Settembre 2017
Erano passati due anni da quando avevo conseguito il diploma e ancora neanche ci credevo. Sembrava tutto passato così in fretta: come se non fossi stata realmente protagonista della mia vita ma soltanto una spettatrice. Invece erano già trascorsi due anni ed erano cambiate tantissime cose nella mia vita anche se alcune erano rimaste sempre le stesse: ero ancora innamorata della mia, ormai ex, professoressa di Francesca.
Io nell'amore non ci avevo mai creduto: osservavo i ragazzi e gli adulti e li criticavo pensando che, per i primi, fosse solo un passatempo e che, per i secondi, fosse solo un'abitudine. Pensavo che nessuna delle due categorie conoscesse l'amore per come lo intendevo io e invece, nel momento in cui la vidi varcare la soglia della classe il primo giorno di scuola, persi tutte le mie convinzioni. All'inizio volevo crederci e continuavo a darmi delle giustificazioni per evitare di dover affrontare la realtà e successivamente, dopo averne preso conoscenza, non riuscivo a capire perché fosse capitato a me e soprattutto perché proprio lei. Ero innamorata di lei sin dal primo momento in cui la vidi, anche se per accettarlo mi ci volle molto di più, e, due anni dopo essermi diplomata, lo ero ancora. L'amore che sentivo di provare per lei aveva superato intemperie che neanche immaginavo potessero esistere per una ragazza di 16 anni e, quel sentimento, mi aveva travolta, investita e sconvolta.Gennaio 2013
I miei occhi erano ancora incollati ai suoi e, nonostante fossimo circondate dal buio, potevo percepirne tutte le sfumature che mi rendevano totalmente in balia degli stessi. Avrei voluto confessarle tutto l'amore che mi scorreva nelle vene e che, ormai, mi aveva completamente trasformata e avrei voluto farlo con le parole più belle e soavi che conoscessi o recitarle una delle tante poesie che le avevo scritto nelle notti in cui non facevo che pensare a lei. Era la mia occasione per svelarmi. Presi un respiro profondo mentre il cuore dentro al mio petto era in procinto di esplodere ed ero seriamente intenzionata a farlo ma, nel momento in cui mi mossi, la mia testa decise di cambiare la destinazione del mio bacio e trasferirlo dalle sue labbra alla sua guancia. Fu un bacio lungo, dolce e appassionato quello che le diedi ma ero fortemente delusa da me stessa. Avevo avuto la possibilità di svelare i miei sentimenti con un semplice gesto ma la mia testarda razionalità mi si era rivoltata contro.
"E se si arrabbia? E se non lo accetta? E se rovino tutto? E se poi non vuole più parlarmi? E se non vuole più avere niente a che fare con me?"
In quel momento, che a me parse interminabile ma che nella realtà durò solo qualche minuto, mi passarono in mente inconsapevolmente tutti questi pensieri e non riuscii a realizzare ciò che il mio cuore desiderava così tanto e, per quella volta, la mia razionalità riuscì ad averla vinta.
Lei, dopo quel bacio, si allontanò un po' e mi sorrise, mi fece una carezza e mi disse che si stava facendo tardi perché aveva paura a sapermi in giro con lo scooter a quell'ora visto il tempo e il pericolo che le strade potessero ghiacciarsi o essere scivolose. Guardai l'ora ed erano le 20:00 circa e dovetti arrendermi alla realtà dei fatti accettando di tornare a casa. Ci salutammo con un abbraccio, mi raccomandò di andare piano e mi chiese di mandarle un messaggio non appena fossi arrivata.
Lasciato lo scooter nel garage, presi il telefono con le mani arrossate e doloranti per il freddo e digitai:"Sana e salva, buonanotte. Grazie per tutto!"
Immediatamente ricevetti il suo messaggio:
"Buonanotte a te, un caro abbraccio!"
A cena i miei genitori iniziarono a chiedermi dove fossi stata e perché avessi fatto così tardi e non sapevo davvero come comportarmi perché dire le bugie non mi piaceva e, anche quando dovevo, non riuscivo a farlo bene così cercai di mettere in mezzo Michela come sempre e, dopo cena, mi fiondai a letto.
"Ho bisogno di parlarti!" scrissi in un messaggio a Michela.
«Che succede? Stai male?» mi disse chiamandomi al cellulare.
«No, cioè...sì...»
«Chiara, parla perché mi sto preoccupando» sbottò.
«Oggi ho incontrato la professoressa di Francesca»
«Oggi? E dove?»
«Sono uscita da casa, sono andata nelle prossimità di casa sua e l'ho chiamata. Ci siamo incontrate in macchina e abbiamo parlato tutto il pomeriggio»
«E? So che c'è dell'altro»
«Ci siamo tenute per mano, abbracciate e poi alla fine eravamo una di fronte all'altra molto molto vicine...»
«E? Chiaraaaaa, veloce!!!!»
«E stavo per baciarla, Michela! Stavo per farlo»
«E perché non l'hai fatto, sei scema?!»
«Grazie eh»
«Te lo meriti. Allora?!»
«Perché ho avuto paura potesse cambiare tutto, che potesse rifiutarmi e che potessi rovinare tutto»
«Ma adesso hai rovinato te stessa perché stai una pezza»
«Lo so e non so che fare»
«Quando senti di fare qualcosa, fregatene delle conseguenze e vai dritta per la tua strada»
«Magari la prossima volta farò così...»
«Se...ci sarà una prossima volta!» disse Michela.
«Sempre di supporto tu»
«È l'amara verità ma pur sempre la verità» mi rispose gelida.
«Sei arrabbiata con me o cosa? Perché mi stai trattando così male?» le chiesi io.
«Sì, sono arrabbiata ok? Perché ti si è presentata davanti un'occasione d'oro e tu l'hai sprecata»
«Ma tu ci pensi mai alle conseguenze? E poi lei avrebbe potuto rifiutarmi»
«Lei, rifiutarti? Ma che scherzi?! Le piaci, stupida. Magari non lo ammetterà mai e forse neanche a se stessa ma sono certa sia così»
«Ma cosa te lo fa pensare? Tu parli senza pensare» stavolta ero io ad essere furiosa.
«Chiara: ascoltami bene. È da quando è entrata nella nostra classe che tu le sbavi dietro ed è da quando avete iniziato a parlare che il vostro rapporto è diverso. Tu sei un'alunna ed anche io lo sono ma a me non tratta come te! Perché? Perché ti vede con occhi diversi. A quante persone abbraccia? A quante persone stringe la mano? Vi siete viste fuori l'orario scolastico ed eravate vicinissime! Cos'altro ti devo dire?»
«Non lo so» dissi io travolta dalle parole di Michela.
«Ho detto abbastanza, ci sentiamo domani» sbottò e chiuse.
Michela si arrabbiò davvero quella volta perché non le piaceva vedermi star male e, in quel momento, ero proprio ko. Rimasi sola con i miei pensieri che mi stavano devastando ed ero confusa.
"Perché si comporta così? Ha ragione Michela? Mi vede con occhi diversi? Forse prova qualcosa anche lei?"
Questo fu l'ultimo pensiero che feci prima di crollare mentre una lacrima solitaria scese dal mio occhio.
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Vuoti di cuore
RomanceQuesta che sto per raccontarvi è una storia vera: la mia. Ciao, sono Chiara e ho passato gli ultimi tre anni del liceo travolta da un'amore impossibile: quello per la mia insegnante. I suoi atteggiamenti, molte volte ambigui, mi hanno fatto perder...