XXXVIII

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Non c'è bisogno di ragionare per amarsi.
Il desiderio fa gridare il cuore e precipitare parole..

Non posso fare a meno di pensare che ho infranto la mia promessa.
Io, gli avevo promesso che non mi sarei mai più fatta del male a causa sua, invece l'ho fatto.
E ciò che mi fa più male, è che ho guardato il mio sangue gocciolare giù, mentre in mente avevo solo i suoi occhi.
Chiedevo scusa... gli chiedevo scusa mentre lo facevo perché io di solito sono una persona che mantiene le promesse.
Eppure sembra sia stato fatto invano, perché ha smentito tutto ciò che ha detto.

E io vorrei solo sapere perché lo ha fatto.

-Allora, Alhena-
-Ho un problema, Amanda- sbuffo distendendomi distrutta sulla poltroncina in pelle.

Lei mi guarda sorridente. Ha una gamba fasciata da una gonna lunga, accavallata all'altra e le spalle dritte.

-E non si può risolvere?-

-Assolutamente no- fisso il soffitto

-Sono qui per questo, per risolvere i tuoi problemi-

-Ho tanto male, Amanda, e non conosco la cura-

-Dove hai male?-

-Qui- batto due colpetti sul petto.

-Chi è stato a farti questo male?-

-Io-

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-I preparativi per la notte bianca sono in corso d'opera. La preside ha dato il via libera per addobbare la scuola come vogliamo e organizzare tutti i corsi che vogliamo, già abbiamo in lista il concorso di arte anonima, quello di teatro, musica, poesia-

Le parole di Evelyn mi frullano in testa come un disco rotto e non riesco a dargli un senso logico.

-Frena frena, non ti sto ascoltando- chiudo l'armadietto, cercando di riordinare le idee.

-Non ascolti mai- scrolla le spalle.

Già, scusa se non sto ascoltando, Eve, ma in testa ho ancora le immagini del mio corpo premuto su quello di Adriel.
Delle sue mani su di me, che mi accarezzano, mi toccano, mi bramano.
I suoi occhi che mi cercano, mi desiderano in una maniera umanamente impossibile.
Infine il mio cuore.
Già, quello non se la sta vedendo bene.

-Hai visto Judit? Aveva promesso che mi aiutava- sbuffa legando i capelli in una crocchia disordinata.

Dimenticavo Judit.
O dovrei dire Judit e Clarissa.

-No, non l'ho vista- sibilo atona. Evelyn è mia amica, non so bene se prova ancora qualcosa per Judit e per questo non riesco a raccontarle ciò che ho visto in quel locale, non so se soffre ancora per la separazione.

Ho inviato una serie di messaggi alla rossa, stamattina, tutti ignorati.

A Judit capita, mi ripeto. Judit non ha una situazione familiare stabile, sana, non l'ha mai avuta e quindi quando non la vedo per un po', non mi faccio domande.
Ho imparato a fare così.

-Senti, mi aiuteresti a distribuire la lista di iscrizione?- Evelyn mi passa una serie di volantini impilati.
-Proprio io?- faccio una smorfia contrariata quando ne aggiunge il doppio alla pila.

Fiori Di NarcisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora