Quel momento trascorso assieme in quello stanzino lo portavo con me: legato al mio cuore con un filo di indissolubile attaccamento per quelle parole, per quei gesti e per quella persona che stava conquistando ogni parte del mio essere.
Sognavo ad occhi aperti le sue mani che prendevano le mie, i suoi abbracci, i suoi sguardi e mi sembrava di vivere una favola meravigliosa che avrei voluto non finisse mai.
I nostri incontri confidenziali diventarono sempre più frequenti, sia in corridoio che nella stanza nascosta agli occhi dei più, ed il nostro rapporto cambiò radicalmente.
Non sembrava più, infatti, un rapporto alunna-insegnante, dove la prima è soltanto la tipica adolescente in preda a crisi esistenziali e la seconda è la persona matura che la vuole aiutare o "salvare". L'evoluzione trasformò la nostra relazione: ci trovavamo in una fase di conoscenza tra due persone le cui strade si erano incrociate e che adesso avevano la volontà di continuare a camminare assieme, una accanto all'altra.
Le nostre conversazioni iniziarono a toccare temi sempre più profondi: io continuai a raccontare tante cose di me, forse quasi tutto ciò si potesse raccontare, e lei iniziò a parlarmi di sé.
Non le chiesi mai niente della sua vita personale perché ero troppo riservata per farlo e perché non volevo superare quella soglia tra l'essere discreta ed invadente: era pur sempre la mia insegnante.
Non fu necessario perché lei, ad un certo punto, iniziò a raccontarsi senza freni.
Scoprii che aveva avuto un lutto importante da giovane con la perdita della madre a causa di una brutta malattia e, proprio per questo, fu costretta ad occuparsi di lei sin dal momento in cui scoprirono della malattia sia nei suoi ultimi momenti di vita. I suoi occhi azzurri mi raccontarono più di quanto facessero le parole: riuscivano ad illuminarsi nei ricordi di gioia e a incupirsi diventando lucidi entrando nelle fasi più tristi della storia.
Non fu soltanto un racconto formale poiché riuscì a mostrarmi le sue debolezze senza averne timore.Un giorno, appoggiate al solito termosifone sul corridoio, le raccontai la mia difficoltà nell'approcciarmi agli altri e come ciò mi impedisse di intrecciare delle relazioni amorose con qualcuno.
Lei, inaspettatamente, iniziò il suo racconto personale:
«Io ho conosciuto mio marito quand'ero molto giovane: lui era più grande di me e ci siamo conosciuti poco meno che diciottenni. Abbiamo trascorso assieme la maggior parte del tempo delle nostre vite ed è stato l'unico uomo della mia vita. Per lui ho rinunciato alla laurea che desideravo prendere perché mi sarei dovuta allontanare troppo da qui e così ho deciso di cambiare corso di studi per rimanergli più vicina. Appena mi sono laureata, nonostante non avessi ancora un lavoro fisso, abbiamo deciso di sposarci.
Lui, da subito, iniziò a chiedermi di avere dei figli ma io sentivo di non volerne. Passato qualche anno però, rimasi incinta, e, anche se non sentivo di avere istinto materno, col passare del tempo, mi sono ricreduta. Sono felice di aver avuto la possibilità di diventare madre ed è stata una delle cose più belle che mi siano mai capitate».Il suo racconto era costellato di emozioni che cercava di tenere a bada il più possibile, ma con scarsi risultati perché alcune le sensazioni emergevano nonostante i suoi sforzi. Mi rattristai, però, notando che la maggior parte dei ricordi le suscitavano tristezza, malinconia e un po' di inquietudine.
Nonostante alcuni guizzi di gioia, mi sembrò non pienamente soddisfatta della sua vita.
Le sue confidenze continuarono di volta in volta e io rimasi ad ascoltarla onorata dalla confidenza che aveva deciso di donarmi.
Mi disse molte cose che, generalmente, non si raccontano ad una persona con la quale non si ha abbastanza confidenza né, soprattutto, ad una studentessa. Ero sempre più stranita da questa situazione: da una parte non riuscivo a spiegarmi questo suo atteggiamento e, dall'altra, speravo non smettesse mai.

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Vuoti di cuore
RomanceQuesta che sto per raccontarvi è una storia vera: la mia. Ciao, sono Chiara e ho passato gli ultimi tre anni del liceo travolta da un'amore impossibile: quello per la mia insegnante. I suoi atteggiamenti, molte volte ambigui, mi hanno fatto perder...