Capitolo 29

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Per quale motivo l'Alice negativa si è spaventata appena ha visto la figura incappucciata, che ora è appena sparita? Chi potrebbe nascondersi sotto il cappuccio ed essere tanto pericoloso da spaventare una persona perfida come il clone di Alice?
La cosa più importante ora però è un'altra.
< Per quale motivo la mia sosia psicopatica e omicida ha detto che è la tua allieva prediletta? Sei stato il suo insegnante? Le hai insegnato a controllare la sua magia? > fa una raffica di domande la piccola bionda a Peter Pan, mentre i dubbi sul ragazzo immortale si fanno sempre più grandi dentro la ragazza.
< Sì, è vero, l'ho trovata qualche giorno fa e volevo metterla alla prova, per sapere tutti i poteri che potresti avere e i tuoi limiti > risponde tranquillamente lui, anzi persino con una nota annoiata. Da non crederci.
< Quindi vuoi farmi credere che lo hai fatto per me? Per il mio bene? > chiede allibita.
< Certo, quindi dovresti ringraziarmi >
Alice sorride in modo vuoto, si alza e inizia ad avviarsi verso casa. Pan rimane sconcertato dal silenzio della piccola, ma poi si desta:< Dove stai andando? >
< A casa, sono stanca e non ho voglia di litigare > non si volta nemmeno a guardare gli occhi verdi del ragazzo che le fanno provare sempre tantissime emozioni intense.
< Litigare? Perché dovresti litigare? > Alice non sa se lo fa apposta oppure se è davvero così scemo.
< Di certo non litigo da sola e poi davvero? Ti chiedi perché dovrei litigare con te? > ora si volta verso di lui e si avvicina per poi passare ad elencare le motivazioni con un tono non troppo calmo, è basso solo per il semplice fatto che è stanca e vuole solo andare a dormire:< non mi hai detto che avevo il potere di clonazione, non mi hai detto che c'era una mia copia pericolosa libera di andare dove caspita voleva, non l'hai battuta e messa al suo posto, anzi l'hai aiutata a potenziarsi e stava per uccidermi Peter, lo capisci? > una lacrima salata e solitaria scappa dall'occhio della bionda che ormai ha raggiunto il limite. Alle persone vengono le lacrime agli occhi non soltanto per la tristezza, ma anche quando sono talmente arrabbiate e furiose da dover fare uscire tutto in qualche modo:< Mi spieghi come faccio ora a continuare ad ascoltarti? A fidarmi di te? Se lo sai, dimmelo, ti prego, perché io non so che fare > lo guarda negli occhi.
< Lo sai che non puoi far a meno di me se te lo ordino > dice semplicemente lui.
Alza gli occhi al cielo, non così tanto stupita della risposta ricevuta:< Lo vedi, io cerco di sistemare le cose e tu continui a fare il bastardo? Ma che problemi hai? > si volta e torna a camminare verso la sua abitazione, ora non ha alcuna intenzione di tornare sui suoi passi, vuole mettere tanti chilometri tra lei e il ragazzo troppo pieno di sé per capire le emozioni altrui.
In realtà è ben a conoscenza dei sentimenti di Alice, ma lui è fatto così, non si lascia andare tanto facilmente dopo una vita intera di controllo, perfidia e freddezza.
< Alice... > prova a dire lui, nel folle tentativo di riuscire a sistemare le cose, ma viene subito fermato dalla piccola che grida con tutta la voce che ha in corpo per farsi sentire a causa della distanza:< NON CI PARLO CON TE >

Una volta a casa la piccola Alice si butta sotto una bella doccia calda per rilassare i nervi e scrollarsi di dosso i problemi della giornata. Se solo fosse così semplice. Se bastasse fare la doccia ogni volta che devi sbarazzarti di emozioni negative o di brutte giornate il mondo sarebbe un posto migliore, per non parlare del fatto che la gente sarebbe anche più pulita e profumata. Esce dalla doccia e fa in tempo a mettersi un asciugamano che le fascia il corpo che suonano il campanello.
< Ma oggi hanno scambiato il mio campanello per un centralino? Non faccio più la doccia se ogni volta che finisco qualcuno suona > dice a nessuno in particolare mentre va verso la porta, di corsa.
< Arrivo > spalanca la porta e si ritrova davanti l'ultima persona a cui avrebbe pensato, per ovvie ragioni.

Peter Pan 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora