Mi manchi da morire

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Nonna Amalia riesce sempre a farmi ragionare, infatti, dopo aver parlato con lei della storia della moglie di Einardi e della teoria di Claudio sulla vendetta nei suoi confronti usando me come esca, mi sento molto più tranquilla e ho deciso di credere a quello che mi ha raccontato CC. Anche la moglie di Sergio mi ha detto le stesse cose; lei è ancora perdutamente innamorata del marito nonostante la breve parentesi con Claudio e quando mi ha vista, più volte, insieme a lui si è sentita minacciata.

Einardi è tornato più volte alla carica, mi ha invitata spesso a prendere un caffè o a pranzare insieme ma io, da quella volta, non ho mai più accettato. La settimana scorsa mi ha anche invitata a passare qualche giorno con lui in un casale in campagna, allora ho deciso di uscire allo scoperto e di rivelargli quello che sapevo, di lui, della moglie, di Claudio e della vendetta che lui stava preparando servendosi di me.

"E' così, no? Volevi vendicarti di lui e stavi usando me. Ma credevi veramente che io fossi una stupida e non me ne sarei accorta prima o poi?"

Lui non risponde, non parla, non dice una parola ma si avvicina a me e mi bacia lasciandomi senza parole.

"Non ti permettere mai più" – gli dico mollandogli uno schiaffo sulla guancia – "non ti permettere mai più di fare una cosa del genere e, soprattutto, di usarmi per i tuoi scopi, hai capito? Devi lasciarmi in pace, amo Claudio e con te non ci potrà mai essere niente. A questo punto neanche l'amicizia".

Lo lascio interdetto fuori dalla Questura e mi allontano in gran fretta. Voglio tornare a casa. Avrei voglia di stare tra le braccia del mio CC ma preferisco andare a casa mia. Se ora gli dicessi quello che è successo non so come potrebbe reagire Claudio e, forse, è meglio non rischiare ... le cose tra noi stanno girando per il verso giusto e non vorrei rovinare tutto.

Arrivo sotto casa mia e mi rendo conto che i problemi, per me, sono sempre in agguato. Perché non posso starmene un po' tranquilla? Cosa avrò mai fatto di male per meritare una vita così movimentata? Sto per entrare nel cancelletto del palazzo quando vedo la figura di Arthur insieme a sua sorella Cordelia. Cordelia ha una vista di falco e mi scorge da lontano per cui non ho nessuna possibilità di allontanarmi da quella casa e da quella situazione.

"Ciao Elis" – mi saluta Arthur con due baci affettuosi sulle guance.

"Ciao Arthur" – devo dire che, nonostante il grande amore che provo per Claudio, mi fa sempre un certo effetto rivedere quel ragazzo dai toni gentili e garbati che ha fatto parte della mia vita.

"Sono di passaggio a Roma e ho chiesto a mia sorella se poteva ospitarmi per questa notte ma, se a te da fastidio, posso trovarmi un'altra sistemazione"

"Arthur, questa è casa di tua sorella e, poi, a me non da fastidio la tua presenza. Tranquillo".

A cena siamo io, lui e Cordelia, parliamo del più e del meno, Arthur mi chiede se sono felice con Claudio e, nonostante io gli abbia detto di si, non sembra credermi. Mi guarda in un modo strano, come se volesse scrutarmi e, devo ammettere che, questa cosa non mi piace molto. Lui mi racconta del suo lavoro e dei suoi viaggi in giro per il mondo fino a quando Cordelia si ritira nella sua stanza per andare a dormire e restiamo io e lui, da soli, in salotto.

"Alice, sei veramente sicura di stare bene con lui? Pensaci, potremo ancora provare a stare insieme e a costruire quella famiglia che tu tanto desideri. Credi veramente che, un giorno, Conforti ti chiederà di sposarti e di avere dei figli?"

"Buonanotte Arthur" – gli dico senza rispondergli e senza dargli possibilità di incalzarmi.

Vado in camera mia ma non faccio altro che pensare a quella domanda che continua a viaggiare tra i miei neuroni. È quasi mezzanotte e, nonostante l'ora tarda, decido di mandare un messaggio a CC. Probabilmente starà dormendo e non lo leggerà o mi manderà al diavolo, non lo so, ma ho un bisogno tremendo di sentirlo:

- mi manchi da morire. Vorrei essere lì con te. Buonanotte –

La risposta non tarda ad arrivare; probabilmente era sveglio o l'ho svegliato, non so ...

- raggiungimi. Anche tu mi manchi da morire –

Non ci penso neanche un secondo. Mi vesto, chiamo un taxi e poco dopo sono sotto casa di Claudio. Prendo la copia delle chiavi che ha lasciato al portiere per me e salgo nel suo appartamento. Lo trovo sul divano con il suo bicchiere di scotch tra le mani ...

"Bene arrivata principessa, mi hai fatto aspettare parecchio stasera"

Mi guarda intensamente mentre si avvicina a me a piccoli passi e quando mi raggiunge mi regala uno di quei baci che mi fanno tremare per l'emozione. Vorrei che questi momenti non finissero mai ma vorrei anche che non fossero l'unica cosa che ci unisce. Io lo amo, lo amo da impazzire ma, a volte, ho l'impressione che per lui non sia proprio la stessa cosa. Mi ha detto "ti amo" solo una volta e ha giurato che fosse vero; a parole non me lo dice ma con i fatti, almeno quando siamo soli, me lo dimostra ampiamente.

"Dove sei stata fino ad ora? Non ce la facevo più a stare senza di te!"

Decido allora di dirgli tutto, voglio essere sincera fino in fondo. Gli racconto dell'incontro con Einardi, del bacio che mi ha estorto – e lì vedo gli occhi di Claudio infuocarsi – dello schiaffo sonoro che ha rimediato per quel suo comportamento e, infine, facendomi coraggio, gli racconto del ritorno di Arthur e del suo breve soggiorno nel mio appartamento che poi mio non è perché la proprietaria è la piccola Malcomess, come la chiama lui.

"Il reporter è a casa tua? Ora?"

Annuisco, ho quasi paura di guardarlo in faccia. Vedo che si sta arrabbiando. Si porta le mani nei capelli e si muove agitato per la stanza. Allora cerco di parlargli dolcemente e di farlo ragionare.

"Mi ha chiesto se ero felice con te"

"E tu?"

"Io cosa?"

"Avanti Alice, non fingere di non aver capito" – mi dice con aria sarcastica e preoccupata al tempo stesso – "cosa gli hai risposto?"

"Hai bisogno di sentirtelo dire? Non ti basta che io sia corsa da te pur di non stare in quell'appartamento?"

I suoi occhi si illuminano nuovamente, è come se gli avessi dato una conferma con quelle mie parole, una conferma che vado a suggellare con un bacio, un bacio casto sulle labbra, un bacio tenero che a lui non basta. Vuole di più, vuole molto di più. Con la lingua inizia a tracciare tutto il contorno delle mie labbra costringendomi a schiuderle per farsi spazio all'interno della mia bocca. È un attimo e le nostre lingue iniziano a cercarsi e a rincorrersi fino ad intrecciarsi in un lungo bacio passionale che, in poco tempo, ci conduce nella sua camera da letto dove diamo sfogo a tutta la nostra passione.

Sono le 4 del mattino, dopo aver dormito poco più di un'ora mi sono svegliata con ancora la domanda di Arthur nella testa. Perché? Perché continuo a pensare a quello che mi ha detto? Perché continuo a pensare a quando ha detto che con Claudio non c'è futuro e che non mi chiederà mai di sposarlo o di avere dei figli? Forse dovrei riflettere su quello che voglio veramente e, invece, la prima cosa che ho fatto è stata scappare da quella casa e venire a rifugiarmi nel letto di CC. Ho cercato in tutti i modi di non svegliarlo ma non ci sono riuscita, infatti, dopo poco apre gli occhi e mi guarda con il sopracciglio inarcato come per scrutarmi.

"A che pensi, amore?"

Amore? Ho sentito bene? Sto sognando, sicuramente sto sognando. Claudio Conforti non mi chiamerebbe mai amore e invece no, non sto sognando perché quando capisce che sono immersa nei miei pensieri e non gli rispondo ...

"Alice, amore, a che pensi? Ti senti male?"

Scuoto la testa e mi stringo forte a lui e solo in quel momento realizzo veramente di volerlo con tutte le mie forze, anche se non dovesse sposarmi mai e anche se non dovesse chiedermi mai di avere un figlio.

"Ti amo" – è l'unica cosa che riesco a dirgli prima di addormentarmi serena tra le sue braccia.

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