47 ; amnesia

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Author's notes.

Consiglio di ascoltare ‘Amnesia’ dei 5 Seconds Of Summer durante la lettura di questo capitolo :)

Ugh, ho pianto mentre scrivevo, quindi fatelo a vostro rischio e pericolo.

Vorrei precisare che non è perché adesso Julia e Sascha/Bianca e Lorenzo hanno fatto sesso la relazione tra Julia e Lorenzo sia finita.

Non si sono lasciati.
E non si lasceranno.

Ci vediamo dopo 🔱

***

Sascha's point of view.

Controllo l'ora sul telefono. Sono le sei del mattino: ho dormito quattordici ore. Ho il braccio sinistro avvolto attorno alle spalle di Julia, che dorme sul mio petto. Sorrido, perché è tutto quello che ho sempre desiderato.

Le alzo un po' la testa per accarezzarle lo zigomo. Così, al naturale e indifesa, è la persona più bella che abbia mai visto in vita mia.

È coperta fino al collo, quindi mi chiedo se ha freddo. La stringo di più a me, in un vano tentativo di riscaldarla.

Le accarezzo i capelli. Cerco di afferrare il telefono per farle una foto, perché è davvero bellissima. Voglio ricordarla così, quando tornerò a Genova.

Julia apre gli occhi, ed io non mi muovo di un millimetro. «Non svegliarti», le dico, ricomponendomi. Lei sbadiglia, e il sole che filtra dalle imposte le accarezza la pelle.

Si allontana da me per mettersi supina. Guarda il soffitto. «Che ore sono?», domanda, e sono lieto che abbia detto qualcosa.

«Le sei del mattino», rispondo, sbuffando. “La magia è finita.” La guardo: di profilo è ancora più bella.

«A cosa stai pensando?», continuo.

«Penso che abbiamo dormito tantissimo», risponde, e finalmente mi guarda negli occhi.

«Io sono sveglio da un po', in realtà.»

«Potevi svegliarmi. Avrei potuto farti compagnia, o sarei potuta tornare a casa.»

«Volevo che restassi con me», confesso. Mi avvicino cautamente a lei. «Adesso tutto parla di te. Non puoi lasciarmi.»

«È stato un errore», commenta, e una lacrima le riga il volto. «È andata come poteva, come doveva. Oh, sono così stupida!»

Nasconde il volto tra le mani. Io non mi sento in colpa, non dovrebbe nemmeno lei. Come ha appena detto: è andata come poteva, come doveva.

«Perché non riesco a crederti?»

Non risponde alla mia domanda. «Mi sento una merda perché sto davvero bene con te», continua invece.

«Posso rimanere ancora un po', se vuoi. La tua immagine, ti prima mattina, mi fa credere che in realtà il mondo non faccia poi così tanto schifo.»

Mi bacia. È un bacio innocente, ma è la goccia che fa traboccare il vaso. Piango anch'io.

«Resta», le sussurro. «Mi sa che mi sto innamorando di te, Mariotti.»

Fa un respiro profondo, chiude gli occhi e si rannicchia sul mio petto. I suoi singhiozzi si placano.

«Mi sto innamorando anch'io.»

La stringo forte. «Bel casino, eh?», dico, tirando sù con il naso. «Ma adesso dormiamo di nuovo. Forse, tra qualche ora, sarà solo un sogno.»

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