Otto

6 1 0
                                    

'Scende la rugiada la mattina, fresca e pulita bagna l'erba' pian piano mi incamminai con passi decisi verso la meta tanto ambita che andava sono il nome di Palazzo Medici; rammentai il piccolo periodo formato da soggetto, complementi e avverbi che scrissi parecchio tempo prima all'età di tredici anni. Una poesia delicata, semplice con un gran significato al suo interno, si poteva intuire la bellezza e il candore del fenomeno atmosferico che con le sue goccioline brillanti ai raggi solari impregnavano il manto erboso in maniera soave; a completare l'opera un venticello leggero scuoteva gli alberi da frutto posti ai lati del paesaggio verdeggiante e il vestito che indossavo, la molteplicità di specie viventi pululava un habitat al dir poco magnifico simile ad un quadro d'artista.

Attraverso i piccoli particolari che come una maschera celavano un mondo all'interno, gettavano le basi per un capolavoro su cui l'umanità poteva soffermarsi a lungo ed essere esposto nel duomo in modo tale da attirare l'attenzione e aumentare il mecenatismo tanto bramato da zio Piero de Medici. Ritornando al componimento  poetico le vibrazioni positive erano parte del mio animo, per lungo tempo avevo pensato di continuarlo e dargli una forma ben precisa cercando di occupare una bella paginetta; nonostante provai e riprovai i risultati furono vani e non soddisfavano le mie aspettive, ogni foglio divenne ben presto carta straccia ricche di espressioni che si susseguivano una dopo l'altra. Seguivano un ritmo a sé stante, sebbene tentai,come si suol dire tentare non nuoce prendendo alla lettera il detto, a continuare il breve poema fallì miseramente e alla fin fine lo lasciai così come lo avevo iniziato.

Da un lato ero delusa per non essere riuscita nel mio intento di adempiere a quel semplice compito dettato dalla mia mente che aveva necessità di creare qualcosa, dall'altro soddisfatta per aver descritto un fenomeno semplice ricco di aggettivi veritieri. In un certo senso era pur vero che la leggerezza della ruggiada, si disponeva ordinatamente nel prato bagnadolo di goccioline che brillavano al sole della mattina; i due sentimento lottavano tra loro in due fazioni opposte con le loro precise motivazioni, alla fin fine giunsi a quella conclusione definitiva. Un'altra alternativa al dipinto di gran lunga meravigliosa tanto quanto il venticello, si trattava della natura in ciascun aspetto e forma  che dimostrava la sua rinascita attraverso i numerosi fiorellini che si disponevano sul prato alternati dalle spighe di grano simile a gioielli di un inestimabile valore. La sinfonia musicale guidata dal più abile dei direttori d'orchestra faceva dava inizio ad un movimentonel quale il ritmo incalzante erail protagonista,  chiudendo gli occhi era possibile sia intuire la composizione che poteva dar vita ad un quadro d'artista con la sua bellezza tale da mozzare il fiato sia la maniera in cui si mostrava dinnanzi a me inerme.








Compì passi che non avevo alcuna intenzione di contare, forse era dieci, forse venti o addirittura cento o mille questo non fu tra le mie priorità soppiantato dal rilassamento totale in grado di sbrigliare i nervi arrovellati in un groviglio insepugnabile continuai per la mia strada schicciando il prato a ciascuna camminata compiuta. La promenade proseguiva senza alcuna interruzione, formulai un pensiero che trovai coerente con il contesto natura in cui ero immersa:  tutti quei fenomeni insieme dal vento,al sole, sino a giungere alle farfalle colorate che da un fiore alllatro svolazzavano con leggiadria come una coreografia di danza classica ed infine l'acqua fonte di vita, dov'è c'era essa era presente la vita vera e propria, limpida compiva piccoli saltelli da formare una cascata  notai che si mostravano senza alcuna paura, non sapevano niente di quel che stava succedendo e della tempesta interiore nel mio animo.


Constatai qualche minuto dopo, sempre in riferimento a ciò a cui osservavo, un pensiero: qualunque tipo di accadimemto che poteva sconvolgere animi,provocando sconvolgimenti madre natura avrebbe continuato a risplendere con una tale forza da distruggere la malinconia. Rammentai l'episodio del dopo pranzo, per quanto il paesaggio lussoreggante fosse dotato di una meravigliositá dipinta con pennellate calme e soavi, colpendomi nella mente; il suono del ruscello gradualmente si allontanava dalle mie orecchie, roprio quanto pensai di essere libera, la mia mente ma in particolar modo l'animo vennero invase dal senso di colpa divenne presente come una lama infilzava il mio cuore rompendolo in mille pezzi.

Il bacio della marchesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora