Di ritorno da un sopralluogo

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Stiamo tornando dal sopralluogo e devo dire che questa volta non è stata per niente facile. Quello che abbiamo trovato non è stato affatto piacevole, un corpo di donna quasi completamente sfigurato, vestiti quasi completamente assenti e quei pochi che le sono rimasti addosso sono poco più che brandelli. Claudio si è accorto che ero terribilmente in difficoltà mentre riprendevo con la videocamera tanto che, ad un certo punto, mi ha chiesto di allontanarmi lasciando a Visone il compito di terminare le riprese.

Il viaggio di ritorno è piuttosto silenzioso, non ho avuto il coraggio di dire una parola e Claudio ha fatto altrettanto. Tiene le mani salde sul volante e ogni tanto mi rivolge un'occhiata che non riesco a decifrare. Non capisco se sia un rimprovero o uno sguardo tenero di comprensione.

Arriviamo in Istituto, entriamo e subito ...

"Lascia la videocamera in sala specializzandi, indossa il camice e poi subito nel mio studio".

Il tono della sua voce non è affatto rassicurante, credo che sia parecchio infastidito dal mio comportamento durante il sopralluogo ma non posso farci niente se la vista di quella povera donna mi ha fatto reagire in un modo così poco professionale.

"Nervoso Conforti, eh Alice?" – mi dice Lara non appena metto piede nella nostra stanza.

Claudio ha alzato talmente tanto la voce che Lara e gli altri non hanno potuto far a meno di sentire. Rassegnata a ricevere l'ennesima ramanzina da parte sua, mi avvio verso il suo studio consapevole di non poter fare altro se non assecondarlo. Busso, cosa che non faccio praticamente mai, e quando lui mi da il permesso di entrare gli chiedo timidamente cosa vuole da me visto che ci siamo lasciati neanche 10 minuti prima.

"Chiudi la porta, Alice. Volevo sapere come stai. Mi sono reso conto che questo sopralluogo non è stato facile per te. Devi farci l'abitudine se vuoi fare questo lavoro".

"Sto bene, grazie. Tutto qui? Posso andare?"

Claudio mi guarda basito, forse è rimasto sorpreso dalla freddezza e dall'inespressività del mio volto ...

"Alice, si può sapere cos'hai? Ti ho chiesto come stai e tu mi tratti con freddezza!"

"Ti ho detto che non ho niente" – e mi accorgo che una lacrima comincia a rigarmi il viso. Allora mi faccio coraggio e gli dico quello che non avrei mai immaginato di potergli dire – "ascoltami bene, Claudio, perché te lo dico ora e non te lo ripeterò una seconda volta. Forse è meglio che la finiamo qui. La nostra storia intendo ... se storia la vuoi chiamare. Io non sono la persona adatta a te, guarda in che situazione ti ho messo stamattina? Ti ho messo in imbarazzo perché non sono uno squalo ma un pesce rosso e allora è meglio che torni ad essere, per te, solo un'allieva ... almeno finché tu, la Wally o il Supremo mi consentirete ancora di stare qui".

Gli dico queste parole tutte d'un fiato senza dargli la possibilità di inserirsi nel discorso; lui mi guarda esterrefatto, non crede a quello che sto dicendo e allora, mentre mi sto dirigendo verso la porta per uscire definitivamente da quella stanza e dalla sua vita, lui mi si para davanti, chiude la porta a chiave e mi impedisce di uscire ...

"Alice ma che cazzo dici?"

"Fammi uscire, Claudio. Fammi uscire o mi metto ad urlare. Ormai ho deciso".

"Ma hai deciso cosa? Si può sapere cosa ti passa per la testa? Ma di che difficoltà parli? Guarda che se ho chiesto a Visone di continuare con le riprese è stato perché ti ho vista molto provata ma questo non significa che tu non sappia fare il tuo lavoro. Alice, guardami ... guardami, Alice, per favore!"

Sento che il suo tono di voce si è fatto particolarmente supplichevole, mi sta chiedendo di guardarlo come se fosse una preghiera la sua. Ad un tratto si avvicina e con l'indice della sua mano destra mi solleva il mento costringendomi a fissarlo in quegli occhi tremendamente blu nei quali mi sono persa milioni di volte.

"Ehi ... ehi ... piccola, guardami ... credi veramente che potrei rinunciare a te?"

Mi fissa con un'intensità tale che non riesco più a dire una parola. Sono completamente in balia della sua volontà. CC preme le sue labbra calde sulle mie suscitandomi un brivido di piacere; è dolce e insistente al tempo stesso e la sua insistenza fa cadere tutte le mie certezze tanto che schiudo leggermente le labbra e gli permetto di farsi strada con la lingua nella mia bocca. Questo bacio è diverso dagli altri, non ha quell'irruenza che caratterizza CC quando mi bacia ma quando le nostre lingue si incontrano è quasi una carezza quella che la sua lingua riserva alla mia.

La felicità per quel bacio e per le parole che CC ha pronunciato poco prima si mescola con il salato delle lacrime che continuano a scendere ... Claudio è dolcissimo, quando si stacca da me mi accarezza delicatamente la guancia e mi bacia teneramente la fronte come per volermi rassicurare.

"Ora vai, Alice, non vorrei che Valeria ti cercasse e non ti trova nella tua stanza. Recupereremo stasera il tempo perso" ...

Esco dalla stanza di Claudio e mi imbatto proprio in lei, quella che rappresenta il mio incubo più grande, la terribile Wally che, non so per quale strana congiunzione astrale, è sempre sulla mia strada nei momenti meno opportuni.

"Allevi, come al solito non era alla sua scrivania. Vuole mettersi in testa che non si trova qui per perdere tempo? Dovrebbe studiare, visto che a breve avrà gli esami".

"Si, professoressa stavo ..." – non faccio in tempo a finire la frase che Claudio esce dal suo studio (avrà sentito l'arpia che si accaniva su di me).

"Valeria, avevo fatto chiamare io la dottoressa Allevi per discutere alcuni dettagli del sopralluogo di stamattina ma ora stava tornando alla sua scrivania. Sai la dottoressa e io ci teniamo a fare bella figura alla prossima sessione di esami. È la mia allieva e voglio dimostrarti che è anche molto in gamba".

Non ci posso credere, Claudio che si espone così, per me, con la Wally? E la Wally? Avrei voluto farvi vedere la sua faccia quando ha sentito quel "noi ci teniamo a fare bella figura", è diventata verde dalla rabbia tanto che si è allontanata a passo svelto dirigendosi nell'ufficio del Supremo. Quando Claudio fa così mi confonde, non so cosa pensare, non so se lo fa per soddisfare il suo ego o perché ci tiene veramente a me. Probabilmente so che è per il primo motivo ma mi piace pensare che lo faccia anche un po' per me e che io, per lui, non rappresenti soltanto una delle tante che è riuscito a portarsi a letto.

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