Passarono innumerevoli eternità prima che la sera giungesse.
Roxanne era pronta già da un pezzo e smaniava dalla voglia di entrare in azione. Aveva indosso un vestito rosso rubino con le maniche a sbuffo e l'enorme gonna le si dipanava intorno mentre se ne stava stesa sul letto.
Vista dall'alto, appariva come una goccia di sangue fresco.
Sollevò le mani verso il soffitto e le fece ricadere all'indietro. Aveva infilato al dito l'anello di famiglia e nascosto nel corpetto quello di Isaac. Era più sicuro non farlo notare a nessuno. Fissò a lungo il cofanetto di velluto blu abbandonato sul comodino, ma non si convinse a prendere il gioiello che le aveva lasciato il padre. Forse era spaventata all'idea che fosse stato maledetto o forse, più semplicemente, non voleva dare a Dominic il compiacimento di vederla assoggettarsi al suo dominio.
Quando finalmente bussarono per accompagnarla alla riunione, scattò in piedi come un fulmine. Fremeva di eccitazione. <<Arrivo!>> Spalancò la porta, ma sull'uscio non trovò chi si aspettava. <<Tu!>>
<<Assurdo come tu riesca a far suonare come un insulto un semplice pronome...>> commentò Edward con un sorriso. Indossava dei pantaloni slim bianchi e una giacca color carta da zucchero con abbottonatura a doppio petto. Sui bottoni dorati erano incise teste di gorgoni urlanti.
<<Che ci fai qui? Non dovresti essere con mio padre ad intrattenere gli ospiti?>>
<<È lui che mi manda. Vuole che ci facciamo vedere insieme stasera.>> brontolò aggiustandosi i capelli già perfetti. Si appoggiò alla porta, allungandosi spudoratamente davanti all'entrata.
<<Suppongo di non averlo convinto, allora.>> sospirò tornando dentro a prendere la piccola borsa che aveva preparato. Accanto al tappeto di lana la aspettava un paio di elaborati sandali che non aveva alcuna voglia di mettere. Se li infiló con riluttanza. <<Tu hai sentito qualcosa?>>
Lui ghignò sporgendosi dallo stipite. <<Oh, non so cosa tu gli abbia detto, ma non l'ho mai visto così furioso con te. Sembrava addirittura compiaciuto del modo in cui l'hai fatto arrabbiare.>>
<<Sinceramente spero solo di averlo fatto arrabbiare abbastanza.>> E con quell'augurio chiuse la porta dietro di sé.
Arrivati in cima alle scale tutti i presenti si girarono a guardarli con un fruscio. Decine di occhi erano puntati su di lei, pronti a giudicare il suo abito, la sua postura, il suo modo di parlare. Cominciò a pruderle la base del collo per l'imbarazzo. Cercò di ignorarlo.
Edward, alla sua destra, era del tutto a suo agio con tali attenzioni: sfoggiava un sorriso rassicurante e irradiava fiducia. Essendo un semplice galoppino, cresciuto lontano dai riflettori e dai ruoli d'alto grado, non credeva che avrebbe reagito così bene. Sembrava essere nato per quello. Lo detestava da morire, ma infilò comunque un braccio sotto il suo. Era meglio rispettare il volere di suo padre almeno per la prima parte della serata.
<<Stavolta vedi di non farmi inciampare.>> sussurrò tirandolo verso i gradini.
<<Be', tu non starmi tra i piedi, principessa.>> sibilò serrando la presa sul suo gomito. Roxanne ebbe la netta sensazione che non si stessero più riferendo alla stessa cosa.
Le riunioni del Clan Moore erano la scusa perfetta per organizzare enormi ed estenuanti ricevimenti formali: le famiglie di tutti i membri erano le benvenute e si mangiava e ballava fino a notte fonda. Roxanne non aveva mai capito se quegli eventi avessero altro fine oltre a quello di rendere i membri del consiglio troppo stanchi e ubriachi per prendere attivamente parte alla conversazione. Sospettava di no.
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Il cerchio del Male
ActionPRIMO VOLUME DEL CICLO DE "I CLAN" Dietro le notizie sui giornali di Detroit si cela un universo ben più complesso. Lì, durante l'arcana lotta per la sopravvivenza, vige una sola legge: sangue chiama sangue. È su questo fondamento che sono stati ere...