Uno

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26 marzo 1469

La radura verdeggiante si componeva di una molteplicità vegetale e floreale che nella loro interezza e colorazioni dal chiaro allo scuro, sintetizzavano l'inizio della primavera; un'opera d'arte di uno degli artisti rinascimentali più fanosi del panorama italiano la dipingeva con tale maestria da sembrare catapultati al suo interno, tratti perfetti, tratti lineari,tratti privi di sfumature caratterizzavano il dipinto. I colori vivaci e delicati con le sue varie sfumature si adattavano allo scenario fatato di cui ero protagonista, odori di fiori variopinti come le alzalee dinnanzi la mia finestra e il venticello leggero che scuoteva leggermente i rami degli alberi con foglie verde scuro e meno erano coerenti con il soggetto rappresentato.


Villa de Medici,sin dal primo pomeriggio era avvolta da una tranquillità mai vista, solamente i domestici che terminate le loro attività consumavano sotto l'ombra del sole thè e biscottini chiacchierando del più e del meno; altri invece terminavano gli ultimi lavori per la dimora come portare le vettovaglie,le tazze in vetro,i piatti, il bucato né costituivano la minoranza e a maggior ragione non erano fonte di fastidio. Malgrado la piccola confusione al di fuori della casa,del tutto normale per un'abitazione di quelle dimensioni che comportava diversi doveri ugualmente divisi,la pace dopo il pranzo offriva rilassamento volto ad eliminare la noia perpuetante nella vita quotidiana. Volgendo lo sguardo verso l'alto nell'enorme distesa che andava sotto il nome di cielo, venni colta da un moto di stupore dinnanzi una tavola di uno degli artisti di una certa rilevanza; lo immaginavo seduto su una sedia guardando avanti verso l'orizzonte lussoreggante,ascoltando i rumori della natura come il canto degli uccellini, le farfalle,il ronzio delle api che si spostavano di fiore in fiore e il ruscello la cui acqua limpida percorreva la sua strada. L'artista era tutt'uno con la natura,difatti utilizzando la potente arma a sua completa disposizione l'ispirazione e la creatività non tardavano ad arrivare munendosi di questi due strumenti portentosi offriva agli occhi dell'osservatore inerme davanti tale bellezza uno spettacolo mai visto.


Ad ogni modo riflettei su un particolare oggetto di interesse, il dipinto appena realizzato non era uguale agli altri era un'eccezione che faceva la regola; possedeva unicità, originalità, diversità,voga artistica requisiti propri di un'opera d'arte di un certo spessore artistico-culturale. Un'artista di un certo calibro proveniente da una delle corti italiane ma cosa italiane europee aveva girato il mondo era palese, la caratteristica interessante era: munito di pazienza,impegno intuiti nella piena realizzazione del suo incarico svolto in maniera egregia faceva si che chiunque fosse il fautore del dipinto disponesse di talento a scorgere i particolari della natura mostratasi maestosa. Le pennellate soavi e attente, dipingevano un quadro che sia a destra sia a sinistra davano ampio spazio a delle piccole nuvolette bianche come la neve candida a contatto con i raggi solari; un'aroma confortevole, delicato si confacevano alla giornata di assoluta armonia appena creata:arte,natura e cielo uniti tra loro a formare un trio vincente impossibile da non rimanere ad ammirare.




Da spettatore osservando la tela era possibile farne un'attenta analisi degna di un critico puntiglioso in ciò che si trovava a porre giudizio, al centro era raffigurato un cielo azzurro candido e morbido come la lana asciugata e fresca di giornata; quest'ultima infondeva agli animi tenebrosi semplicità e ottimismo,porgendo una seconda occhiata alla e nuvole con la loro fugacità e voglia di allontanarsi da quel campo aperto si dividevano in tre sottotipi: alcune immobili nella loro posizione come colte sul fatto a compiere azioni inappropriate,altre si spostavano sull'asse assegnato senza invadere la traiettoria delle altre,altre di cui erano la maggioranza costituivano compattezza e unione come pronte a combattere una battaglia di fronte ad un nemico temibile che non avrebbe esitato a riportare una vittoria schiacciante. Ad interrompere quel bisogno di lottare, raggi solari di egual misura le squarciavano inondando il prato lussureggiante formato da fiori sfumati dal viola più chiaro al più scuro come primule,viole,margherite e tulipani che decoravano quel quadro arricchendolo di significato. A parer mio era di facile intuizione oltre a rappresentava la rinascita a seguito dell'inverno freddo,rigido e gelido, a sintetizzare le parole appena espresse una frase può farmi comodo e utilizzo in qualsiasi contesto spiacevole o piacevole che sia: la quiete dopo la tempesta.




Il bacio della marchesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora