Sette

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Il rosso era il colore dominante all'interno della stanza di Bianca, il tendaggio con piccole rifiniture dorate, le coperte ed una collana di rubini che brillava al sole; ogni oggetto era al suo posto, possedeva un preciso ordine e una sistemazione minuziosa. Constai in quel istante del tratto in comune che avevamo, una mania nell'avere tutto al proprio posto; un piccolo quadretto rappresentante un paesaggio, era agiato sulla parete dinnanzi il suo letto a baldacchino.










Vibrazioni positive invasero il mio animo alla sua vista, all'attenzione al dettaglio ne rimasi stupefatta e meravigliata per come era stato realizzato; nella tela dai colori brillanti con varie sfumature dal chiaro al scuro, una distesa erbosa con una moltitudine di fiori si stagliava in maniera placida nel piccolo dipinto. Fiori di ogni genere possibile ed immaginabile, riconobbi piccole margherite, viole, primule mentre altri non erano di mia conoscenza. Nella parte superiore un cielo costeggiato da nuvolette bianche, non sancivano l'inizio di un temporale bensì erano semplicemente poste sulla distesa azzurra per dare maggiore dinamicità. Di conseguenza non farlo apparire piatto, al lato un piccolo alberello verde i cui rami erano mossi dal vento a completare la composizione armoniosa le farfalle che si muovevano con leggiadria. Il tutto era realizzato in maniera talmente semplice ma originale allo stesso che potevo odorarne il profumo che emettevano.









I miei occhi vagavano da un particolare all'altro, esaminandone i dettagli dipinti con precisione e con una nota di puntigliosità tanto da rimanere fortemente ammaliata. Vagando con lo sguardo notai che la finestra era semi aperta, difatti le tende si muovevano in avanti seguendo la sua  precisa andatura. Rammentando il pranzo, Bianca era agitata non tanto quando stavamo passeggiando il salone più che altro dopo; ci sedemmo nostro posto, avevo di fronte mia cugina che non la smetteva di guardare Emiliano e i suoi movimenti. In seguito sua madre, volgendo l'attenzione dove erano sedute so torceva le mani, cambiava posizione, si attorcigliava un ciuffo di capelli sul dito come se volesse arriciarli con quel semplice tocco. Decisi di non darci alcun peso, era solamente nervosa e non voleva che nessuno la disturbasse anche se mi concentrai sul Lorenzo e sul modo in cui dovevo dirgli ciò che provavo il problema permaneva. Rivolgendo nuovamente l'attenzione a Bianca, un nuovo sintomo di non tranquillità si aggiunse ai precedenti:mangiava con molta flemma.










Volevo aiutarla sapere cosa affliggesse il suo animo, dopotutto si fidava di me capire cosa avesse era uno dei compiti che avrebbe occupato quella giornata. Rigirai la forchetta tra le dita quando, sia la mia sia la sua occhiata si incrociarono e non riuscirono a scrollarsi; mi guardò intensamente, quando prese la decisione di alzarsi in piedi e di chiedere se poteva parlarmi per fortuna avevo finito di consumare il pranzo. Mi alzai senza emettere suoni e in assoluto silenzio, ci dirigemmo nella sua camera senza emettere alcun sibilo; era visibilmente preoccupata, si vedeva da un miglio che aveva qualcosa da dirmi ed io ero pronta ad ascoltarla qualunque cosa fosse successa. Bianca a quel punto chiuse la porta non prima, di vedere se a destra o sinistra ci fosse qualcuno che potesse essere una spia e da portavoce riferire la chiacchierata a sua madre. Aspettai in piedi impaziente, volevo aiutarla e starle vicino dandole conforto in quel momento di difficoltà. Mi raggiunse e mi indicó con un rapido gesto di accomodarmi sul letto, ora come ora eravamo faccia a faccia:' su bee sputa il rospo' pensai, ovviamente una voce contraria di darle tempo impedì di fare sciocchezze emettendo frasi a sproposito. Ad ogni modo fu proprio Bianca a prevedermi, evitando brutte figure ad iniziare a parlare.


-Liny devo parlarti. Disse stropicciando i lembi del vestito, per poi torcere le mani; l'agitazione era parte del suo essere lo si  vedeva nei suoi movimenti, purtroppo non avevo strumenti necessari per comprendere la gravità della situazione. Solamente un timore che era impossibile da scacciare, se le fosse accaduto qualcosa non volevo né immaginare né pensare a quel eventualità.

Il bacio della marchesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora