Una settimana più tardi, mi faccio un bagno. "Non riesco a credere di averlo fatto davvero", penso, e mi sfioro le labbra con le dita. Immergo la testa nell'acqua calda e mi rilasso un po'.
Quando riemergo, sento un forte bruciore allo sfintere pupillare (che non è una brutta parola, ma il termine tecnico per definire la parte interna dell'occhio) e tengo gli occhi chiusu fino a quando il bruciore passa del tutto.
Quando li riapro i miei pensieri volano da Valerio a Lorenzo e da Lorenzo ai compiti di matematica, greco, inglese e latino da svolgere.
Esco dalla vasca venti minuti dopo, con un forte mal di testa. Mi infilo in fretta il pigiama caldo, sistemo i prodotti utilizzati sul bordo della vasca e piego accuratamente gli asciugamani. Sono da sempre una 'maniaca del pulito': il caos, sia fisico che mentale, mi ha sempre messo agitazione.
Penso a Lorenzo prima di prendere un Oki. Ormai parliamo tutti i giorni, e mano a mano che passa il tempo mi sento sempre più legata a lui. Lori si sveglia alle sei del mattino per augurarmi buongiorno, e va a dormire alla mia stessa ora per potermi dare la buonanotte. Parliamo di tutto: Diletta, Valerio, Bianca, Francesca, i suoi amici e le nostre carriere. "Ci rallegriamo le giornate a vicenda, lo so."
Non gli ho detto di aver baciato Valerio però, perché quando glielo nomino diventa subito freddo. Io, d'altro canto, ero distaccata quando mi parlava di Diletta. "Sei gelosa perché occupa tutto il suo tempo libero, ammettilo."
In classe i professori hanno cambiato la disposizione dei posti, e ora sono seduta vicino a Catherina. Averla accanto mi ricorda che devo dimenticare Valerio, che è stato messo in un banco tutto solo. "In ogni caso lo bocceranno come i due anni prima."
Il mio telefono squilla, e nemmeno a farlo apposta, spunta il suo nome sull'intestazione.
«Perché oggi non sei venuta a scuola?»
"Almeno di' 'ciao', maleducato."
Sospiro. «Mia madre è stata male, e sono dovuta andare io alla giornata Madri & Figli all'asilo di mio fratello Stefano»
Lo sento ridere. «Dobbiamo parlare. Possiamo vederci, domani o domenica? Non posso aspettare fino a lunedì.»
Sorrido, ma mi rimprovero mentalmente. «Domenica solo libera, credo.»
«Ho una partita di calcetto, ti va di venire? Solo due ore. Ti accompagno a casa in motorino, se facciamo tardi.»
«Più che altro devi venirmi a prendere, perché non so dov'è il posto e sai che non so orientarmi.»
L'argomento si sposta su Barbara, una nostra compagna di classe che, a quanto pare, è rimasta senza maglietta, rivelando il suo reggiseno imbottito di carta igienica.
***
Scrivo a Lorenzo quando termina la chiamata.
Julia: ciuffo, ho combinato un casino.
Julia: la settimana scorsa Valerio ed io ci siamo baciati
Julia: ed io oggi ho accettato di andare a vedere la sua partita di calcetto, domenica.
Julia: abbiamo parlato per quaranta minuti al telefono
Julia: non so che pensare, ti prego, aiutami.Venti minuti dopo non ottengo risposta, ma vedo che ha visualizzato da quindici. Gli scrivo ancora.
Julia: Lorenzo, so che hai visualizzato, ti prego, non ignorarmi.
Julia: ho bisogno di te più che mai.Risponde due minuti dopo aver visualizzato.
Favij: che ti devo dire?
Julia: non lo so, magari potresti provare a darmi un parere.
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Fanficdal capitolo 19: «Lorenzo tiene davvero a te. Meritate di essere felici, tutti e due. E meritate di esserlo insieme.» #1 in Julia il 23/12/18 #1 in Favij il 12/09/2019 #24 in Teen Fiction il 24/08/2015 -Iniziata il 7/4/2015 -Finita il 2/2/2016 ...