Capitolo 15

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Alice segue tutte le lezioni tranquillamente, anzi in realtà è un po' agitata perché ha paura che possa arrivare Pan da un momento all'altro. Come può una sola persona terrorizzare tanto? O anche solo assoggettare così.
Appena suona l'ultima campanella va all'armadietto e posa tutti i libri in esso.
Ad un certo punto qualcuno chiude l'anta dell'armadietto della ragazza molto forte, solo per attirare l'attenzione. La responsabile è Meredith. E adesso che diavolo vuole.
< Ma sei scema? Potevi staccarmi una mano > grida Alice.
< E da quando usi questo tono con me? > domanda scioccata la popolare.
< Da quando ho capito che non sei più così spaventosa come credevo, hai perso il tuo potere bella > risponde Alice fiera di sé. Stare con Pan in un certo senso le fa bene. Anche se ne ha ugualmente paura.
< Dov'è Peter? > chiede Meredith facendo finta di non aver sentito la frase precedente. Da quando lo chiama per nome? Lei che è sempre con lui lo chiama ancora Pan e la smorfiosetta si rivolge a lui così. Non può.
< E io che ne so, perché lo cerchi? >
< Per fargli capire che certe compagnie sono meglio di altre > conclude con un sorriso di sfida. Adesso è davvero troppo per Alice. Sta per prendere la pistola, ma qualcuno le blocca la mano prendendola nella sua. Si volta leggermente e nota che è Pan. Oddio, non sa se essere sollevata perché le ha impedito di sprecare una pallottola per quella gallina o impaurita, perché ora lui è vicino a lei in un luogo in cui Alice non dovrebbe trovarsi. Vorrebbe tanto diventare invisibile.
Lui non sembra molto arrabbiato, ma nemmeno al settimo cielo. Le opzioni sono due: è molto bravo a nascondere le emozioni oppure semplicemente ha capito le esigenze della ragazza. Più probabile la prima possibilità.
< Qui hai finito vero? > chiede Pan senza curarsi troppo di Meredith. Per questo Alice sta facendo i salti di gioia e sta sorridendo dentro come non mai.
Alice annuisce e Pan la trascina fuori dell'edificio con sé.
Appena si trovano nel cortile della scuola il ragazzo posiziona la ragazza davanti a lui tenendola per un braccio.
< Come diavolo ti sei permessa di sparare a Felix? > Pan è a dir poco furioso.
< Non voleva lasciarmi in pace > si difende Alice:< L'hai curato vero? >
< Forse sì forse no, chi lo sa >
< Tu lo sai. Forza dimmelo >
< No, non l'ho curato. Lascerò che muoia dissanguato tra atroci agonie. Tutto per colpa tua >
< Cosa? Non puoi farlo > afferma scioccata. Non può farlo davvero. La sta solo mettendo alla prova vero? Non ha intenzione di lasciar morire Felix, giusto? È il suo braccio destro maledizione.
< Certo che posso e l'ho già fatto, ci lascerà tra poco, vuoi andare a trovarlo? Magari a scusarti? Sempre se arrivi in tempo > Pan sta per andarsene, ma Alice gli afferra la mano.
< No, senti Pan punisci me, è tutta colpa mia, ma non lasciare che muoia, ti prego > lo supplica, si metterebbe in ginocchio, ma non ci pensa proprio ad appoggiare il tessuto dei pantaloni sulle pietroline che potrebbero graffiarlo.
< Questa è la tua punizione, mia piccola Alice > fa un ghigno che quasi quasi la terrorizza. È inquietante.
< Trovane un'altra. Puoi anche torturarmi, uccidermi, rinchiudermi a vita da qualche parte. Non mi importa, ma lascialo vivere > sta per scoppiare a piangere.
< Va bene, lo curerò. Poi verrò a riscuotere ciò che mi devi >
Detto ciò Pan sparisce nel nulla.
Bene, il Bimbo Sperduto è salvo, ma perché si è disturbata tanto a salvargli la vita? Non lo capisce nemmeno lei. Non se lo spiega. Adesso però la cosa che la terrorizza di più è la punizione che le infliggerà il ragazzo immortale. Cosa avrà in mente?

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