La Wally KO

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Il weekend a Ravenna è stato fantastico. Dopo la breve visita ai miei genitori per metterli al corrente del matrimonio ci siamo dedicati solo a noi due. È stata una notte fantastica, come tutte le notti che passiamo insieme io e CC; abbiamo fatto l'amore fino a sfinirci, avevamo bisogno di sentire che ci siamo uno per l'altra, che ci siamo in tutti i sensi e che nessuno dei due può fare a meno della presenza (anche fisica) dell'altro.

Purtroppo, le cose belle finiscono sempre troppo presto e oggi, lunedì, siamo nuovamente a Roma, nuovamente a lavoro. Io e Claudio siamo impegnatissimi con il progetto che stiamo seguendo insieme all'Università francese. Il mese prossimo ci recheremo a Parigi, spero che la Suprema mandi entrambi perché ognuno di noi si sta occupando di un aspetto specifico e sarebbe veramente un peccato se mandasse solo uno di noi. Se le cose andranno per il verso giusto fino alla fine, dovremmo concludere tutto entro aprile, così potrei avere anche un paio di settimane per dedicarmi ai preparativi del matrimonio.

Il progetto prevede anche uno scambio culturale – se così possiamo definirlo – noi ospiteremo alcuni specializzandi francesi che abbiamo intenzione di affidare a Lara e Paolone e alcuni nostri specializzandi si recheranno a Parigi per un periodo di quattro settimane. Avevamo pensato a Giulia e Sandro ma non sappiamo se è fattibile come cosa perché loro frequentano il primo anno mentre i francesi hanno proposto specializzandi più avanti nel loro percorso.

"Alice, ti aspetto nel mio studio" – mi dice CC prima di separarci non appena varchiamo la porta dell'Istituto – "lavoriamo un po' al progetto, altrimenti rischiamo di restare troppo indietro rispetto ai nostri colleghi francesi"

Mi sorride e mi accarezza una guancia prima di salire le scale che portano al suo studio che, ormai, si trova ai piani alti. Non sarà Supremo ma almeno occupa una posizione importante nell'organigramma dell'Istituto. È il Direttore della Scuola di Specializzazione e, ovviamente, anche il suo ufficio ha avuto una "promozione"

Indosso il camice e quando sto per salire le scale mi blocca la Wally. 

Cosa vorrà ora? 

Il solo fatto che mi stia aspettando mi mette ansia ma, in ogni caso, non posso fingere che non esista. Nonostante, ormai, non sia più una specializzanda, la Wally è sempre una colonna di questo Istituto e, ahimè, mi tocca ancora sopportare i suoi sproloqui.

"Mi dica professoressa, cosa posso fare per lei?"

"Allevi, visto che è stata in vacanza in questi giorni, non avrà alcun problema ad eseguire un compito per me!"

Un compito per lei? 

Una volta i compiti per lei li eseguivano gli specializzandi, o meglio, io quando ero una specializzanda. Ora perché vuole ancora torturarmi?

"Professoressa, veramente stavo andando nello studio di Claudio per lavorare al progetto. Siamo un po' in ritardo e volevamo recuperare un po' di tempo"

"Beh, se invece di andarvene in giro, veniste a lavorare, non avreste di questi problemi!"

Ma questo è veramente troppo. Cosa importa a lei se veniamo a lavorare o meno? Credo di aver raggiunto il limite e infatti ...

"Professoressa, con tutto il rispetto, non credo siano suoi problemi quello che faccio o non faccio quando sono fuori dal mio orario di lavoro. Mi sembra che non mi sottraggo ai miei doveri quando sono qui; la Direttrice mi apprezza e mi ha affidato questo compito importante insieme al professor Conforti ... professoressa, mi spiega, finalmente, perché ce l'ha tanto con me? ... Da quando ho messo piede qui dentro, anni fa, lei non ha fatto altro che umiliarmi e trattarmi come un'incapace"

La Wally mi guarda stupita. Forse non si aspettava questo mio sfogo ma, veramente, non ce l'ho fatta a trattenermi. Questa donna mi ha umiliata dal primo giorno ... durante gli esami ... affidandomi compiti impossibili ... facendo insinuazioni sulla mia correttezza e su quella di Claudio ... adesso basta, non ne potevo più.

"Allevi, Allevi ... lei crede che io ce l'abbia con lei per qualche motivo ma, le assicuro, che non è così. Se, in tutti questi anni, l'ho spinta a fare sempre di più e sempre meglio è perché in lei vedevo del potenziale. Conforti ci aveva visto giusto ma, visto il rapporto che vi legava e vi lega, non potevo permettere che lei si appoggiasse troppo a lui"

Quindi, mi avrebbe umiliata per il mio bene? 

Cara Wally, chissà perché non ti credo neanche un po'!

La guardo e credo di avere un'espressione che mette in evidenza la mia incredulità; lei non ha il coraggio di riprendere il discorso e io, onestamente, non ne ho voglia.

"Mi dispiace, professoressa. Mi dispiace non poterle essere utile ma Claudio mi sta aspettando e il progetto, in questo momento, ha la priorità su tutto. Se ha bisogno di uno specialista e non di uno specializzando chieda a Proietti o a Macrì o a chiunque altro ma io, in questo momento, non sono disponibile"

La lascio immobile nell'atrio e mi dirigo nello studio di CC con un sorriso a 32 denti stampato sul volto. Entro, Claudio mi guarda e non capisce cosa mi possa far sorridere in quel modo e allora gli racconto dell'incontro/scontro che ho appena avuto con la Boschi.

"Accidenti Sacrofano, l'hai messa ko"

"Claudio, non prendermi in giro. Sai benissimo come mi ha trattata in tutti questi anni. Non potevo più sopportare le sue angherie ... giuro, non so dove ho preso il coraggio per risponderle"

Claudio si avvicina a me, mi abbraccia e mi bacia teneramente ...

"Sono fiero di te, Alice. Valeria, a volte, esagera e con te ha esagerato spesso. Ora non può più torturarti come faceva prima. Spero che lo capisca prima o poi"

Mi stringo di più a lui come per inalare meglio il suo profumo che tanto mi piace e mi fa stare bene ...

"Ascolta, Alice ... sbrighiamoci con questo progetto. Ho voglia di andare a cena fuori stasera. Voglio portarti in un posto carino che mi ha suggerito tuo fratello ... ovviamente ... mi aspetto ... una ricompensa per questo mio slancio di generosità" – e mi sorride malizioso.

"Sei sempre il solito ... e se io non volessi ricompensarti?"

"Non mi provocare, Allevi ... sai bene che non accetto rifiuti ... e poi, non dirmi che non ti piace ricompensarmi ... È uno scambio equo ... io ti porto a cena ... tu mi ricompensi come già sai"

Ci mettiamo a lavoro perché dobbiamo terminare questa parte da sottoporre prima alla Suprema per la supervisione e poi dobbiamo inviarla a Parigi prima della partenza. Usciamo dall'Istituto intorno alle 18, giusto il tempo di andare a casa a prepararci e dopo un paio d'ore siamo pronti per la nostra cena romantica ... si, sarà una cena romantica. È l'unica informazione che sono riuscita ad estorcere a CC.

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