Roxanne odiava non essere a conoscenza delle cose.
Era sempre stata una ragazza curiosa per natura; bramava il sapere più di ogni altro tesoro, le dita le tremavano per la smania di informarsi e il cuore le batteva forte durante le ricerche. Se da un lato la cosa l'aveva sempre favorita a livello scolastico, dall'altro le procurava un senso di insoddisfazione cronica: voleva sempre di più e non sarebbe mai riuscita ad accontentarsi facilmente. Inoltre, se qualcuno le metteva sotto il naso una mezza verità o un segreto da svelare, non poteva resistere a l'irrefrenabile bisogno di arrivare in fondo alla faccenda.
Dunque, se nel giro di una settimana le venivano offerti ben due grattacapi, rischiava seriamente di impazzire da un momento all'altro.
Nell'ora successiva al corso di Letteratura Avanzata non fece altro che rimuginare, scervellandosi continuamente per carpire qualche informazione in più o una possibile soluzione. Se ne stava seduta vicino alla finestra e fissava fuori: la pioggia batteva violentemente sulle lastre di vetro facendola rabbrividire.
Sospirò afflitta. Si voltò verso il professore di chimica con aria assente. L'uomo aveva spiegato per tutto il tempo, riempiendo la stanza con il suono cadenzato del suo accento irlandese, ma lei non era riuscita a capire quasi nulla. Sapeva solo che si trattava di qualcosa che aveva a che fare con le reazioni tra composti. La chimica non l'aveva mai rapita più di tanto, anzi, si annoiava quasi sempre quando doveva studiarla. Se poi a questa persistente avversione si sommavano le cento preoccupazioni che le frullavano per la testa, seguire la lezione diventava a dir poco insostenibile. Avrebbe voluto alzarsi e andarsene in giro per i giardini del campus, ma le sembrava davvero scortese nei confronti dell'insegnante sparire nel bel mezzo della spiegazione. Quindi rimase seduta lì, nonostante le sue mille asfissianti domande, fino allo scoccare dell'ora.
Si strofinò il viso, si ripose i capelli dietro le orecchie e si dileguò. Guardando l'orologio si rese conto che ormai era l'una in punto e quindi non le restava altro da fare se non tornare a casa.
Si diresse sovrappensiero verso il suo appartamento. Ormai girava per quei corridoi con totale scioltezza, non aveva neanche più bisogno di pensare più di tanto a dove voleva andare che i piedi la portavano automaticamente lì. Arrivata a metà strada, però, una figura familiare le bloccò la via.
<<Roxi!>> esclamò Clarke correndole incontro <<Speravo proprio di incontrarti!>>
<<Dimmi, che succede?>>
<<Oh nulla di che! Volevo solo avvisarti che esco un attimo, devo portare il mio quaderno di appunti ad Annabeth.>> disse mostrandole il suddetto quaderno. Annabeth, per quello che aveva capito Roxanne, era la migliore amica di Clarke, nonché sua cugina di sangue.
<<D'accordo, ci vediamo tra poco? Ti aspetto per pranzo?>>
<<Si, assolutamente. Torno il più in fretta possibile.>> promise <<Anche perché - scusami se non ti ho avvisato prima, ma sono riuscita a convincerlo all'ultimo - ho lasciato Bellamy ad aspettarmi in cucina. Pranza con noi... sempre se per te non è un problema, ovviamente.>>
Roxanne si ritrovò messa all'angolo: non voleva vedere Bellamy per nessuna ragione al mondo, era così arrabbiata con lui che avrebbe potuto spaccargli il naso solo al sentirlo respirare, ma, d'altra parte, non avrebbe potuto negare quel favore a Clarke senza offenderla. Lei la guardava con i suoi gentili occhi azzurri, pieni di aspettative, e Roxanne non sarebbe mai riuscita a dirle no. Neanche se ne andava della sua salute psicologica. <<Va bene. Non preoccuparti.>> borbottò mascherando alla bell'e meglio il suo broncio.
<<Perfetto! A tra poco allora!>> Le diede un veloce bacio sulla guancia e scomparve senza aspettare repliche.
Roxanne produsse un verso gutturale di rabbia e sconforto. Aveva sempre meno voglia di chiudersi in un spazio chiuso, avrebbe preferito nettamente gironzolare sotto la pioggia e beccarsi la febbre. Specialmente adesso che era al corrente del fatto che c'era Bellamy ad aspettare nel suo appartamento.
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Il cerchio del Male
ActionPRIMO VOLUME DEL CICLO DE "I CLAN" Dietro le notizie sui giornali di Detroit si cela un universo ben più complesso. Lì, durante l'arcana lotta per la sopravvivenza, vige una sola legge: sangue chiama sangue. È su questo fondamento che sono stati ere...