La mattina come si suol dire aveva l'oro in bocca, proverbio che ogni mio familiare sia per parte materna sia per parte paterna era solito ripetere quotidianamente o per il semplice gusto di farlo o per questioni riguardanti gli affari da portare avanti; quella pura essenza di vita doveva essere necessariamente preservato dalla pigrizia che alle volte si manifestava, non facendo alzare dal letto e quindi di conseguenza non far riprendere dal torpore della notte il povero malcapitato.
Dipendeva da persona a persona, alle volte si decideva che quest'ultima dovesse avere il sopravvento per sfuggire dallo stress delle giornate, le altre invece una forte ondata di produttività dominava sulle altre emozioni; in particolare ci si svegliava con voglia di fare il più possibile e non perdere tempo prezioso, solitamente scostando le pieghe del letto mi dirigevo in biblioteca in silenzio evitando di essere vista non solo dalla servitù bensì dalla mia famiglia. Il fine era ammirare l'enorme quantità di libri che la sovrastavano. Inoltre mi dirigevo in quel punto con un vestito appropriato, siccome non era tra le mie attività preferite andare in giro con la vestaglia. Se ad esempio non avevo la benché minima intenzione di alzarmi dal letto, rimanevo in camera mia e la sistemavo con tutto ciò che ne concorreva; quel giorno attuai il presupposto di non muovermi dalla mia stanza e dedicare l'intera mattinata alla lettura e magari a scribacchiare qualcosa ovviamente dopo una sana e piacevole colazione.
Sistemai accuratamente le coperte facendo arieggiare la stanza ed immediatamente, senza alcun preavviso che poteva annunciare il pensiero imminente quest'ultimo ritornó al pomeriggio precedente. Come se fossi spettatrice di uno spettacolo teatrale la scena cominciò pian piano a palesarsi e le immagini divennero più vivide tanto da riconoscerne i contorni; Giuliano si era seduto sulla spiaggia scherzando come era il suo solito tipico del suo carattere, ma stranamente senza rifletterci due volte provai una strana sensazione una sintonia mai vista. Lo avevo sempre concepito come un cugino, il mio preferito uno dei miei preferiti che aveva sempre la risata pronta e utilizzava fare battute che non avrebbero fatto ridere neppure una formica.
Ad ogni modo fissando il mare chicchierammo e tornammo al palazzo non menzionando Sveva, in riferimento a ciò la tristezza incombeva l'avevo persa per sempre anche se non poteva considerarsi tale come sosteneva zia Marilena: tra sorelle era del tutto normale avere qualche discrepanza, ma questo non contribuì a tirarmi su il morale. Niente era perduto dopotutto! Avevamo ancora un legame che ci univa e che nessuno avrebbe mai spezzato, però le sue frasi facevano male provocando un dolore che mi arrivava al petto attanagliando il mio povero cuore; cercai di nascondere il mio turbamento e Giuliano con il suo modo di fare provò a farmi ridere riaccendendo in me una forte voglia di andare avanti e chiarire una volta per tutte con la mia sorellina Sveva.
Al tal proposito al fine di passare al meglio il tempo nella stanza, decisi di cimentarmi nella lettura di un romanzo nella libreria non di quelli presi alla biblioteca del palazzo bensì qualche libro portato da casa; ripensando al passato non avevo fame, lo stomaco mi si era chiuso un po' per la situazione spiacevole che a dirla tutta non aveva nulla di poco piacevole perchè era una semplice litigata, un po' per il motivo della ricca abbuffata a cena con un piatto cucinato ovviamente con l'aiuto della servitù del caro zio nonché marito di una delle sorelle di una madre. Di punto in bianco si alzò dalla scrivano dove stava discutendo animatamente o per meglio dire proporre delle idee coerenti con il fenomeno del mecenatismo in compagnia dell'intera famiglia, un lampo di genio balenò nella sua mente e con un balzo spostò la sedia di lato; una specie di discorso che a dirla tutta ripensandoci faceva riemergere le risate provocandone altre ancora più fragorose delle precedenti, insomma propose la sua specialità e una volta che i commensali dopo essersi scambiati uno sguardo di consenso, si diresse nella cucina accompagnato da una frase finale ' stasera cucino io e le vostre papille gustative gioiranno'.
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Il bacio della marchesa
ChickLitSaga 'nel nome dei medici' libro primo La marchesa Carolina De Medici giunge con la sua famiglia a Firenze, sono ospiti del signorotto e mecenate della città nonché suo cugino Lorenzo de medici. A seguito di un salvataggio a soli 5 anni ne è innamor...