Era una bella giornata. Il sole splendeva alto nel cielo azzurro e rischiarava il paesaggio che si stagliava davanti a Isaac. Aveva saltato le lezioni ed era fuggito lontano dai confini del college. Dopo gli avvenimenti del giorno prima si sentiva scombussolato e confuso: era successo tutto troppo velocemente e aveva bisogno di un po' di tempo per assimilare ogni novità. La realtà che si era venuta a creare nel giro di ventiquattro ore rischiava di crollargli addosso se non l'avesse affrontata il prima possibile. Per farlo al meglio aveva preso la sua macchina e aveva guidato fino a un posto immerso nella natura. C'erano solo lui, il fiume e gli alberi sempreverdi. Il suono del vento tra i rami, il modo placido in cui l'acqua scorreva e il calore leggero del sole sul collo lo tranquillizzavano. A pensarci bene, aveva sempre descritto Roxanne come un animale selvatico, ma, in fondo, anche lui non era incline al richiamo della natura incontaminata. Sentiva il bisogno di ricongiungersi alla parte più rurale di se stesso ogni qualvolta che aveva una decisione da prendere o un problema da risolvere. E al momento ne aveva davvero tanti.
Era tentato di scappare, esiliarsi di nuovo nell'appartamento di sua madre in periferia e fingere che quella parentesi di frivolezza non fosse mai esistita. Avrebbe evitato molto dolore e molti guai, non avrebbe rischiato la vita gettandosi a capofitto nel passato e nella guerra tra i Clan e non sarebbe più stato a contatto con Bellamy Blake. Eppure, d'altra parte, questo avrebbe significato allontanarsi di nuovo a Roxanne, di sua spontanea volontà stavolta. Non era sicuro di averne la forza. Anzi, era quasi convinto del contrario. Era stato talmente tanto estasiante rivederla che gli era scoppiato il cuore. Come avrebbe potuto voltarle le spalle e fingere indifferenza?
Per di più, per quanto si sforzasse di negarlo, la malavita gli scorreva nel sangue. Non era mai stato feroce e impenetrabile come Bellamy o uno stratega minuzioso e attento come Roxanne, loro erano macchine da guerra nate e forgiate per regnare. Lui non era un re, certo, ma era un duca in quell'impero di carcasse. Un duca spodestato, ma pur sempre un duca. Il suo retaggio si intrecciava a quello della altre famiglie e affondava le sue radici negli albori delle bande di Detroit. Non c'erano mai stati i Moore senza gli Hale al loro fianco. Lui e Roxanne erano gli eredi di quella tradizione e la cosa li univa ancor più di quanto facesse il legame matrimoniale spezzato tra la ragazza e il primogenito dei Blake. Le loro famiglie avevano fatto un giuramento di sangue. Loro due avevano fatto un giuramento di sangue. Si appartenevano e nulla avrebbe potuto davvero frapporsi nel campo magnetico generato dai loro poli.
Sospirò. Frugò nella tasca dei jeans alla ricerca del pacchetto di sigarette spiegazzato e ne tirò fuori una. L'accese e il sapore della menta gli si riversò in bocca. Aveva scoperto questa splendida variante delle sue sigarette preferite e adesso non poteva farne a meno. Gli piacevano da morire. Fece un lungo tiro e si beò del paesaggio che si apriva davanti a lui. Il Canada era bellissimo, suo padre glielo aveva sempre detto, ma lui e Roxanne sognavano l'Europa. Sembrava passata un'eternità da quando sedevano nel prato della Reggia a programmare i loro viaggi. A quell'epoca gli bastava che Roxanne poggiasse le testa sulle sue gambe e si fermasse a parlare con lui per ore per sentirsi realizzato a pieno. Vivendoli, quei momenti gli erano sembrati ardui e ingiusti, però adesso ci ripensava con nostalgia. Tutto era più facile. Ora doveva combattere contro due rapporti deteriorati, contro se stesso e i suoi sbagli e contro l'esilio che lo rilegava lontano dalla sua vecchia vita.
Si grattò sovrappensiero il capo con la mano libera. Non sapeva come comportarsi con Roxanne: se fosse rimasto l'avrebbe fatta soffrire? Doveva scusarsi o avrebbe solo peggiorato la situazione mettendola in una brutta posizione? Non riusciva a immaginare una possibile risposta. Tirò fuori dal maglione la collana che aveva mostrato alla ragazza il giorno prima. C'era infilato il suo anello di famiglia, simile a quello che portavano i figli dei boss. Era spesso e ornato di decorazioni in rilievo. La scritta per ardua ardens, "con ardore nelle difficoltà", luccicava sotto la luce diretta del sole. Prese l'anello accanto, quello che condivideva con Roxi, e se lo passò tra le dita. Era caldo al tocco.
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Il cerchio del Male
AçãoPRIMO VOLUME DEL CICLO DE "I CLAN" Dietro le notizie sui giornali di Detroit si cela un universo ben più complesso. Lì, durante l'arcana lotta per la sopravvivenza, vige una sola legge: sangue chiama sangue. È su questo fondamento che sono stati ere...