Il gazebo si stagliava maestoso e costituiva un netto contrasto con la natura rigogliosa dove i fiori ne componevano una cornice al dir poco stupenda; assumeva le connotazioni di un monumento artistico di rilevanza internazionale in grado di coprire un vasto territorio oltre Firenze,chissà come Lucrezia lo aveva imbandito a festa di solito era la padrona di casa che si occupava dell'assetto della dimora dal punto di vista di veneti e quant'altro. Non conoscendola potevo giungere solamente ad intuizioni superflue ovvero la prevalenza di colori tenui adatti alla primavera, l'ordine minuzioso sempre per il discorso precedente difatti osservandola pareva una di quelle persone che ci tenesse particolarmente e in aggiunta fosse puntigliosa in materia. Queste considerazioni erano infondate e si contrapponevano al fatto che forse, alla fin fine potevo avere ragione. Il vento smuoveva i miei capelli in maniera leggiadra come una farfalla che si poggiava su un fiore, vagai da un lato e l'altro del giardino dove la compagnia era impegnata in una conversazione che stava andando avanti per non so quanto tempo intanto Bianca accanto a me e Giuliano che non faceva altro usare la tecnica del vedo non vedo mentre Arturo dissolto nel nulla e la mia famiglia intenta a parlare animatamente, si erano creati in questa prima parte di giornata i presupposti di quella che si potrebbe definire tempo morto in cui ognuno non sapendo cosa fare e a che piani attingere formulava strategie al fine di fare trascorrere quei minuti noiosi. Per ovviare al problema vi erano due opzioni, aspettare fino alla fine della giornata prima che qualcuno trovasse una agognata soluzione oppure agire tempestivamente senza aspettare niente e nessuno. Optai per la seconda e colsi l'occasione che immediatamente si era palesata come un fulmine a ciel sereno, nel frattempo che ero concentrata ad guardare ammirata la residenza Ardinghelli con la mia fervente compagnia Lorenzo e la sua amata Clarice si erano avvicinati mano nella mano e dio solo quando questo costituiva una mesta contrapposizione da un lato fastidio e gelosia dall'altro lato della medaglia felicità e contetezza per lei al fine di poter diventare amiche, parenti e tutto ciò che ruotava intorno a questo meraviglioso sentimento. Stavano conversando gettando un po' l'occhio all'arte pura, un po' alla natura e la sua bellezza si uniformava a tutto ciò che aveva come se fosse la protagonista una principessa ecco il termine giusto il tutto accompagnato da sguardi d'amore e affetto reciproco. Suppergiunta ritornando al discorso ella noia non era mia intenzione rovinare l'atmosfera, però davvero nel vero senso della parola avevo l'esigenza di parlare con qualcuno per il solo gusto di scambiare qualche frase di senso compiuto. Abbandonai vergogna, timidezza e mi avvicinai a pochi passi dalla coppietta che si davano a vicenda effusioni amorose; le mani trasudavano sudore freddo ed erano bagnante come se le avessi immerse nell'acqua ghiacciata, disponevano di una buona dose di agitazione che sgorgava a destra e a manca nel mio animo però nonostante ciò avanzai speditamente mentre le guance si tingevano dello stesso colore dei pomodori forse a occhio critico di qualche gradazione più forte. Cominciarono a venirmi seri dubbi su cui che stavo compiendo in quel frangente, del tipo che Clarice non gradisse la mia presenza, che sapeva tutto il misfatto perché ci aveva beccati me e Lorenzo in un bacio apposionato e non voglio neppure specificare cosa facemmo quel giorno, poteva riempirmi di schiaffi, umiliarmi oppure trasudare vendetta facendo finta di nulla e colpirmi quando le faceva più comodo. Mi ritrovai dinnanzi a loro con questa moltitudine di problemi per la testa senza riuscire ad eliminarli completamente, torcevo le mani quasi spezzarle in mille pezzi e sebbene volessi fuggire oramai non potevo farlo dovevo affrontarli gli ostacoli non scappare ecco come la determinazione mi rimbeccava seduta stante. Le parole dapprima intrappolate vennero fuori con disinvoltura, cercai di dimostrare quanta più sicurezza possibile formulando un periodo di senso compiuto.
'Lorenzo hai avuto buon gusto a portarci qui'
Dissi indicando la dimora guardandolo con occhi che non seppi spiegare e cogliendolo di sorpresa data dalla sua reazione, nel frattempo la giovane Orsini mi fulminava o per meglio dire credevo che lo facesse quando in realtà mi stava semplicemente guardando in maniera imbarazzata lo si notava. La prima ipotesi era giusto ed in secondo luogo avrei fatto di tutto per metterla al suo agio dovevo prima finire con Lorenzo.
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Il bacio della marchesa
ChickLitSaga 'nel nome dei medici' libro primo La marchesa Carolina De Medici giunge con la sua famiglia a Firenze, sono ospiti del signorotto e mecenate della città nonché suo cugino Lorenzo de medici. A seguito di un salvataggio a soli 5 anni ne è innamor...