21.

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È domenica, sono le 16:53 ed io e Louis siamo nella sauna dell'hotel.

Oggi è l'ultimo giorno, quindi relax.

Questa mattina siamo andati a fare una passeggiata e abbiamo comprato anche alcuni souvenir, poi abbiamo pranzato in un ristorante molto carino, uno di quei ristoranti intimi, di famiglia, amo i posti così.

Ora invece, siamo qui, uno accanto all'altro.

Louis, con la testa poggiata contro il muro, e gli occhi chiusi. Ho quasi il dubbio che potrebbe addormentarsi.

Ma guardarlo, sicuramente terrà sveglio me.

Il suo corpo è scolpito, ma non in modo eccessivo, però i suoi bicipiti non scherzano affatto.

Sposto il mio sguardo lungo le sue braccia tatuate, per poi riportalo sul suo petto, ricoperto da goccioline di sudore causate dalla sauna.

Riporto lo sguardo sul suo viso e quasi sobbalzo, nel vederlo sorridermi, capendo che mi stava guardando da tutto quel tempo.

"cosa c'è?" chiedo e lui sorride facendo spallucce.

"nulla" risponde richiudendo gli occhi.

Io mi avvicino a lui facendo sfiorare le nostre braccia, Louis a quel gesto si gira verso di me e mi fa sorridere.

Riesco a perdermi nei suoi occhi, mi piace il mondo in cui porta la sua attenzione su di me, lo fa con tenerezza, ingenuità.

"Coco Chanel diceva: gli unici occhi belli sono quelli che ti guardano con tenerezza" dico guardandolo "e tu mi guardi sempre con un infinita tenerezza" sussurro e lui mi sorride.

"vorrei potermi vedere dai tuoi occhi, e capire cosa vedi" sussurra.

"vorrei fartelo vedere, per farti capire quanto sei speciale per me"

"studio sempre gli occhi delle persone al mio fianco, penso sia l'unico modo per conoscere realmente qualcuno" dice sfiorando la mia mano con le sue dita.

"gli occhi degli altri sono le nostre prigioni: i loro pensieri le nostre gabbie" parlo all'improvviso e prima che io possa continuare...

"questo lo diceva Virginia Woolf" afferma facendomi sorridere "amo questa citazione" dice guardandomi, continuando a tenere quel leggero contatto tra le nostre mani.

"l'ho sempre analizzata, parola per parola" spiega "noi tutti siamo sempre intrappolati nello sguardo e nelle opinioni altrui, da tutta una vita"

"e non saremo liberi finché non fuggiremo dalla loro influenza" concludo il suo discorso e mi sorride.

"esattamente" conferma annuendo.

"mi piace questo tuo lato intellettuale" ammetto e lui ridacchia.

"lavoro in una libreria, in qualche modo dovrò far passare il tempo" fa spallucce "e tu invece?" chiede alzando le sopracciglia "sembri sempre troppo impegnato per dedicarti a libri e cose varie"

Se solo sapesse che in realtà, tutto questo è il mio mondo, la mia passione, il mio lavoro.

"mi piace leggere" dico ovvio "sin da piccolo ho sempre trovato del tempo libero per leggere un libro" lo guardo "ed ora è tutto qui dentro" e picchietto le dita contro la mia testa facendolo ridacchiare.

"l'hai più finito quel libro che continua a stare sul tavolino della tua aula?" chiede.

"questo non c'entra" rispondo e lui continua a ridere, sapendo alla perfezione che non ho più sfogliato quel libro.

anonymous writer [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora