Capitolo 11

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Pan rimane immobile sul posto dove l'ha lasciato Alice per qualche secondo. Come può una ragazzina che non ha nemmeno un anno di vita permettersi di trattarlo così? Non aveva senso. Il ragazzo iniziava ad irritarsi. Nessuno poteva dargli ordini o ultimatum, nessuno, nemmeno la ragazza più importante della sua vita.
Come una furia entra nella classe di Alice e senza curarsi dell'insegnante che lo richiama e degli sguardi stupiti degli alunni va verso la ragazza e appoggia le mani sul suo banco.
< Hai finalmente ammesso le tue emozioni? > domanda Alice senza alzare lo sguardo verso il ragazzo, ma continuando a scrivere chissà cosa.
< Con quale autorità mi tratti così, sentiamo? > Pan stava perdendo la pazienza, si poteva sentire l'odore della sua rabbia a momenti, o almeno ad Alice sembrava così.
< Con l'autorità di chi vuole capirci qualcosa >
< Sono io il più forte quindi non puoi trattarmi così. Sono io che manovro i fili non tu >
A questo punto anche la ragazza si alza e incrocia il suo sguardo.
< Ah guarda di questo non transigo, ma vedi non sono una dei tuoi burattini, non ti obbedisco per niente, perciò ammetti ciò che senti e non comportarti da scemo bastardo > sbraita lei.
< Io non ammetto niente perché non c'è niente da ammettere, chiaro? >
< Va bene, allora sai una cosa? Io me ne vado. Oggi e tu non riuscirai a fermarmi >
Alice raccatta le sue cose e si avvia verso l'uscita.
< Dove stai andando? > le domanda Pan.
< Cosa te ne importa, tanto non tieni a me giusto? Chi lo sa magari sto andando a suicidarmi > detto ciò sbatte la porta dietro di lei.
Pan non si da per vinto e si materializza davanti alla ragazza.
< Non fare sciocchezze, non provarci nemmeno > le ordina lui.
< Spostati, non voglio più vederti, lasciami andare > cerca di andarsene ma lui la prende per i fianchi e la tiene ferma:< Ho detto lasciami >
< No >
< Cos'hai che non va, me lo spieghi? Che problemi hai? > chiede Alice isterica.
< Sei tu il mio problema maledizione. Mi fai letteralmente impazzire > butta fuori tutto d'un colpo. Alice rimane senza parole.
< Sei così diversa dagli altri, anche quando mi tratti così male una parte di me non vuole ucciderti, anche se minuscola e non ci riesco. Sei una droga, non riesco più a starti lontana. Fosse per me ti terrei rinchiusa da qualche parte lontana da tutti > continua lui.
Lei lo fissa negli occhi che stanno diventando di un verde intenso e basta. Finalmente sta ammettendo che prova qualcosa per lei.
< Adesso ti prego di qualcosa > La supplica Pan.
< Era tanto difficile ammettere una cosa simile? > domanda lei.
< Sì, e molto anche dato che non ho mai tenuto a nessuno. È un duro colpo per il mio ego >
< Immagino >
< Allora vai ancora via? >
< No tranquillo, era solo un modo per farti sputare fuori la verità > Alice fa un sorriso da innocentina.
< Sei una volpe allora. Non pensavo avessi così tanto cervello >
< Così mi offendi, anzi offendi il mio orgoglio >
< Domando scusa allora mia piccola Alice > fa il ghigno che lo caratterizza e continua:< Ora ti fidi di me? >
< Non confondere fiducia con attrazione Peter, sei sempre l'assassino dei miei genitori, anche se ora inizio a dimenticarmene > ammette Alice.
Sul viso di Pan compare un'espressione che lascia intendere benissimo che sperava in un'altra risposta, ma la ragazza non fa in tempo a chiedere altro al ragazzo perché qualcuno li interrompe.
< Mi dispiace molto interrompere questo momento romantico, ma voglio la ragazza adesso >

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