CAPITOLO 34

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*il giorno dopo*
Mi svegliai, mi vestii elegante per quanto mi era possibile stando in un carcere, mi truccai, mi sistemai i capelli e poi andai dal comandante
Comandante: Alice, stavo per venirti a chiamare, andiamo che altrimenti facciamo tardi
Partimmo io e Carmine in un auto e Filippo in un altra.
Io: come stai Ca?
Carmine: tengo paura, ij voglio vedere Futura nascere e continuare la mia vita cu ess e Nina
Io: andrà tutto bene Ca
Arrivammo davanti al tribunale e l'ansia era tantissima, Beppe scese dall'auto per avvisare la polizia del nostro arrivo, ma proprio appena entrò nel tribunale, due motorino si avvicinarono all'auto, mi guardarono e spararono due colpi a Carmine, allora urlai piangendo
Io: BEPPE
Beppe uscí di corsa, aprí lo sportello dell'auto e mise Carmine a terra, io mi accasciai su di lui
Io: Ca, guardami, non chiudere gli occhi, ij t voglio bene assaje Ca, ascoltami
Intorno a me tutte le voci erano ovattate, non sentivo nulla, avevo solo Carmine in mente ora. Capii che era arrivata l'ambulanza quando vidi delle luci blu e dei dottori
X: lei è la sorella?
Io: si
X: venga con noi
Salimmo sull'ambulanza, io rimasi attaccata a Carmine
Io: Ca, stai tranquillo, andrà tutto bene
Carmine: sij o cor mij Ali
E chiuse gli occhi
Io: no Carmine svegliati, arap l'uocchie
Proprio mentre lo stavo per toccare arrivammo all'ospedale, aprirono gli sportelli dell'ambulanza e lo portarono dentro con molta fretta. Io li seguii ma mi dissero di aspettare fuori. Dopo mezz'ora arrivarono Beppe, il comandante, Filippo, Nina, Sara (la mamma di Nina), la direttrice e mia madre. Io andai subito da lei.
Io: chi è stato ma?
Mamma: sono stati i Ricci, ha fatto partire tutto Ciro, sotto ordine di Don Salvatore
Non ci potevo credere, proprio ora che stava andando tutto bene, proprio ora che io mi stavo fidando di lui, lui fa questo.
Mamma: io devo andare a fatica, se iss muore chiamami
E andò via, senza mostrare un sentimento. Mamma era una donna forte, il suo carattere lo avevo ripeso da lei fortunatamente
X: qualche parente
Nina: io sono la ragazza
X: no mi dispiace, servono o sorelle o fratelli o genitori
Io: eccomi, sono la sorella
X: venga con me
Entrammo nella stanza di Carmine che era totalmente intubato
X: siamo riusciti a levargli i proiettili e a fermare l'emorragia ma adesso è in coma, ci dispiace
Scoppiai a piangere come non avevo mai fatto, era da molto che non piangevo, mamma mi aveva sempre insegnato a tenermi tutto dentro, il dottore mi abbracciò per darmi conforto, ma ora intorno a me volevo solo le braccia di mio fratello. In quel momento entrò Ciro e il dottore riconoscendolo si staccò e uscí immediatamente dalla stanza
Io: vattene da qui e da mio fratello
Ciro si avvicinò a me
Ciro: ciu ciu
Io: Ciro non toccarmi, vattene via immediatamente
Ciro mi prese per il polso e stringendolo disse
Ciro: altrimenti che fai eh Di Salvo?
Io: sarò il tuo peggior incubo Ricci, ti ricordo che ho il carattere di mia madre e ora vattene
Ciro mi guardò e uscí dalla stanza e in quel momento si sentí un urlo abbastanza familiare
Io: NINA

CE STA 'O MAR FOR -CIRO RICCI-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora