1 ; Facebook Messenger

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La campanella dell'ultima ora suona, e tiro un sospiro di sollievo: anche questa interrogazione di astronomia è fatta. Getto quaderno e astuccio nello zaino, e mi affretto a mettere la giacca, perché la mia migliore amica Francesca mi aspetta al capolinea della metropolitana, e non voglio farla attendere troppo.

In qualche modo riesco ad uscire dall'edificio, ma rimango bloccata in Via del Corso tra studenti e turisti. “Odio andare a scuola al centro.”

Fortunatamente il capolinea non è troppo lontano da lì, quindi in dieci minuti riesco ad arrivarci. Saluto Francesca con un caloroso abbraccio, e poi ci dirigiamo entrambe all'interno della metro. Sprofondiamo nei nostri posti e sbuffiamo.

Fran si toglie le cuffiette e caccia il telefono in tasca, per poi dedicarsi completamente a me. Ci siamo conosciute su StrangerBot, una chat dell'applicazione di messaggistica Telegram che ti mette in contatto con persone sconosciute, e da due anni non possiamo fare a meno l'una dell'altra.

Lei è all'ultimo anno di un istituto tecnico commerciale, io al secondo di un classico. Le nostre scuole sono piuttosto vicine, quindi andiamo insieme all'andata e al ritorno.

La metropolitana parte e, mentre la mia amica mi parla di Daniele, il ragazzo con cui si sente, accendo il telefono. Trovo una notifica su Facebook Messenger, quindi avvio l'applicazione e intanto rispondo fugacemente alle domande che mi pone Fran con: «Certo che hai ragione tu!», e «Ma lascialo stare, è un cretino.»

Poi leggo la notifica, e per via della mia accennata miopia mi ritrovo a leggere più e più volte. “Oddio non ci credo...è successo davvero!”

State per assistere ad un momento di fangirling estremo.

Arrossisco, le mie mani iniziano a tremare e gli occhi si riempiono di lacrime. Sono così commossa che ormai il nome della chat è diventato sfocato, e ‘Favij’ diventa ‘rgJ'.

«Jul, ti è salita la botta o cosa?»

Passo a Fran il telefono, e poi nascondo la testa tra le mani. “Non può essere...ha quasi due milioni di iscritti eppure ha risposto a me. Ha risposto a me! Favij mi ha risposto!”

«Wow...», è tutto quello che riesce a dire lei, mentre io, allibita, non riesco più a parlare. So che è una sciocchezza, ma non riesco proprio a calmarmi.

Gli scrivo da mesi, ma non ho mai ricevuto una risposta e mi ci ero anche abituata. Nel messaggio racconto la nostra storia, di come mi sono imbattuta nei suoi video e di come è diventato importante in pochissimo tempo. Accenno anche agli episodi di bullismo che ho ricevuto in passato.

Tre parole che hanno totalmente cambiato la mia vita:

Favij: cosa ti dicono?

Rileggo ancora e ancora e stringo forte la mano di Fran, consapevole di starle facendo male ma non mi importa, sono felicissima.

«Vuoi rispondere o no? Quel poverino starà aspettando.»

“Ne dubito.”
Scrivo in fretta una risposta, ma mi accorgo solo dopo averla inviata che è troppo fredda e smorza la conversazione. “Merda, sembrerò un'asociale del cazzo.”

Julia: cose non belle

Fisso per cinque minuti buoni lo schermo in attesa di una risposta, ma non arriva e deciso di disfarmi del telefono mettendolo dentro lo zaino.

Regna il silenzio per un po', scandito solo dalla voce dall'altoparlante che annuncia le fermate, e poi Francesca decide di parlare. «Come stai?»

“Non potevi farmi domanda più complicata.” «Bene», dico, ma non sono soddisfatta della mia risposta e aggiungo: «Come posso star male?»

Fran mi abbraccia e sorridiamo entrambe, mentre lentamente realizzo che uno dei miei più profondi sogni si è appena avverato.

Il pensiero di lui che passa cinque minuti della sua vita a leggere il mio ‘papiro’ e altri due per formulare una risposta mi rende felicissima, e non importa quanto stupida sia la risposta e la cosa in generale, mi sento felice come un bambino la notte di Natale.

***

«Hai mangiato?»


“Diamine, sono appena tornata a casa e già mi fai l'interrogatorio.” «No mamma, non ho fame», dico, salutando Stefano, il mio fratellino minore, con un bacio sulla nuca. «Più tardi mangerò qualcosa.»


Mia madre inizia il suo solito discorso sulla mia alimentazione poco sana ma non l'ascolto, perché ho la testa da tutt'altra parte, e appena ne ho l'occasione vado a chiudermi in camera.

Mi sdraio nel letto, prendo il telefono e controllo le notifiche. Quando ne vedo un'altra da parte di Lorenzo Ostuni, il mio cuore manca di un battito, quasi come quando ho ascoltato per la prima volta ‘Up’ di Olly Murs e Demi Lovato.

Favij: tipo?

Rispondo subito vagamente, perché la parte più sadica di me vuole tenerlo sulle spine. O semplicemente tenere sulle spine me.

Julia: non importa.

Ancora una volta mi maledico per la freddezza dei miei messaggi. Mi sbrigo a svolgere i compiti per l'indomani e, dato che non ho nulla da fare, mi porto avanti gli scritti del giorno seguente.

Sono concentrata su un problema di algebra, quando mio fratello maggiore Mattia entra in camera con il cordless in mano. «È Bianca», dice, per poi tirare il telefono sul letto e andarsene.

Bianca è la mia migliore amica a distanza. La conosco da molto più tempo di Francesca, quasi cinque anni, e la distanza non ci ha mai spaventate. Ogni due settimane facciamo in modo di incontrarci ‘a metà strada’, a Firenze, e per ora ci basta. Ovviamente, in futuro, ci piacerebbe vivere insieme.

«Pronto?», domando, iniziando a fare avanti e indietro per la stanza. È un mio vizio: non riesco a stare ferma mentre parlo al telefono, devo necessariamente fare qualcosa.

«Hai controllato la tua bacheca di Facebook?»

Aggrotto le sopracciglia. «No.»

«Okay, allora siediti, apri quella macchina infernale che chiami computer e preparati ad urlare

Ci salutiamo, e appena attacca mi affretto ad accendere il computer e collegarmi al mio account Facebook. Trovo un messaggio in bacheca e un messaggio privato.

Leggo prima il secondo, perché so che è Lorenzo. Ho ragione.

Favij: sappi che io, ci sono.

“Oddio...sta succedendo davvero? Oggi è il giorno più bello della mia vita! Se è un sogno, non voglio svegliarmi.”

Guardo il messaggio in bacheca quasi controvoglia, perché preferisco di gran lunga rimanere a fissare il messaggio privato per anni, ma poi mi accorgo che anche quello proviene dall'amore della mia vita

Lorenzo Ostuni -> Julia Mariotti

you.

Urlo. Non fisicamente, ma dentro, che forse significa anche di più. Il messaggio di per sé non ha senso, ma la vita ha forse senso? No.

Facebook Messenger - FavijDove le storie prendono vita. Scoprilo ora