Capitolo 10

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Senza farlo apposta appena Alice esce dal bagno si scontra con qualcuno. Chi poteva essere in giro durante le ore di lezione a parte lei? Alza lo sguardo verso il viso della persona e si trova davanti quello di Pan. Fantastico, magari può avere le risposte da lui.
< Eccoti qua finalmente, pensavo stessi male > inizia lui.
Alice lo guarda stranita. Non capisce cosa intende dire.
< Di solito non vai mai in bagno, perciò mi sono preoccupato >
< Scusa e tu come fai a sapere che ero qui? >
< Perché siamo legati, piccola Alice >
< Come? >
< Vedi in teoria il tuo cuore, come per tua madre non può essere rimosso da nessuno, tranne che da una persona. Quando il soggetto prende il cuore si lega per sempre a te. In questo caso sono io. Perciò questo comporta il fatto che so sempre dove sei, con chi e sento anche le tue emozioni. Per esempio adesso sei confusa e vuoi farmi una domanda. Sputa il rospo >
< Questa però non è un'emozione >
< Beccato, ti leggo anche nella mente, spiacente non posso evitarlo. Allora me la dici tu la domanda o la cerco io? > domanda impaziente Pan.
< Cosa sono per te? > domanda a testa bassa Alice. La richiesta la fa a voce bassa, quasi in un sussurro. Infatti quando Pan risponde rimane stupita del fatto che l'ha sentita.
< Che domande sei la mia Ragazza Sperduta, è ovvio > risponde con un sorrisetto sulle labbra.
< Solo questo nient'altro? > chiede Alice avvicinandosi a lui.
< Dove vuoi arrivare esattamente? > il ragazzo immortale incrocia le braccia al petto.
< Ho appena parlato con mia madre. Mi ha detto di non fidarmi di te nonostante quello che sono per te > dicendo quelle parole la ragazza spera in una reazione di Peter Pan, magari uno sguardo di sorpresa, sconcerto o roba simile, ma niente. Anzi nota una cosa, che magari è dovuta alla luce: le iridi di Pan stanno diventando nere. Normalmente Alice avrebbe fatto un passo indietro, ma non questa volta, vuole sapere cos'è per Peter Pan. Una marionetta? Forse, ma anche qualcos altro. Qualcosa di più forte. Qualcosa di dolce e tenero. Qualcosa che non lo rende mostro, ma umano.
Facendo appello a tutto il coraggio di cui dispone, Alice dice:< Allora? La tua risposta >
< Non smetti mai di stupirmi. Non hai paura di me? > le chiede lui guardandola dritta negli occhi per capire ogni sua emozione. Ha scovato anche la paura, per quanto Alice cerca di nasconderla a Peter Pan non sfugge niente.
< La paura non mi impedisce di ottenere ciò che voglio > risponde la ragazza.
< Non farti illusioni, non sei nient'altro per me. Solo una ragazzina di cui mi servo per ottenere i miei scopi > il sorriso aveva abbandonato le sue labbra. Non è una prova del fatto che è diventato serio, ma del fatto che non è sincero. Infatti sta mentendo. Lui sente qualcosa per Alice. Sente di doverla proteggere, di doverla tenere sotto controllo e di tenerla sempre con lui. È solo sua, e basta. Non la condivide con gli altri. Anzi se qualcuno la tocca diventa anche geloso. È possessivo.
< Non ti credo > Alice lo scuote dai suoi pensieri:< Non saprò leggere nei pensieri ma ho preso da mia madre il dono di scovare le bugie e ti posso garantire che non ha mai sbagliato >
Detto ciò si avvia verso la classe e come ultima affermazione gli dice girandosi:< Vieni a cercarmi solo quando ammetterai la verità e vorrai dirmela >

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