XVIII

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Alhena's pov

Ho sempre creduto che qualcosa rotta in mille pezzi, una volta riparata con tanta cura, fosse impossibile da rirompere un'altra volta.

Mi sono sempre sbagliata.

-Si aggiusterà tutto, tranquilla- continua a ripetermi Jane, mentre tengo la testa sulle sue gambe.
Accarezza lentamente i miei capelli, intrecciando fra le dita le ciocche nere.
-Mi manca, Jane- sussurro cercando di trattenere altre lacrime sul punto di uscire.

Jane ovviamente non sa la storia per intero, le ho raccontato il minimo indispensabile.
-Riparerete tutto, Judit è fatta così-
Jane sa che Judit mi ha trattata male per un futile motivo, e quindi abbiamo litigato.
-Non posso credere che l'abbia fatto, io non posso credere che l'abbia fatto anche lei- singhiozzo.
-C'è qualcun altro che ti tratta male?- borbotta con tono di rimprovero.
Sospiro, rendendomi conto che stiamo parlando di due cose diverse.
-Adriel- abbasso lo sguardo.
-Vi siete sempre odiati- ridacchia lisciandomi i capelli.
-Ma infondo vi volete bene- addolcisce il tono di voce.
-Come? No- scuoto la testa, facendola ridere.

Mi acciglio quando noto che non accenna a smettere di ridere, ma la mia attenzione viene attratta da una serie di messaggi sul telefono.
Lo afferro, accecandomi con la luce del telefono.
È notte fonda, mezzanotte.
Chi mi scrive a mezzanotte?

-Chi è?- chiede Jane alle mie spalle.
-Evelyn- dico con un tono preoccupato.

Lhena, so che è tardi, ma ho bisogno di un favore
Leggo, rispondendo velocemente.

Certo, dimmi

Ti va di venire ad una festa con me?

Cosa? Sei impazzita?!

Ti prego, a questa festa c'è Judit
e io ho bisogno di parlare con lei

Eve, ma è tardissimo,
non puoi parlarle domani?

Ti prego, Lhena. Non ce la faccio più

Sospiro pesantemente, passandomi una mano fra i capelli.
-Che succede?- si allarma Jane.
-Eve ha bisogno di me- stringo il telefono fra le mani.
-A quest'ora? Che dovete fare?- chiede piegando la coperta che era stesa sul mio corpo.
-Dobbiamo andare ad una festa- dico tutto d'un fiato, strizzando gli occhi per paura di una sua possibile reazione.
-Cosa? Ad una festa? Perché?- mi guarda con occhi sgranati.
-Eve ha bisogno di parlare con Judit, e anche io- congiungo le mani in preghiera facendo tremare il labbro inferiore.

-Alhena Miller, mezzanotte è l'ora in cui dovresti tornare dalle feste, non andare!- mi rimprovera con un dito alzato.
-Lo so Jane, ma faremo presto te lo giuro!- le sorrido come una bambina.

Proseguono vari secondi in cui io la guardo speranzosa e lei con sguardo assottigliato.
Poi lo rilassa.
-Va bene, ma torni a casa con Adriel, è troppo tardi- sospira.
-Va bene, grazie grazie grazie- squittisco.
Cosa ho appena sentito?
-Aspetta, cosa?- spero di aver sentito male.
-Torni con Adriel- ripete tranquilla.
-Jane non so nemmeno se c'è anche lui alla festa!- spalanco le braccia.
-Ovvio che c'è, quel ragazzo non se ne perde una!-
E ha anche ragione, ma non se ne parla di andarmene con lui.
Sarebbe come saziare il suo ego orgoglioso e per me significherebbe perdere la dignità.

-Stai scherzando spero- ridacchio.
-Sono serissima- incrocia le braccia al petto.
Rilascio un sospiro tremolante.
Che situazione!
-Va bene, ma me la paghi- l'avverto, fiondandomi in camera.

Fiori Di NarcisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora