Capitolo 7

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Alice è ancora scossa da ciò che ha visto la sera prima. Nessuno era mai morto davanti ai suoi occhi a parte un animale che doveva essere ucciso nel Paese delle Meraviglie. Non se lo spiegava ancora. Stava per dirle qualcosa, stava per informarla su chi fosse, ma niente. Destino crudele. Non è nemmeno sicura che l'incantesimo per resuscitare i morti sia autentico, magari era un mezzo per scoprire chi fosse davvero, o almeno accertarsene.
Affonda la testa nel cuscino. La testa le sta per scoppiare. Troppi pensieri che sbattono contro il cervello. Le serve solo riposo.
Dopo qualche ora il sonno della ragazza viene interrotto da un rumore molto forte. Qualcuno stava bussando insistentemente sulla porta. Alice ha paura che le buttino giù la porta. Cerca di trovare la voglia di alzarsi dal letto e di svegliarsi. Va ad aprire ancora un po' vacillante e si trova davanti Felix. Appena lo vede sbuffa e afferma strofinandosi gli occhi:< Non è proprio il momento, non voglio vedere nessuno >
Lui ovviamente non accontenta la padrona di casa e dice:< So cos'è successo nel bosco e anche Pan ne è al corrente >
< E di cosa pensi che io abbia bisogno adesso? Una spalla su cui piangere? No grazie > cerca in vano di chiudere la porta in faccia a Felix, non ci riesce perché il ragazzo fa un passo verso la soglia. Oddio quanto è insistente e snervante.
< Sicuramente non deve essere la mia spalla > risponde lui.
< Non farti illusioni non sarà nemmeno quella di Pan. Io non sono debole chiaro? > inizia ad alzare la voce per nascondere il fatto che le sta tremando la voce a causa delle lacrime in arrivo. In questo momento sembra un po' schizzata, ma è normale dopo aver visto una propria amica morire. Lei cerca di essere forte, ma la verità è che sta crollando.
< Io non ne sarei sicuro >
Dietro Alice compare Pan. Lei si gira e va verso di lui.
< Tu devi andartene è chiaro? Io non ho bisogno di te. Non ho bisogno del tuo leccapiedi. Non ho bisogno di nessuno okay? >
A questo punto delle lacrime iniziali ad irrigare il volto della ragazza. Lei vorrebbe ricacciarle indietro, ma non ci riesce, ormai è troppo tardi e in qualche modo si deve sfogare. Prima era ancora sotto shock per riuscire a reagire davvero a ciò a cui aveva assistito.
Pan le prende i polsi con le mani e cerca di calmarla:< Alice, Alice guardami. Non è stata colpa tua va bene? > ora le passa una mano sulla guancia.
La ragazza sembra apprezzare il gesto e si tranquillizza un po':< Non sono così forte come voglio far credere > tira su con il naso.
< È normale come cosa. Devi sfogarti e distratti, cosa vuoi fare per prima cosa? > domanda il ragazzo immortale.
< Sfogarmi dato che ci siamo già in questa fase > risponde Alice.
< Ok, allora butta fuori tutto >
Pan la accoglie in un abbraccio che lei accetta. Si accuccia contro il suo petto e piange come non ha mai fatto prima. Nessuno l'aveva vista così, in quelle condizioni e il giorno dopo se ne sarebbe pentita, ma aveva davvero bisogno di qualcuno che le stesse accanto. Andava bene chiunque, anche Peter Pan.

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