Due

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Lingue di fuoco con tonalità rosso accesso e arancione, completate da diverse sfumature da più chiaro al più scuro si disponevano nell'immensa distesa azzurra primaverile disseminate da nuvolette di differente forma e misura; i miei occhi castano scuro riflettevano la luce di quel fenomeno che con la sua luminescenza e meravigliositá dipingeva  l'orrizzonte, la cui linea retta era invasa da quei colori variopinti. Ero sia  inerme dinnanzi alla forza della natura e ciò che andava sotto il nome di tramonto, il quale ardeva come all'interno di un camino difatti non  rimaneva  chiuso nel suo cunicolo stretto e maleodorante ma sprigionava la sua potenza attraverso  i suoi raggi; sia ammaliata da tale magnificenza per il modo le sfumature rosate e rossastre erano realizzate nell'opera d'arte dipinta da un'artista famoso,dove essendo l'unica spettatrice mi ritrovavo in primo iano in piena contemplazione dinanzi una bellezza con la capacità di  travolgere anche gli animi più restí.

Il quadro d'artista a cui assistevo seduta sul prato ricolmo di margherite, primule e viole che annunciavano l'inizio della  stagione primaverile, non era terminato e non si esauriva solamente a ciò che avevo davanti ai miei occhi; la luce era forte nella sua azione di pitturare il paesaggio, non era accecante bensì permetteva di vederla indisturbati senza gli occhi lacrimanti se fosse stata più forte. Continuava il capolavoro dispiegandosi con due enormi ali per la collina e la invadeva con potenza, eleganza come se con le sue braccia volesse accogliere chi era triste nell'animo; i raggi giallastri a loro volta ,donavano pace e tranquillità al mio animo segnando la fine di una  giornata felice e l'inizio di una nuova ancora più bella della precedente.

Ripensandoci se qualche artista sarebbe giunto nella nostra Villa si sarebbe sicuramente cimentati nel dipingere un capolavoro che avesse come tema il tramonto; un'idea all'utente e che mio padre aveva accolto con stupore appena mia madre come se volesse leggermi nel pensiero la propose un gelido autunno settembrino. Da quel giorno ne erano arrivati tanti da ogni parte dell'Italia,oltre a dipingere il paesaggio si impegnavano appena arriavva l'ora tanto attesa a disegnare sulla tela ovviamente con bozzetti su carta prima di passare al vero e proprio quadro; assunsi  difatti l'abitudine di sedermi accanto a qui visitatori accanto alla vista di tale evento,allo scopo di vedere come procedevano i lavori e costantemente si aggiungevano Emiliano e Sveva.

Pennellate attente e minuziose si distribuivano al di sopra della tela volta a diventare un capolavoro che se avesse avuto successo poteva divenire dell'intera umanità,chi poteva dirlo ne ero sicura certo però credevo che uno sguardo esperto non avrebbe guastato affatto anzi avrebbe portato miglioramenti all'artista sul su stile. Erano presenti due tipi: in primo luogo chi accettava la critica costruttiva in secondo luogo chi la rifiutava esponendo le proprie motivazioni imponendo che quello era il suo stile e quello rimaneva non vi erano scusanti in grado di modificarlo; se potevo avanzare un'ipotesi a mio avviso doveva esserci una via di mezzo, ovviamente dipendeva come si esponeva l'opinione in merito, accettare il consiglio e fare a modo proprio era la chiave per il successo dove nessuno poteva dire cosa era gusto o sbagliato era l'artista che doveva sbattere la testa da qualche parte e capire l'errore o il giusto.

Rimanendo su quel pensiero le giornate a Villa de Medici erano rilassanti quasi non si sentiva il peso della banca e i doveri connessi, nostro padre e i suoi consiglieri se ne occupavano mentre nostra madre di altro come accogliere i pittori che arrivano da molto lontano; la quotidianità della dimora consisteva nell'assistere sia alla realizzazione del capolavoro di un particolare pregio artistico sia allo scambio di chiacchere che ne concernavano, in aggiunta in silenzio noi tre seduti sulle sedie con cuscini morbidi guardavamo interessanti e stupefatti per come riuscivano a fare valere il loro modo di pensare.

Ammirai in piena contemplazione lo spettacolo luminoso fin quando sporgendo lo sguardo più in là in punto ben preciso, Emiliano e sveva raccoglievano fiori di campo allo scopo di donarli a nostra madre come regalo affettuoso lì avrebbe accettati ricambiando con il suo amore; mi avrebbero chiamata vedendomi sola e seduta ad ammirare il cielo, anche se un pensiero mi fece riflettere se non lo avevano fatto fin'ora perché farlo proprio ora che erano così concentrati nello scegliere la composizione più adatta e con il mio intervento  distruggere l'impresa iniziata qualche minuto fa? Un'altra vocina che cominciò a riecheggiare dapprima flebile ed in seguito divenne udibile, sostenne: ' sono i tuoi fratelli cosa hai da temere, ti vogliono bene parl di legame e poi hai paura di una sgridata solamente per uno sbaglio, non è da loro'. A quel punto mi ricomposi elebaorando un piano ben studiato in mente, se avessero voluto la mia presenza sarei andata dopo qualche minuto volevo ancora rimanere in totale rilassamento seduta sull'erba fresca. Quel che si rivelò una supposizione ben presto come un desiderio espresso ben realizzato in men che non si dica avevo pensato e ripensato ad una reazione se fossi andata di mia spontanea volontà ed ora era successo ciò che aveva creduto essere una mina vagante nella mia testa.

Il bacio della marchesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora