Mattia's point of view.
Stringo forte la mano di mia sorella, mentre un tic alla gamba prende il sopravvento. Stringo i denti, e lancio ripetitive occhiate sulla tabella dei voli in arrivo alla mia destra. “Due minuti”, mi dico. “Solo due minuti.”
Sono felice che la zia stia tornando a casa. La Francia, Xavier, quella vita...non sono suoi. Spero che non se ne vada più, perché non sopporterei di perderla ancora.
Anche Julia è contenta, e Stefano è elettrizzato all'idea di conoscere una nuova persona. Mi dispiace che lui si sia perso tutto il bene che può dare la zia Iris, e spero che lo recuperi in fretta.
Non abbiamo cugini, perché mio padre è figlio unico e zia Iris ha deciso di non averne, ma ci bastiamo. Julia ed io siamo un tutt'uno. A volte, arrivo a pensare che ci stiamo comportando da genitori, per Stefano, così come la zia ha fatto con noi. E probabilmente è così, ma non mi dispiace.
Guardo di nuovo la tabella: un minuto. Julia deglutisce, mentre io sprofondo sulla poltrona della sala d'aspetto. Mollo la presa sulla mano di mia sorella, perché mi ravvivo i capelli e sbuffo.
«Perché ci mette così tanto?», tuono, lamentoso. «Odio l'aeroporto di Fiumicino! Non poteva atterrare a quello di Ciampino?!»
«Mattia, devi calmarti», mi rimprovera mia madre, e prende Stefano dalle braccia di papà. «Un aereoporto vale l'altro. E poi questi affari -indica il tabellone degli arrivi- sono precisi. Se c'è scritto un minuto, è quello.»
Sbuffo ancora, ma più silenziosamente. Guardo mia sorella. «Credi che mamma e zia litigheranno?», domando, in un sussurro.
Lei fa spallucce. «Non lo so. Mamma è imprevedibile, quindi non so. Zia non penso abbia voglia di combattere, adesso», dice.
Una voce annuncia l'arrivo dell'aereo
Parigi-Roma. Mi alzo in piedi, seguito da Julia. Siamo entrambi sorridenti.I nostri genitori si mettono dietro di noi, e cercano di tranquillizzare Stefano, che si sta agitando. È come la sorella: odia le persone e il caos.
E poi la vedo, in lontananza. La zia Iris porta a fatica due borsoni e qualche valigia. Julia agita le braccia per farsi notare, e quando ci riesce, la zia corre verso di noi.
Sono felice come Stefanino a Natale. Mio padre si precipita a prenderle i bagagli, e la saluta con un abbraccio. Poi sparisce nel parcheggio dell'aeroporto. “Probabilmente si sente ancora a disagio, con lei accanto. Chissà se c'è ancora del tenero...”
Zia Iris, una volta libera da inutili pesi, corre ad abbracciarci. Ci stringe forte, per un tempo che sembra infinito. Mi è mancata tantissimo.
«Ommioddio», esclama, una volta sciolto l'abbraccio. «Siete troppo cresciuti! Mattia, sei bellissimo! E tu, Julia...non ho parole! La mia bambina è diventata donna!»
«Siete bellissimi», continua, e poi scoppia a piangere.
L'abbraccio. «No, ma', non devi piangere. Julia è emotiva, se crolli tu crolla anche lei», dico, e vedo mia madre arrigidirsi al ‘ma'’.
«Io?», sentenzia mia sorella. «Se c'è un emotivo qui, quello sei tu.»
Abbraccio anche lei. “Famiglia.”
«Non importa adesso», continua la zia. «Importa che siamo di nuovo qui, tutti insieme! Mi siete mancati così tanto!»
Mia madre tossisce, forse per richiamare l'attenzione di zia Iris. «Ciao. Ti vedo molto...cambiata», le dice, fredda.
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Fanfictiondal capitolo 19: «Lorenzo tiene davvero a te. Meritate di essere felici, tutti e due. E meritate di esserlo insieme.» #1 in Julia il 23/12/18 #1 in Favij il 12/09/2019 #24 in Teen Fiction il 24/08/2015 -Iniziata il 7/4/2015 -Finita il 2/2/2016 ...