivò primo utilizzando un pallone da calcio. Lei invece arrivò terza utilizzando un diario.

"Grazie, V." sorrise sinceramente lui, appoggiandosi alla colonna che si trovava di fronte al divanetto arancione sul quale la ragazza era seduta.

Il ballerino si fermò un attimo ad osservarla e notò che aveva una sigaretta ormai finita tra le dita. Dovette ammettere che rimase stupito, non l'aveva mai vista fumare da quando erano entrati nel programma, perciò aveva dato per scontato che non lo facesse.

Lui odiava il fumo, ma sicuramente non si sarebbe mai permesso di giudicarla, così come qualsiasi altra persona.

Viola notò dove lo sguardo del ragazzo era puntato e un mezzo sorriso le si formò spontaneamente sul volto avendo già capito i suoi pensieri.

"Cerco di evitare, però sai com'è a volte." disse impacciatamente indicando il mozzicone e buttandolo poi nel posacenere.

"Tranquilla, non ti devi mica giustificare."

Passò qualche minuto in cui entrambi stettero in silenzio, Christian con le mani nelle tasche dei suoi pantaloni della tuta neri, Viola con il cappuccio della felpa in testa per ripararsi dal freddo. Forse mettere la giacca non sarebbe stata poi una cattiva idea.

"Sai a cosa ho pensato?" se ne uscì improvvisamente lui.

"Ho paura quando pensi tu." ridacchiò la ragazza ricevendo un'occhiataccia.

"No sul serio, ho pensato che di te non so quasi nulla." ammise.

"Non mi piace parlare di me. Soprattutto delle cose negative. Ma non è che sei tu il problema, non ne parlo proprio con nessuno." rispose sinceramente abbadando lo sguardo.

"A volte parlarne fa bene. Non voglio assolutamente costringerti o essere invadente, però se mai vorrai sfogarti io sono pronto ad ascoltarti."

"Ora che ci penso non ho mai finito di raccontarti di quella cosa di classico." si decise a dire Viola dopo qualche secondo.

"Non devi sentirti obbligata ora. Davvero non me la prendo mica se non vuoi confidarti con me."

"Non è quello, è che non sarò mai realmente pronta per parlarne. Quindi tanto vale farlo ora, magari davvero mi aiuterà." ammise lei continuando ad avere gli occhi puntati sul pavimento.

"Come vuoi, però davvero, non sentirti obbligata solo perché te ne ho parlato-"

"Smettila di sentirti in colpa per niente. Mi fido di te, per questo te lo voglio dire lo stesso." disse la ballerina alzando finalmente lo sguardo e rivolgendo al ragazzo un sorriso sincero.

A quelle parole, Christian non riuscì a trattenersi e un grande sorriso si fece spazio sul suo volto. Decise poi di sedersi al fianco della ragazza, facendo scontrare involontariamente le loro ginocchia.

"Già sai che ho iniziato con classico a 4 anni e poi a 6 mi sono spostata sull'hip hop, no?" iniziò dopo aver rilasciato un profondo respiro, non guardandolo in faccia e iniziando a giocherellare nervosamente con le mani.

"E lo hai ripreso alle medie con modern, giusto?"

Viola sorrise impercettibilmente notando come il
ragazzo si ricordasse ciò che aveva detto il primissimo giorno.

"Esatto. Ecco, le mie compagne di classico erano totalmente diverse da me, avevano interessi diversi, si conoscevano già tra loro e quindi erano già amiche. Io al tempo ero ancora più timida e introversa di ora, quindi mi risultava il quadruplo più difficile fare amicizia con qualcuno. Anzi non lo facevo proprio, manco ci provavo, me ne stavo per le mie in silenzio ad ascoltare e osservare gli altri. Poi vabbè, in realtà col tempo ho scoperto che non era solo timidezza ma anche ansia sociale." si interruppe per un attimo rivolgendo un'occhiata veloce al ragazzo, poi tornò a capo chino a torturarsi le mani dall'agitazione.

Maledetti noi - Christian Stefanelli - Amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora