Capitolo 3

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< Ah già dimenticavo io sono Alice > lei allunga la mano verso Pan.
< Del paese delle meraviglie? > domanda il ragazzo.
< Sono stata anche in altri posti, anzi ti dirò sono stata in tutti i mondi tranne l'Isola Che Non C'è. Ma in questo sono scusata perché so che deve essere Peter Pan a volerti lì >
< Sei molto acuta ragazzina. Comunque io sono Peter Pan > il suo solito sorrisetto impertinente gli increspa le labbra.
< Allora potresti sapere chi ha ucciso i miei genitori > dice speranzosa Alice.
< Certo che lo so. Sono stato io > afferma con nonchalance.
Lei fa qualche passo indietro per elaborare la cosa. Sinceramente non sa cosa fare a riguardo, dato che non si aspettava di avere davanti a sé l'assassino dei suoi. Forse doveva lasciar perdere questa cosa, la vendetta non è mai il giusto cammino. Oppure...
Prende il coltellino svizzero che si porta sempre dietro, tira fuori la lama e lo lancia contro Pan. Lui lo prende al volo ridendo.
< Sei molto dolce piccola Alice. So che hai ucciso il Chicharampa, ma io sono molto più pericoloso, tesoro > la avverte.
< Sei un mostro > sputa acida.
< Strano alcuni mi definiscono un demone con l'aspetto di un angelo, come la trovi come descrizione? >
< Direi che ti calza a pennello > lo guarda con ribrezzo e disgusto. Poi si gira verso la sua destra e dice:< Non importa se mi uccide, almeno ci ho provato > torna a guardare Pan.
< Parli con i tuoi amichetti dell'aldilà? > alza un sopracciglio divertito.
< Cosa vuoi fare adesso? Vuoi uccidere anche me? > domanda cercando di essere sicura di sé.
< Oh no, potresti tornarmi utile e poi sei molto carina > Si avvicina sempre di più verso la vittima:< Guardami >
Alice alza lo sguardo verso di lui guardandolo negli occhi. All'inizio aveva un'espressione arrabbiata e volenterosa di vendetta, poi però i lineamenti del viso si fanno più morbidi rimanendo imbambolata come una stupida. Tipico di Alice. E poi non è del tutto colpa sua. Peter Pan è figo e questo lo sa bene anche lui.
La ragazza sente la mano di lui sul suo petto e il cuore perde un battito e il respiro si fa affannoso. Possibile che le faccia questo effetto? Nessun ragazzo sulla faccia della terra le faceva questo. Accidenti.
Dopo poco Alice prova un dolore lancinante proprio dove c'è la mano del ragazzo, o meglio dove è affondata. Pan avvolge il cuore della ragazza con le sue dita lunghe e lo tira fuori.
Alice rimane senza fiato. Le ha strappato il cuore dal petto.
Entrambi guardano il piccolo e rosso muscolo involontario. Lui con trionfo e lei con paura.
< Ridammelo > supplica la ragazza.
< Non credo. Sai mi piaci ragazzina e questo lo terrò un po' con me > sorride lui.
Ora Pan aveva il controllo dell'unica persona che poteva parlare con i morti. Si sentiva così bene e potente, anche se quello lo era già prima di conoscere Alice.
< Sei davvero senza cuore > afferma lei.
< No, ce l'ho. Il problema è che è tutto nero, pensa non mi importa più nemmeno di mia sorella. Non mi interessa di nessuno > risponde lui.
Detto ciò fa sparire il cuore.
< Stai tranquilla non ti controllerò attraverso il tuo dolce cuoricino, sempre che tu non mi infastidisca troppo >
< Dovrei ringraziarti per questo? >
< Sì dovresti >
< Io ti sarò grata solo quando l'inferno gelerà >
Pan sorride:< Sei bellissima quando ti arrabbi, ragazzina >

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