Sinceramente se dovessi dare un voto alla giornata di ieri potrei attribuire un otto, la spiegazione era molto semplice di facile comprensione se non fosse stato per Ardinghelli la votazione sarebbe stata il massimo; ahimè il magico potere di tornare indietro nel tempo, non era di mia appartenza di conseguenza accettare la realtà sebbene quest'ultima di consistenza cruda era la scelta migliore. Ad ogni modo tralasciando questo inconveniente che aveva destato in me un numero maggiore di turbamenti causando l'ira funesta di Emiliano che non avrebbe esitato a sferrargli un pugno in pieno viso, se non fosse stato per Giuliano intervenuto tempestivamente la giornata proseguì esattamente dove si era interrotta. Precisamente una volta tornati a seguito del salvataggio delle palline immerse sino all'osso nel fango maleodorante, l'una rosa l'altra rossa, assumemmo la stessa colorazione della sostanza a terra divenendo un tutt'uno; fortunatamente ricevemmo abbracci e alcun tipo di rimprovero,anche perché si erano preoccupati tantissimo ad eccezione di Sveva come se si stesse trattenendo dimostrando assenza di dimostrazioni affettuose. Le parole di mia zia rieccheggiavano nella mente confermando il fatto del tempo e della risoluzione delle ferite, così come Lylia allo stesso modo normalizzava questo genere di accadimento sostenendo che era comune litigare con le proprie sorelle e tutto ciò che ne era collegato. Compresi che era sinonimo di fratellanza, nel senso di non poter andare d'accordo era sempre presente qualcosa che avrebbe potuto scatenre un litigio; però c'era un però sebbene avessero ragione, stavo comunque malissimo non per l'abbraccio bensì per il nostro legame sfaldato e pregavo ogni singolo giorno che quest'ultimo si potesse ricucire. Vogliamo parlare di Clarice Orsini e di Lucrezia Donati, la primavera e l'inverno uniti in un'unica cerchia non potevo immaginare di trovarle lì che mi guardavano con occhiate del genere: la prima era gentile ma la seconda non lo era così tanto. Suscitavano in me timore,come se volessero farmela pagare seduta stante per il delitto commesso e stessero escogitando un piano per metterlo in atto; ovviamente le solite paranoie seppur la cara Madonna Ardinghelli non avrebbe aspettato alcunché, decisi di eliminare questo pensiero al fine di vivere serenamente il giorno di sole. Suppergiunta continuammo a giocare, divertirci e ridere per l'intero pomeriggio porgendo attenzione a tirare colpi con una forza minore rispetto alla precedenza al solo scopo di non addentrarci al giardino interno; il caldo si faceva sentire e il sudore percorreva la colonna vertebrale da su a giù, per poi penetrare nelle insenature come fosse in esplorazione nell'ignoto. Muovendomi a fatica cercavo di fare del mio meglio, soprattutto quando facendosi ora tarda l'intera compagnia decise di dirigersi nella dimora dolce dimora più precisamente palazzo Medici, scambiati i convenevoli ci accomiatammo in procinto di compiere il viaggio verso la nostra residenza. Come si suol dire il clima nella carrozza era uguale a quello della partenza, gelido, freddo nessuno osava parlare o fare battute di alcun genere Arturo non era presente mentre Sveva guardava oltre quasi fosse invisibile ed estraniata in un mondo tutto suo. Una volta arrivati eravamo distrutti il sole era tramontato, lo stomaco accennava piccoli brontolii di avvertimento non perché avesse fame bensì il motivo fu la voglia di una bella pesca succosa che non esitai oltre a chiedere alla servitù; rinchiusi ognuno nella proprie stanze vinti dal sonno e da Morfeo che ci intimava di congiungerci alle sue braccia, a seguito del pasto mi abbandonai ad un sonno ristoratore fino alla mattina seguente finché le mie orecchie udirono un fortissimo trambusto preceduto da alcune voci come fossero una preparazione a qualcosa di molto più grande di quel che sembrava: la giornata era iniziata, ero fortunata, ero felice e sapevo a menadito di chi si trattasse.
Improvvisamente la finestra venne aperta porgendo la dovuta attenzione a non romperla in mille pezzi, le tende scostate al fine di dare luce alla stanza costituendo un trapasso dal torpore della notte alla giornata soleggiata che conferiva calore e relativa calma, infine a completare il fantasmagorico scenario il venticello di prima mattina che si insinuava tra gli anfratti della pelle scoperta dalle coperte a mo' scudo se proprio vogliamo dirla tutta il finale di questa impresa era dovuto ad un'altra meravigliosa rinfrescata che si verificò in meno di un secondo. Ebbene ero scoperta,privata della protezione del lenzuolo e di tutto quel che poteva essere chiamato degno di adempiere a quel ruolo tanto difficile tanto complesso nel suo insieme; rabbrividivo, avevo l'esigenza di tornare nel mondo dei sogni seppur questo presupposto non potevo metterlo più in atto in primis perché la mia camera era affollata malgrado si trattassero di poche persone ed in secondis perché oramai ero bella che svegliata e non c'era più niente da fare. Che senso aveva aprire gli occhi, se con me non avevo Sveva! Un senso non c'era,ma al diavolo queste inutili paranoie mia zia e Lylia avevano ragione quindi dovevo sbrigarmi perché altrimenti avrei subito un solletico di prima mattina e partivo in netto svantaggio. Immediatamente venni ridestata dal torpore, in cuor mio ero pronta a cominciare la bellissima giornata di primavera con loro era tutto possibile già sapevo chi erano ovviamente il simpaticone di Giuliano visita l'assenza di Lorenzo impegnato con la sua futura consorte Clarice Orsini, Arturo assente anch'esso così come Sveva se l'avesse visto sarebbe andata su tutte le furie e mi avrebbe eliminato in maniera definitiva dalla sua vita come se ora non l'avesse fatto. Emiliano il mio fratellino amorevole,protettivo a cui voglio un bene infinito ed infine Bianca la mia cuginetta confidente, amica a cui racconto ogni mia paura così come alla mia sorellina; ed ecco il magone che si affacciava rapido a dare il suo contributo alla ricerca ostentata di un chiarimento, lo scacciai subito mantenendo l'ottimismo e tenendo fede a quelle semplici parole: il tempo avrebbe guarito ogni ferita, era complicato, di difficile impresa però io c'è l'avrei fatta mi sarei impegnata al massimo per adempiere a quel dovere arduo non ero sola e questo era l'importante; l'appiglio a cui mi sarei aggrappata erano loro i pezzi della mia vita, il resto era pura e semplice noia.
'Buongiorno principessa vedo che vi siete svegliata!'
Il primo a cominciare quelle che si potrebbero definire danze fu Giuliano, aprì la prima anta delle finestre non prima di aver scostato accuratamente le coperte che mi ricoprivano dalla testa ai piedi. Ad ogni modo avvertivo l'aria fredda intriseca di un profumo floreale proveniente da fuori, dove la vita fiorentina stava prendendo pieno ritmo. Ancora e ancora costringevo i miei occhi a rimanere chiusi, al fine di scacciare quel sogni molto realistico a quanto pare furono vani i tentqtivi il motivo: se non mi fossi svegliata del tutto, il solletico sarebbe stato inevitabile.

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Il bacio della marchesa
ЧиклитSaga 'nel nome dei medici' libro primo La marchesa Carolina De Medici giunge con la sua famiglia a Firenze, sono ospiti del signorotto e mecenate della città nonché suo cugino Lorenzo de medici. A seguito di un salvataggio a soli 5 anni ne è innamor...