XIII - Ebbene sia pure così

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Roxanne aveva bisogno di un'ubriacatura.

Dopo giorni di studio matto e disperatissimo in procinto della sessione, la litigata con Bellamy e la strana, stranissima situazione con Isaac, aveva proprio la necessità di un blackout totale dei suoi pensieri.

Durante gli anni precedenti le era successo molte volte di scoprirsi a trovare conforto nell'alcol, un paradiso artificiale dove rifugiarsi ogni qual volta la realtà diventava esageratamente opprimente e insopportabile. Il formicolio alla mani, le immagini sfocate, i riflessi interdetti: la confusione di quei momenti la faceva star bene. Le permetteva di rallentare dalla sua vita frenetica, di rompersi del tutto e di ricaricarsi. In più, l'ebbrezza portava con sé la spensieratezza, un sentimento assai estraneo ad una ragazza come Roxanne. Data la rigidità e il rigore che le imponeva la sua posizione e i pericoli a cui la esponeva, riusciva a sperimentarla solo in quei fugaci istanti: erano attimi preziosi per lei, le aprivano le porte del cuore ad emozioni incantate e succose.

Dunque, decisa a prendersi la sua breve e meritata pausa, accettò di buon grado l'invito di Clarke alla festa. Un party non avrebbe ucciso nessuno... o almeno così sperava.

Clarke non rimase affatto sorpresa del suo responso positivo.

<<Sapevo già che saresti venuta. Vuoi far ingelosire il tuo bel amichetto biondo flirtando con Max.>> affermò sistemandosi l'eyeliner nello specchio in camera sua. Clarke era seduta davanti alla sua toeletta bianca con indosso una strepitosa tuta intera nera che le fasciava le curve delicate e le lasciava scoperta tutta la schiena. La stanza era illuminata dalla leggera luce azzurrina del pomeriggio che le metteva in risalto le iridi oltremare.

Roxanne, appoggiata di sbieco allo stipite, alzò gli occhi al cielo con aria annoiata. <<Fino a cinque giorni fa eri del tutto convinta che avessi una cotta per Max.>>

Clarke sorrise beffardamente, come se comprendesse tutto ciò che Roxanne tentava invano di nasconderle. <<Sì, ma poi ho cambiato idea quando l'altro giorno sei andata in piscina così presto e sei tornata tardi e stranamente felice. Avete fatto pace, non è vero?>> indagò puntandole l'indice contro.

Roxanne arrossì. Forse Clarke non era poi così ingenua come sembrava. <<Be'...>>

<<Guarda che a me puoi dirlo!>>

La ragazza sospirò. <<Lo so. Comunque sì... cioè, più o meno. Insomma... è una situazione complicata.>> tagliò corto.

Clarke arcuò un sopracciglio scuro. <<Spero non tragica quanto il tuo abbigliamento al momento. Non ti permetterò mai di andare ad una festa conciata così!>>

Roxanne si guardò velocemente i jeans, la felpa e gli anfibi e chiese: <<Che cos'hanno che non va i miei vestiti? Secondo me vanno bene.>>

Clarke le rivolse uno sguardo basito e indignato allo stesso tempo. <<Non osare mai più dire una cosa del genere in mia presenza. Pura blasfemia.>>

Roxanne sbuffò. <<Non mi interessa fare tante cerimonie per una festa qualsiasi!>>

Clarke trattenne il respiro e si portò una mano al petto sdegnata. <<Vuoi o no fare colpo sui tuoi pretendenti?>>

Roxanne brontolò. Tanto valeva acconsentire pur di non sorbirsi le sue lamentele.

<<Perchè continui a fissarmi imbambolata? Va a cambiarti!>> sbottò Clarke scacciandola con la mano.

<<Non saprei cosa mettermi per soddisfare gli standard di Sua Santità Clarke Griffin.>> borbottò con un leggero inchino.

Clarke chiuse il tubetto dell'eyeliner e si alzò di scatto dalla sedia. <<Faccio io!>> esclamò entusiasta di poter sfoggiare le sue abilità. Si mise a frugare nel suo armadio stracolmo e, dopo averle fatto provare un centinaio di abiti stupendi liquidanti da un categorico "NO!", si portò una mano alla bocca strabiliata. <<È perfetto!>>

Il cerchio del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora