Capitolo 26

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< Pan ha detto di aprire il portale, perciò muoviamoci > comanda uno dei bimbi sperduti, euforico come ogni volta che una persona attraversa il portale dell'autoproclamato sovrano dell'isola che non c'è.
Gli altri bimbi sperduti eseguono gli ordini ricevuti e stabilizzano il mezzo di arrivo per il nuovo essere meschino del grande ed elaborato gioco di Pan. Dopo qualche minuto dal portale compare una figura alta, con i capelli neri e bianchi, una pelliccia dall'aria molto costosa, un modo di camminare stravagante e sicuro di sé.
< Finalmente si va in scena > annuncia seguita da una risata sinistra.

< Preferisco andare a scuola e fare tre verifiche in un giorno piuttosto che creare un'altra mia sosia fuori di testa > sbraita Alice, anche se ora è tutto finito e dovrebbe essere tranquilla.
< È tutto a posto ora, stai tranquilla > cerca di tirarla su Olivia.
< Cosa ci fai tu qui? > domanda il fratello con le braccia incrociate al petto con tono da sentenza. A quanto pare non è molto felice dell'improvvisata della sorellina senza il suo permesso. In realtà è infastidito dal fatto che potrebbe essersi lasciata scappare qualche informazione di troppo dato che ora si affeziona molto facilmente alle persone.
La minore sbuffa sonoramente:< Ho solo informato la nostra Alice della sua sosia dal comportamento bizzarro > spiega la sua ragione.
< La mia Alice e comunque non ce n'era bisogno > risponde in modo sgarbato il ragazzo.
< Certo, così a quest'ora avremmo ancora una sosia pazza e sclerata a piede libero che potrebbe fare solo Dio sa cosa > si intromette Alice infastidita:< E non dire "mia Alice", sono ancora arrabbiata con te > incrocia le braccia al petto anche lei.
< Chi ti ha chiesto niente? Non intrometterti nei discorsi degli adulti > la guarda con uno sguardo di fuoco.
Possibile che sia così arrabbiato solo perché ha detto la sua e ha preso le difese della sua nuova amica? No, è per il fatto che ha detto di non dire "mia", sarebbe più plausibile.
< Ti detesto > gli tira uno schiaffo e corre via la piccola bionda infuriata, con un groppo in gola. Deve aver qualcosa che non va, pensa mentre si allontana, non è normale sentirsi tristi solo perché lui ha risposto così, lei lo odia, non può essere triste, dovrebbe essere solo arrabbiata. Non se lo spiega. Sono una cosa davvero misteriosa le emozioni.
< Ma sei per caso scemo? Il criceto che hai dentro quella testa bacata sta girando nel senso contrario? > domanda seria Liv al fratello maggiore:< Trattare così l'unica persona che potrebbe provare qualcosa per te non mi sembra da intelligentoni >
< Sta zitta Liv, come la tratto sono affari miei, piuttosto spero che tu non le abbia detto niente > fa diventare i suoi occhi neri come la pece come monito. La sua pazienza si sta esaurendo.
< Anche se avrei tanto voluto no, non le ho detto neanche una parola, niente sul perché puoi prenderle il cuore, niente sulla figura incappucciata, niente sulla sua vera natura o sul perché non può uccidere > risponde estenuata lei.
< Sarà meglio per te che continui così, sai bene che è meglio non farmi arrabbiare >
< Lo stesso vale per me, idiota, e ora vedi di andare a scusarti, prima che io ti pigli a calci >
La vecchia Olivia non era stata rimpiazzata da una più amorevole e docile, al contrario, è sempre rimasta la stessa, solo più educata.
Dopo questa bella chiacchierata in famiglia Peter inizia ad inseguire la piccola Alice, che ancora si intravede, ora sta attraversando la strada, ma la sua corsa viene interrotta da una Panther de Ville nera molto famigliare nel mondo delle fiabe.

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