Quando Roxanne si svegliò, Bellamy era ormai lontano.
Fumare erba le rendeva il sonno pesante, tanto che non si era accorta della fuga di Blake; nessun rumore era riuscito a trapassare la cortina onirica che la avvolgeva dolcemente. Si erano già fatte le undici quando il suo organismo decise di ridestarsi. Bellamy aveva lasciato le tende aperte e la luce filtrava dalle finestre come se fosse stata intenzionata ad irradiare ogni centimetro quadrato di quella stanza. Si strofinò gli occhi arrossati. Le trasmetteva delle brutte vibrazioni essere lì senza la compagnia del padrone di casa e, ben presto, cominciò inevitabilmente a sentirsi un'estranea malvoluta. Si rotolò intontita su un fianco e allungò la mano per recuperare il telefono. Con ogni probabilità l'aveva mollato sul comodino più vicino la sera precedente. Con il palmo tastò il vetro freddo del cellulare e un foglio di carta ripiegato. Li afferrò entrambi. Sbatté velocemente le palpebre combattendo contro il sonno e cercò di decifrare la lettera.
Cara Roxanne,
sono dovuto partire prima che facesse giorno per non rischiare di farmi riconoscere.
Le dispiaceva non aver salutato il ragazzo, contro ogni aspettativa ci teneva ancora a lui, ma preferiva di gran lunga che lui avesse perseguito la scelta che gli concedeva più possibilità di successo. In questo modo gli sarebbe stato concesso più tempo nelle prossime occasioni.
Russavi così forte che ho preferito non svegliarti.
Alzò gli occhi al cielo: quella era stata di certo aggiunta solo per farla innervosire. Sapeva da fonti certe (Isaac) di non russare, Bellamy l'aveva fatto apposta per sdrammatizzare la situazione.
Appena mi sarò sistemato ti contatterò con un telefono criptato. Procuratene uno per tenermi aggiornato sugli spostamenti di tua madre. Sbrigati a farla tornare a Detroit il prima possibile. Non so per quanto potrò nascondermi.
Bellamy ne parlava come se fosse semplice, come se telefoni criptati e soluzioni perfette piovessero dal cielo. Non aveva la minima idea di come mandar via sua madre da quel posto, figuriamoci farlo in fretta. Non voleva intralciarlo o tenerlo lontano a lungo, ma davvero era a corto di idee per il momento.
E, poi, la parte più assurda:
Fai attenzione e resta con Isaac. In un modo o nell'altro lui saprà aiutarti.
Un brivido le smosse la schiena. Le ultime frasi che si erano detti la sera prima le tornarono in mente e la colpirono forte come un schiaffo. Lui le aveva chiesto se amava Isaac e lei aveva esitato. E non l'aveva fatto perché la risposta non la conosceva, ma perché era troppo spaventosa per essere pronunciata ad alta voce. Lui doveva averlo capito, ecco il perchè di quel finale. In qualche assurdo modo, Bellamy la capiva sempre. Nella sua esitazione aveva letto tutto - la dichiarazione di Isaac, la sua indecisione, l'ansia di non essere all'altezza, il dramma del confronto -, e quella non era altro che la sua benedizione. Blake l'aveva liberata dalla loro promessa, aveva rotto le catene che la tenevano ancora legata a lui, al loro amore, e l'aveva spinta a spiegare le ali. Ora stava a lei scegliere se cogliere o no l'opportunità di librarsi in volo.
Gettò giù i piedi dal letto e si alzò con un grugnito. Aveva dormito tanto, ma si sentiva comunque esausta. Si stiracchiò la schiena e la braccia mentre si avviava verso il bagno privato di Bellamy. Grazie a dio quella era una delle poche camere della confraternita con una toilette di servizio annessa: sarebbe stato tremendamente imbarazzante doversi lavare davanti agli amici di Blake. Il piccolo specchio sul lavandino le restituiva il suo riflesso distorto, però bastò a lasciarle intendere quanto male fosse conciata: il labbro inferiore era gonfissimo, le era rimasto un segno dove Max le aveva stretto i polsi e i suoi occhi verdi erano contornati da trucco sciolto e occhiaie perenni. Si sciacquò nella speranza di migliorare, seppur lievemente, la situazione e utilizzò la spazzola di Bellamy per domare la sua chioma selvaggia. Accanto al mobiletto trovò i suoi vestiti mezzi strappati: avrebbe potuto rattopparli senza troppi problemi, tuttavia preferiva non vederli mai più. Non avrebbero fatto altro che ricordarle quanto era andata vicino ad una seconda molestia. Li gettò nel cestino sotto la scrivania.
![](https://img.wattpad.com/cover/98378702-288-k248470.jpg)
STAI LEGGENDO
Il cerchio del Male
AçãoPRIMO VOLUME DEL CICLO DE "I CLAN" Dietro le notizie sui giornali di Detroit si cela un universo ben più complesso. Lì, durante l'arcana lotta per la sopravvivenza, vige una sola legge: sangue chiama sangue. È su questo fondamento che sono stati ere...