XXV

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L'aria è intatta, non si muove una foglia.
Solo il vento mi scompiglia i capelli e si interseca nelle ossa.

Fisso le spalle contratte di Adriel mentre calcia con rabbia una lattina per terra.
-Cazzo- sbotta.
-Perché sei venuto a dirmelo? Sei contento di questo? Eh, Joyd? Stai avendo la tua cazzo di rivincita?- sbuffa una risata di gola.

Sono confusa, di che rivincita sta parlando?

-Tanto a te non è mai fregato un cazzo del Nalox- continua a ridacchiare profondamente.
Preferisco non fare domande in questo momento, potrei finire morta in una pozza di sangue o peggio.
-Sai che non è così. Qualche stronzo ha aperto la bocca- avanza l'altro.

Sento la mandibola di Adriel scricchiolare, così come le nocche della mano.

Passa nervosamente una mano fra i capelli, stringendoli in un pugno.
Poi inizia a camminare verso la sua auto.
-Dove vai?-
Adriel non risponde e il suo silenzio è come una lama silenziosa che mi attraversa il corpo.

Sale in auto, e senza aggiungere nulla sfreccia via.

Rimango a fissare la sua auto in lontananza e una strana sensazione prende il sopravvento.

Credo che non lo rivedrò per un po'.

-Tornerà- sobbalzo quando sento la voce di Joyd ancora dietro di me.
Mi volto lentamente, con il respiro affannato e la testa pesante.
-Dov'è andato?- chiedo atona.
-A smaltirla- si avvicina, mentre il mio petto si alza e si abbassa freneticamente.
-Ora che il Nalox non esiste più, è perso- continua.
-Come lo sai? Da quanto vi conoscete?-
Lui sbuffa una risata, osservandomi incuriosito.
-Lui aveva 15 anni, quando ha iniziato con gli incontri clandestini-.

Solo quindici anni?

-E tu?-
-Io diciassette, diciamo che li ho fatti entrare io in quel mondo- si appoggia al cancello, tirando fuori un pacchetto di sigarette.
Li?
Mike e Adriel.

-Ma...vi odiate- scuoto la testa confusa.
-Odio- ride amaramente, puntando lo sguardo davanti alle sue scarpe.
-È risentimento, vendetta- sibila atono.
-Per cosa- lo puntò col mento.
-Cose vecchie, niente che ti riguardi, principessa- schiaccia la sigaretta sul muro.

Afferro il labbro fra i denti, ripensando alle parole di Adriel.
"Stai avendo la tua cazzo di rivincita?"

Fisso il punto in cui è sparito nel nulla, e una morsa allo stomaco rende i miei occhi lucidi.
Adesso è in balia dei suoi mostri, da solo, e io non posso aiutarlo.

4 giorni dopo

-Mi raccomando, non fare esplodere la casa, mancheremo solo per stasera. Torneremo tardi ma avvertici quando vai a dormire e lava i piatti che sporchi! Dimmi cosa mangi a cena e se hai bisogn-

-Jane, va tutto bene, mancherete solo per cena. Io starò a casa, guarderò la TV e poi andrò a dormire- li rassicuro con un sorriso dolce.
Jane e George sono stati invitati dagli Howell ad una cena aziendale, per una premiazione o una cosa simile.

-Va bene, adesso vai o perdi l'appuntamento- mi sorride George, guardando fuori dal finestrino.
-Salutaci Amanda-
Scendo velocemente dall'auto, camminando a passo svelto verso l'ufficio della mia psicologa.

Credo...di aver bisogno di questo appuntamento.
Da un po' sento un peso all'altezza del petto che non mi fa dormire bene, mi fa passare l'appetito.
Mi guardo sempre intorno, cercando qualcosa che neanche io so, sperando forse di trovare due occhi cerulei che mi fissano con prepotenza.
Due labbra che appena possibile mi infastidiscono e un profumo che mi fa girare la testa.

In questi giorni vedo suoi sosia ovunque.
Ho visto un ragazzo che credevo fosse lui, ieri al bar della scuola, ma poi si è voltato e non ho visto il suo mare in tempesta negli occhi...solo un semplice blu cobalto.
Il profumo degli altri non è mai buono come il suo.

Fiori Di NarcisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora