Una convocazione dal Supremo

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Come mi aveva preannunciato Claudio, sono stata convocata dal Supremo. Deve comunicarmi che non ha intenzione di farmi cambiare relatore. CC è stato capace di convincerlo a non accontentare la mia richiesta; è proprio sadico, si diverte a vedermi soffrire e a mettermi in difficoltà, ma per cosa poi? Mi ha fatto capire chiaramente che non vuole impegnarsi, non vuole andare oltre qualche nottata di sesso che, per quanto meravigliosa possa essere, a me non basta più.

"Prego, dottoressa Allevi, si accomodi" – mi invita ad entrare il Supremo dopo avermi dato il permesso.

"Mi dica professore, cos'ha deciso?" – fingo di non sapere nulla ma già so cosa mi verrà comunicato.

"Dottoressa, ho valutato attentamente la sua richiesta; ne ho parlato anche con il dottor Conforti e siamo giunti alla conclusione che non è il caso che lei cambi relatore. Ha già iniziato a scrivere la tesi, nonostante sia solo al secondo anno e cambiare ora sarebbe, per lei, un'inutile perdita di tempo. Conforti continuerà a seguirla come ha fatto finora".

"Professore, veramente ..."

Non faccio in tempo a continuare la frase che arriva lui, il protagonista dei miei incubi degli ultimi giorni, che mi guarda con aria soddisfatta per aver mandato a monte tutti i miei piani.

"Vieni, vieni, Claudio, ho appena comunicato alla dottoressa Allevi che continuerà il suo percorso insieme a te. La seguirai fino alla fine della specializzazione. Come avevamo già convenuto, non è opportuno che cambi proprio ora".

Esco dallo studio del Supremo che sembro un cane bastonato e mi dirigo nell'aula specializzandi dove Lara ovviamente mi fa il terzo grado. Decido di vuotare il sacco e le racconto tutto, di aver chiesto di cambiare relatore o in subordine di valutare la mia domanda di trasferimento presso un altro Istituto. Qualunque posto purché lontana da lui.

"Alice, non puoi farlo" – mi dice Lara con gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore – "non puoi permettergli di avere tutto questo potere su di te e sulle tue scelte".

"Lara, allora non capisci. Proprio perché non voglio più che lui mi influenzi ho deciso di lasciare l'Istituto. Terminerò la mia specializzazione altrove e soprattutto mi dimenticherò di lui e di tutto quello che mi ha costretto a sopportare in nome di una storia che, in realtà, non è mai esistita".

Ho iniziato da poco a lavorare alla noiosissima ricerca che mi ha assegnato la Wally, quando lui compare nella nostra stanza e mi invita, senza troppa gentilezza, a seguirlo nel suo studio.

"Ho da fare, mi dispiace" – gli dico.

"Non hai capito Allevi, non è un invito, è un ordine".

Non voglio fare scenate. Non mi resta che fare quello che mi ordina perché, a parte mettermi in ridicolo davanti a tutti, solo questo sa fare. Voglio vedere cos'ha da dirmi. Spero che non voglia ancora tirare fuori la storia del cambio di professore perché non saprei proprio starmene zitta stavolta.

"Si può sapere cos'è questa storia che te ne vuoi andare?" – mi dice aggredendomi non appena ci chiudiamo la porta dello studio alle spalle.

"Significa esattamente quello che hai detto. Visto che tu e il Supremo avete voluto mettermi i bastoni tra le ruote, gli ho chiesto di potermi trasferire altrove. Sì, perché, come ti ho già detto, a questo lavoro non voglio rinunciarci e siccome qui non mi è più possibile continuare, cercherò un altro Istituto per completare la mia specializzazione. Spero solo che non compilerai un giudizio negativo su di me solo per il gusto di farmi del male".

Lo vedo rabbuiarsi quando pronuncio queste parole ...

"Mi odi così tanto, Alice?"

"E' qui che ti sbagli, Claudio. Proprio perché non ti odio me ne vado. Non riuscirei a starti vicino e a fingere di non provare niente per te. Lavorare fianco a fianco mi farebbe troppo male. Peggio di quello che già mi hai fatto".

Mi giro di scatto per andarmene ma lui mi blocca, mi prende per un braccio e mi costringe a guardarlo negli occhi generando in me una scarica di adrenalina e un desiderio irrefrenabile di baciarlo. Sono proprio incoerente, non resisto, lo bacio con tutta la passione di cui sono capace. La mia lingua cerca la sua, la rincorre, l'accarezza; lui non si sottrae, anzi risponde al mio bacio con un'intensità che mi spingerebbe ad andare oltre ma, improvvisamente, mi stacco e fuggo via dal suo studio.

"Lara, ti prego, mi aiuti a cercare un Istituto dove trasferirmi? Ti prego, se mi vuoi bene, fallo per me!"

Dopo quello che è successo oggi me ne torno a casa sempre più decisa a lasciare quel posto che è causa di tentazione e di dolore. Sto valutando varie opzioni, non vorrei allontanarmi troppo. Farò domanda a Napoli e a Palermo. Paolone mi ha detto che l'Università è ben organizzata e provenendo da Roma non dovrei avere problemi.

Mentre penso a cosa fare della mia vita mi arriva un suo messaggio. Vorrei ignorarlo ma non ci riesco "Vieni da me, ti aspetto, dobbiamo parlare". Ma parlare di cosa? Ormai ho deciso e poi già lo so come andrebbe a finire e non voglio. Ovviamente non gli rispondo e cerco di dimenticare quel messaggio che mi suona come una richiesta di chiarimento ma è come se una forza mi spingesse fuori da questa casa e mi portasse verso di lui.

Sono sotto casa sua, indecisa sul da farsi.

Se salgo so che non gli resisterò a lungo. Se non lo faccio non saprò mai cosa avrebbe voluto dirmi. Mi faccio coraggio e suono al citofono ...



Salve a tutti 😊 se vi fa piacere lasciate qualche commento.

Mi piacerebbe sapere cosa pensate di questa storia così, eventualmente, potrei migliorarla. Se lo faceste ne sarei contenta ❤

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